Gli spunti letterari non mancherebbero. I volti, le cognizioni, i presupposti… in una parola… l’avvocatura napoletana, stamane era riunita per votare la propria rappresentanza politica. Un rito stanco, che non convinceva nessuno, al punto che la cosa si è svolta tra lazzi e frizzi. Essere seri, del resto, era davvero impossibile. Su 89 aventi diritto al voto hanno votato 83 delegati, per un totale di 249 preferenze esprimibili. Le uniche due preferenze accordate a donne sono state quelle in favore della collega MariaRosa Bellezza e quella espressa per Luce Caponegro, detta Selen. Un risultato che fa riflettere: 2 sole preferenze, su 249. Dove sono le donne avvocato? Dove è la loro volontà di affrancarsi da una rappresentanza patriarcale e gerontofila? Dove è quell’idea di autonomia dal potere costituito, che dovrebbe esprimere una rappresentanza forense con ambizioni paritarie rispetto a quella maschile?
I giochi erano già fatti. Nessuno ha davvero voglia di rivotare una terza volta, anche se tutti sanno che le nuove elezioni sono state svolte nella più totale illegalità. Come ho già scritto, i lacché del regime non perdono tempo a puntare il dito: “a chi dice che è un voto illegale l’onere di fare causa”. La risposta più naturale sarebbe che, con tutto quello che è illegale, all’interno dell’avvocatura italiana, se un avvocato serio volesse impugnare i provvedimenti e gli atti illegittimi del regime dell’istituzionalizzazione forense, passerebbe la sua intera vita a fare causa alle istituzioni forensi. E’ il ricatto del “mi faccia causa”, che le istituzioni forensi praticano, ai danni dei semplici avvocati. E allora cosa avviene? Che la gente lascia perdere, che piuttosto che impegnarsi in gravose battaglie, di cui in definitiva non importa niente a nessuno, si preferisce far finta di niente. Si, è illegale, lo sanno tutti, ma lascia stare, cosa importa? Stai buono, lascia perdere, let it be! Oh well, whatever, nevermind.