Per un pugno di voti…la matematica diventa opinione. Sulla via di Damasco

29 Gennaio, 2019 | Autore : |

In queste ore infuria, alimentata dalla tornata elettorale Coa 2019, la polemica sull’opposizione di Cassa al così detto “saldo e stralcio” dei carichi previdenziali per i contribuenti con ISEE inferiore agli € 20.000,00.
Sgombrando il campo da qualsiasi equivoco, questa misura sarà applicata (trattandosi di norma statuale cogente), ad avviso di chi scrive, anche agli avvocati in relazione ai carichi Cassa e su detto punto occorrerà aprire un vero dibattito che sfoci in una delibera del CDD, non potendo essere la questione definita con una mera “mozione”, mai inserita all’odg e sulla quale non si è aperto alcuna seria disamina.
Reiterata detta precisazione, desta vivo stupore verificare che chi osteggiava NAD nelle assemblee degli iscritti che hanno votato per l’introduzione di una misura organica, l’introduzione della contribuzione previdenziale strettamente proporzionale al reddito con la conseguente eliminazione delle soglie minimali, oggi si erge a paladino di istanze che in quella sede tentò di contenere ed osteggiare. Si sa, il Tarsitano fu folgorato sulla via di Damasco…per altri, più semplicemente, basta una via che conduca a qualsivoglia seggio elettorale…
Nonostante l’opposizione di quel Coa e di quel Presidente, NAD raccoglieva circa 1700 firme di colleghi per approvare in assemblea a Napoli una mozione che andava esattamente in quella direzione. Introduzione di contributi strettamente proporzionali al reddito prodotto. Approdo che deve essere la stella polare dei delegati riconducibili all’area riformatrice, argomento già introdotto dal sottoscritto nell’ultimo (e primo per noi neo eletti) CDD del 18/1/2019. Il 4.7.2017 la mozione passa con numeri “risicatissimi” (152-2). In quell’occasione, NAD vince contro le resistenze della conservazione che oggi tenta di ergersi a paladina del riformismo.
Destano, inoltre, vivo stupore i “numeri” profferiti per ipotizzare un non meglio precisato “federalismo previdenziale”. Basta leggere il rapporto Censis 2018 per rendersi conto che non risponde assolutamente al vero l’affermazione che la Regione Campania è quella che versa la maggior parte dei contributi alla Cassa Forense. Analizzando il rapporto Censis 2018, si evince, ad esempio, che la Lombardia versa contributi su un montante reddituale di € 2.272.457.950 a fronte degli € 858.989.635 della Campania. Dunque, alcun problema di “federalismo previdenziale” sembra emergere da una lettura analitica dei dati. Se non forse a parti invertite rispetto a quanto viene teorizzato.
Al contrario, misure d’intervento uniformi, su base nazionale, legate all’effettiva percezione di reddito, con conseguente superamento della contribuzione minima inderogabile, potrebbero rispondere concretamente alle esigenze delle fasce di iscritti in maggiore difficoltà  caratterizzandosi come misura strutturale di riassetto di micro e macro sostenibilità.
La parcellizzazione delle platee contributive è storicamente quanto di più deleterio e rischioso per la sostenibilità dei sistemi previdenziali. Già il carico del “rischio mono-categoriale”, in epoca di contrazione drastica dei redditi, presenta evidenti criticità. L’eventuale parcellizzazione, all’interno della categoria, su base territoriale, comporterebbe un incremento del rischio di sostenibilità futura importante per la gestione di Cassa Forense.
Si precisa che il sottoscritto si esprime in questo articolo a titolo strettamente personale e quale Presidente nazionale di Nad
Avv. Giuseppe Fera
Presidente nazionale NAD
Delegato Cassa Forense 2019/2022

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