L’UCPI ha indetto la solita purtroppo inutile astensione, decorandola con una maratona oratoria per dire finalmente la verità sulla prescrizione.
Mi chiedo se davvero gli ideatori di questa meraviglia siano convinti che ad essa possa prestare seriamente attenzione qualcuno al di fuori del nostro mondo.
Davvero Caiazza & co. pensano che un cittadino comune possa dedicare anche solo 5 minuti del proprio prezioso tempo ad ascoltare gli avvocati – categoria sommamente invisa agli italiani – sproloquiare di come la prescrizione non possa essere soppressa con uno schiocco di dita, pena la devastazione del nostro stato di diritto?
Non ci credo.
Credo, piuttosto, che più di questo oggi UCPI non possa fare, senza il reale sostegno delle istituzioni forensi.
La giunta dell’Unione sa benissimo che i nostri amati concittadini non presterebbero ascolto alle nostre proteste neppure se, novelli Jan Palach, ci dessimo fuoco come massima forma di sacrificio per le nostre battaglie politiche.
Resta il fatto che in questa battaglia – assolutamente sacrosanta – gli avvocati sono soli, abbandonati al proprio destino persino dall’avvocatura e dalle sue istituzioni.
Il CNF ed il Faraone che lo governa si sono limitati a pietire al ministro Bonafede un rinvio dell’entrata in vigore di questa norma folle; l’OCF colloca la propria azione di protesta, come al solito, al venerdì, l’ultimo giorno della settimana di agitazione proclamata da UCPI.
Anticipo l’accusa di “benaltrismo” e l’invito che qualcuno potrebbe rivolgermi a “fare” piuttosto che a “parlare”, a proporre ed organizzare piuttosto che a criticare: Nuova Avvocatura Democratica ha da tempo individuato le forme di protesta e manifestazione della propria alterità più adeguate al contesto.
Proprio su questo tema proponemmo, nel corso di una partecipata assemblea del foro di Napoli, forme di astensione in violazione del codice di autoregolamentazione: ad oltranza, senza preavviso ovvero senza il rispetto del previsto intervallo tra un periodo e l’altro.
È evidente che la proclamazione di un’astensione non rientra tra le possibilità di un’associazione e che essa possa provenire solo dall’Organismo Congressuale, restando alle associazioni il compito di contribuire al processo d elaborazione della volontà politica della categoria, ammesso che una volontà ci sia e che alla sua formazione esse siano chiamate a partecipare.
Certo che, se non viene coinvolto il Congresso Nazionale e se l’OCF partecipa con un solo misero giorno di astensione alla protesta portata avanti da UCPI, c’è ben poco da stare allegri.
Nel frattempo, l’avvocatura muore e con essa la nostra democrazia.
Buona maratona a tutti
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