Due le vicende politiche che terranno banco nei prossimi 5 mesi: il Congresso Nazionale di Catania e la Cassa Forense.
NAD lavora su un piano chiaro e lo illustrerà ai colleghi: non ci interessa ragionare con dinamiche da bottegai. NAD è un’associazione che ha sempre dichiarato apertamente che la dimensione delle strutture è preliminare e fondamentale per ottenere soluzioni di cambiamento. Se non costruiamo proposte ampie, di portata nazionale, non avremo potere decisionale, né al Congresso di Catania, per agire in modo opposto a quanto si è fatto a Rimini 2016, né nel nuovo Comitato dei delegati che a settembre sostituirà il vecchio e – si spera – i vecchi che oggi lo compongono.
La nostra riflessione più importante oggi però è questa: come si costruisce un dialogo tra forze che vogliano il cambiamento? Con i post su facebook? Evidentemente il passato non ha insegnato proprio nulla a chi vive la politica forense come l’elezione nel posticino, confinato nel suo Foro, piccino piccino.
Ho letto ieri le proposte di Movimento Forense, fatte dal suo leader, Massimiano Cesali. Proposte ragionevoli, condivisibili, a mio parere molto positive. Le ho lette su un post su feisbucche. Ora guardo alla presenza di Movimento Forense, che so, a Napoli, dove NAD è più forte, e vedo ZERO. Guardo alla presenza di NAD, che so, in Veneto, o a Roma, dove Movimento Forense è più forte e vedo che NAD lì è ZERO.
E’ evidente che questo, che può apparire un problema, se si vive confinati in feudi o visioni grette, si supera se questo radicamento viene valorizzato da un confronto programmatico, che porti all’attenzione degli avvocati italiani proposte organiche,necessariamente sintetiche, capaci di contrastare chi ha più numeri, più mezzi, più potere.
Da mesi interrogo alcuni esponenti dell’avvocatura italiana libera, che possano essere interlocutori credibili per un processo di aggregazione programmatica, o almeno di confronto, partendo da alcune premesse irrinunciabili:
1. Far sedere solo chi è rappresentativo e ha conquistato rappresentatività sul campo, con i voti;
2. Avviare un confronto che miri a superare le differenze, per valorizzare le sintesi possibili.
La risposta dei colleghi a cui ho sottoposto questo progetto, che ricalca la strada dell’idea OUA, Organismo Unitario delle Associazioni, ad oggi è stata inesistente.
Il risultato di questa inerzia è che gli avvocati su posizioni critiche al regime ordinistico si muovono in ordine sparso, non ricercano una sommatoria di forze, si condannano a vivere una stagione quadriennale di sconfitte e marginalità politica.
Serve una conferenza programmatica nazionale, che sui temi di una diversa avvocatura metta finalmente insieme chi in questi anni ha contrastato una deriva dell’Ordine Forense autoritaria, antidemocratica, illiberale e devastante per la qualità, la moralità ed il benessere degli avvocati italiani liberi.
Il segretario nazionale di NAD
Avv. Salvatore Lucignano