In questi giorni a Napoli il tema dei politici forensi di “professione” è tornato di moda. E’ accaduto perché NAD sta portando una forte carica “politica” nella vita del Foro Napoletano. Portare la politica nell’avvocatura e nella politica forense vuol dire impegnarsi in modo serio nello studio di fenomeni come quelli legati al valore dei social network, perché la politica, per come si manifesta oggi, anche tra gli avvocati, va conosciuta e studiata per essere ben praticata.
Non è un mistero che io trovi assolutamente deprecabile l’esaltazione dell’ignoranza politica, come elemento quasi “di merito” per chi voglia stare nelle istituzioni forensi. Al contrario, sono convinto che gli avvocati che vogliano fare politica forense debbano essere osservatori della società, conoscitori delle evoluzioni in campo economico, tecnologico ed anche del costume. Paradossalmente ritengo che un costante aggiornamento su normative specifiche o settoriali serva pochissimo ad un buon politico forense, mentre è indispensabile un’ottima cultura generale ed una capacità di visione del futuro, che non attengono alle strette competenze giuridiche.
Faccio questa premessa per introdurre alcuni concetti, che hanno implicazioni sia sul “Dubbio”, il giornale pagato dagli avvocati italiani, sia sul rapporto tra social network e verità. E’ infatti incontestabile che oggi i social network, facebook su tutti, costituiscano un luogo di formazione dell’opinione. Ho più volte spiegato che facebook non sfugge alla teoria dei veri, secondo la quale un fatto, per apparire vero, può benissimo essere anche solo verosimile e falso. Peraltro anche un falso, in teoria dei veri, può essere funzionale alla diffusione di un concetto vero.
Uscire dalla logica della verità imposta, esalta il ruolo della critica. Non esistono “fake news”, esistono creduloni. Non esiste “disinformazione” ma “disinformati”. La formazione dell’opinione, soprattutto per un avvocato, dovrebbe passare attraverso una serie di verifiche, passaggi, procedimenti, che escluda il falso grossolano dal novero dei fatti soggettivamente credibili. Se ciò non avviene non è per cattiva informazione, ma per ignoranza funzionale del soggetto che non sa informarsi.
Le implicazioni di queste novità in campo giuridico sono sterminate. I veri, su facebook, non possono essere confusi con “il vero”, con tutte le conseguenze che ciò comporta. E’ notorio come il mio turpiloquio e l’uso del dileggio, che ho introdotto nella politica forense italiana e di cui ho fatto larghissimo uso fino a pochi mesi fa, mi abbia fruttato diverse attenzioni da parte delle nostre istituzioni addette alla deontologia. Le recenti evoluzioni giurisprudenziali confermano le mie intuizioni e le mie battaglie. Nella civiltà degli avatar, pretendere che il vero sia nell’oggetto e non nella cultura del soggetto è mera follia. Il social, per sua intrinseca natura, è rappresentazione e dissimulazione. Ciò comporta un’evoluzione del concetto di vero, che necessariamente sfocia nel funzionale e nel verosimile. Ciò comporta l’esclusione del verosimile e del superficiale dal novero delle fonti del vero. Il vero, fatevene una ragione, risiede altrove, principalmente nel vostro bagaglio culturale, che deve consentirvi il discernimento secondo ragione.
La politica contemporanea non differisce molto da quella antica. La chiave della comunicazione politica socialica resta la sua capacità di influenzare, non di indicare il vero. Chi non si rende conto che le fictio necessarie alla rappresentazione politica non possono ambire a muoversi in ambito oggettivo, dimentica l’essenza stessa della politica.
NAD sta costruendo cultura politica. Attraverso un uso massiccio della dialettica, attraverso l’esaltazione della politica, sta insegnando agli avvocati che occorre uscire da una logica miope del concetto di “cultura professionale”, se si vuole agire, come classe, alle sfide della società futura.
E’ per questo che lavoriamo ed è per questo che NAD rappresenta una peculiarità inimitabile all’interno dell’avvocatura italiana di questi tempi.
La comprensione del presente articolo darà diritto a 10 crediti formativi in materia obbligatoria.
Avv. Salvatore Lucignano
Segretario Nazionale NAD