Noi e loro. Nella concezione volgare, votata all’unanimismo di facciata, una degenerazione della politica. Nella scuola politica di NAD, che sta insegnando finalmente la politica agli avvocati napoletani, la basilare ed irrinunciabile pietra d’angolo per costruire buona politica.
Una delle più grandi fake news che ha distrutto l’avvocatura italiana è stata la confusione tra unità ed unanimismo. Unità non è unanimismo. Unità è capacità di stare nelle sintesi, il che prevede che, costruite strutture politiche altamente qualificate ed inclusive, sviluppatasi la dialettica che precede la formazione di una decisione o indirizzo politico, ci si regoli in modo da avere una chiara e netta distinzione dei ruoli.
Sorrido quando si vocifera che la politica non debba entrare nei Consigli dell’Ordine. Ricordo vagamente, giusto qualche mese fa, i Presidenti dei Consigli dell’Ordine di tutta Italia, abolire le incompatibilità tra ruoli presidenziali e rappresentanza politica all’interno dell’Organismo Congressuale Forense. Ricordo, ma forse ricordo male, il riversarsi IN MASSA, dei Presidenti dei COA nell’Organismo Congressuale Forense. Chissà, forse era un miraggio.
Orbene, caduto ogni velo di ipocrisia sulla natura politica dei COA, non vi è alcun dubbio che i Consigli siano divenuti consessi politici, a tutti gli effetti, in cui effettuare scelte di governo di natura politica. La legge diceva altro, ma tutto è stato fatto per arrivare a questo risultato e NAD, in modo maturo, ne ha preso atto. Non è quello che volevamo, abbiamo combattuto, più di chiunque altro, perché non si giungesse a questo, ma il mondo non è ciò che vorremmo fosse, bensì ciò che è.
In una logica politica, la nostra chiusura netta ad ogni forma di consociativismo all’interno del COA di Napoli, pure invocata, con pratiche e richieste che vanno ben oltre il limite dell’accattonaggio (penso alle penose e rivoltanti richieste di qualche soggetto che invoca nomine per fantomatiche competenze “telematiche”, divinatorie ed insostituibili), è una scelta di sanissima politica.
Noi e loro. Non per esercitare violenza revanscista, bensì per poter dire ai colleghi che ci sono avvocati che stanno facendo scelte di governo ed altri che dovrebbero smetterla di elemosinare, di fare accattonaggio e provare a fare opposizione. Questo schema, così caro a qualche figuro che oggi piagnucola, invocando un ruolo “super partes” del Presidente del COA, è uno schema che non abbiamo invocato noi, che abbiamo ereditato dai bambocci che abbiamo messo a riposo. Ora, che il bamboccio strepiti, assieme ai suoi quattro amichetti del web, è cosa che fa francamente sorridere.
NAD è contro il consociativismo, contro gli inciuci, contro ogni forma di confusione dei ruoli. Le competenze per gestire un progetto di rinnovamento del COA di Napoli, terzo COA italiano ed importantissimo laboratorio politico forense, vanno trovate ESCLUSIVAMENTE all’interno dei colleghi che sostengono tale progetto. Gli altri, invece di elemosinare, dovrebbero preparasi a far meglio in futuro, quando toccherà a loro raccogliere il testimone di quanto stiamo facendo noi.
Il resto è ignoranza, volgare accattonaggio e squallido piagnucolare.
Il segretario nazionale
Avv. Salvatore Lucignano