“Sei in gamba ma frequenti ragazzacci”. Mi piace ricordare questa frase che, scherzosamente, un rappresentante delle istituzioni forensi orobiche, mi rivolse tempo fa uscendo insieme dalle aule di Tribunale.
Sono iscritta a NAD dagli inizi del 2017. In questi mesi spesso mi è stato chiesto il perché della mia scelta. NAD nasce a Napoli e, seppure ormai presente in diversi Fori sul territorio nazionale, ha sempre a Napoli e in Campania il proprio radicamento principale.
Può sembrare strano, dunque, che un avvocato orobico trovi affinità e sinergie con un’avvocatura così diversa dal contesto in cui è cresciuto. Sgombriamo il campo da un equivoco di fondo. Essere NAD non è semplice. A prescindere dalla collocazione geografica di ognuno. Essere NAD è una scelta scomoda. Sempre. Ma, chi mi conosce, sa che le posizioni comode a me non sono mai piaciute. La maglietta rossa, il presidio, le raccolte firme, il volantinaggio, i gazebo…. Tutto molto insolito e lontanissimo dal mio modo di essere. Del resto, la decisione di iscrivermi non fu certo immediata, consapevole com’ero delle difficoltà e del vuoto che si sarebbe inevitabilmente creato attorno a me. In realtà non mi sono mai sentita sola. Neppure quando in Lombardia ero forse l’unica associata. Pian piano le magliette rosse sono aumentate ed ora siamo una piccola pattuglia. NAD coinvolge, contamina. NAD ti entra dentro. Ovunque ci sia un nostro iscritto, ci siamo tutti noi. C’è NAD. NAD è comunità. È stare insieme. È un pugno nello stomaco rispetto alla tipica dimensione individualista della professione.
Del resto, se il modus operandi di Nad può, prima facie, apparire estraneo ad un modo classico di intendere professione e politica forense, gli obiettivi statutari di Nuova Avvocatura Democratica dovrebbero essere patrimonio condiviso per ogni Collega.
Mi piace rileggere il nostro Statuto. Mi ricorda chi siamo. Da dove siamo partiti e dove stiamo andando. Perché è importante non smarrire mai la direzione. Non perdere di vista l’obiettivo. Non farsi distrarre dagli eventi. Un governo unitario dell’ Avvocatura, l’estensione dell’elettorato passivo a ciascun avvocato, sistemi elettorali rispettosi delle minoranze, sostegno alle donne ed ai giovani, avvicinamento dei Colleghi alla politica forense, riforma del sistema previdenziale, superamento del sistema dei crediti formativi… È il nostro Statuto. Ma dovrebbe essere parte del DNA di ogni avvocato libero. Ecco perché, Bergamo, Napoli, Roma, Bari, Potenza, Livorno. Reggio Calabria, Catania… Non è questione di residenza. È questione di valori.
Per l’avvocatura libera. #avantinad. Non abbiamo alternative.