QUANDO L’UNIONE PUO’ FARE LA FORZA

10 Ottobre, 2018 | Autore : |

E’ cosi!
I vari canti isolati di “apparenti” solisti, quando trovano l’intonazione giusta e accordano le proprie tonalità,rischiano di diventare un coro, coro che diventa una voce imponente, capace di farsi ascoltare e non più sentire in lontananza quasi come una nenia.

L’obiettivo strategico, che attualmente s’impone, per le associazioni forensi libere, è quello di riconoscere e riconoscersi come unica forza propulsiva in grado di esaltare, proteggendola, la professione, sempre più ingabbiata in stereotipi imposti dall’alto, tesi a ben altri interessi.

Inevitabile trovare un linguaggio “partecipato” con tutti i diversi soggetti del sistema professionale, (incluso quello, attualmente assai lontano, ordinistico-istituzionale), ma soprattutto teso e aperto anche a chi è destinatario del nostro operato, che necessariamente deve leggere e capire.

Lo sforzo di ammorbidire antiche e sterili posizioni ideologiche, l’abbandono di un linguaggio per “iniziati” e la fuga dalle prigioni mentali, in cui troppi si sono rifugiati, è inevitabile per pensare al nuovo, per pensare all’innovazione.

Riempirsi la bocca con proclami a sostegno delle associazioni non serve. Serve piuttosto partire da una serie di domande scontate come per esempio: a che servono le associazioni forensi? Perché c’è bisogno di un cambiamento? Perché dobbiamo modificare il sistema in vigore?

Il sistema professionale forense vive una severa e innegabile crisi che arriva a metterne sfacciatamente in discussione l’essenza ontologica.
L’individuazione delle ragioni e del perché eviterebbe, in un’analisi sistemica, da una parte la ricaduta in passi falsi già commessi in passato e, contestualmente, anche l’indiretta tutela dell’interesse del cittadino.

Il cambiamento volto a potenziare le capacità concorrenziali, nonché competitive in ragione di un principio di equità, è l’immediata risposta, nell’era del “capitalismo intellettuale”, allo scenario frenetico e magmatico che si presenta quotidianamente nei nostri studi.

La “conoscenza” è, oggi molto più di ieri, l’elemento produttivo dominante, al punto che la convenienza nell’investimento del “sapere” giuridico, non solo tutela il cittadino, ma consente, attraverso il processo mediato della diffusione della conoscenza, una concorrenza importante, sana e proficua.
Del resto la scarsità della reputazione legata a una mancata conoscenza determina il fallimento di qualsiasi professione.
Il ruolo e l’importanza delle associazioni forensi, a questo punto, diventano fondamentali.

È proprio l’associazione forense, espressione unitaria degli interessi e dei desiderata dei propri iscritti, che rispecchiando anche il carattere, non solo dell’intellettualità, ma soprattutto la specificità e la peculiarità dei propri tesserati, propone l’attestazione di una riforma sistemica di impossibile attuazione per il singolo avvocato “battitore libero”.

Molte sono le Associazioni forensi che si dichiarano “libere”, forse anche troppe, poche in realtà possono seriamente definirsi tali, ma sicuramente tante soffrono di una inesistente visibilità, non sempre legata alla scarsità di contenuti, ma piuttosto a una precisa volontà annichilente, dettata da elementi esterni e spesso paradossalmente interni.

Certo la pluralità della presenza associativa nell’ambito forense è determinata dalla giusta mancanza di omogeneità derivante, appunto, da scopi diversi e da un sentire “socialico” profondamente diverso, che detta anche esigenze differenti.

In un contesto professionale come il nostro, dove i livelli di “conoscenza”, di competenza, sono costantemente messi alla prova da sfide evolutive imposte da travolgenti tempistiche, figlie di una “knowledge economy” matrigna, o si è svelti o si è morti, e, per essere vivi professionalmente, spesso si trascura la propria tutela professionale, vanificando ogni cosa.

Proprio questo contesto, delinea come essenziale il ruolo della associazione forense, deputata a proporre strategie, anche normative, di riorganizzazione del nostro assetto professionale, per renderlo adeguato alle esigenze professionali attuali e future.

Staticità, immobilismo, asservimento e personalismi esasperati ed esasperanti, è ciò che ha permesso, ad oggi, grande agibilità ad una logica ordinistica di atteggiarsi indisturbata “faraonicamente” a discapito non di un singolo, ma di una intera categoria professionale che, prona, intona melodie che non riesce neanche a decodificare compiutamente. Le canta piuttosto “inconsapevole”, scivolando grossolanamente su un sentiero già tracciato, fatto di equivoci ideologici generati da disinformazione e voluta “analfabetizzazione”.

Eppure l’alternativa esiste!

Un contesto associativo plurimo, rispettoso dell’identità di ogni associazione, fatto di voci autenticamente libere, competenti e dotato di capacità dinamica atta alla creazione di un unico fronte, linkato dall’obiettivo cardine del rinnovamento indispensabile, lontano la logiche ordinistiche distorsive la libera professione, è possibile è doveroso.

Unirsi è l’unica via per contare.

Avv. Rosaria Elefante

CERCA