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La mancanza di serietà delle nostre istituzioni forensi si vede da tante cose. Ovviamente occorre osservare, lavorare e monitorare per vedere e dunque le cose “storte” passano sistematicamente sotto silenzio.
Una delle cose passate sotto silenzio è che il secondo rapporto annuale del CENSIS, che fornisce dati importanti per valutare lo stato dell’avvocatura, non è ancora disponibile in versione integrale.
Ora, se la Kermesse della Cassa Forense del 9 e 10 giugno fosse stata una cosa seria, un confronto con visioni diverse, un dibattito interno degno di tal nome, la Cassa sarebbe dovuta partire da basi quantitative non di parte e dunque il rapporto avrebbe potuto e dovuto essere non una comparsa, ma il protagonista da cui partire.
Il calo dei redditi degli avvocati è costante: la Cassa dice che in questi anni ha ben operato perché i redditi degli avvocati aumentino. Le stesse frasi vengono pronunciate da associazioni ormai quasi dissolte, sotto il peso dell’inettitudine di chi le rappresenta. Molti di questi “maggiormente rappresentativi” storcono il naso di fronte alle richieste di previdenza equa che provengono dalla base, parlando di un problema dell’avvocatura che sarebbe “reddituale”, non “previdenziale”.
Ebbene, la domanda, verso associazioni che festeggiano in pompa magna i loro ventennali, i cinquantennali, che celebrano la loro irrilevante vecchiezza, potrebbe essere questa: “scusate, ma se non fate altro che parlare della necessità di aumentare i redditi degli avvocati, siete “rappresentativi” da almeno 10 anni e i redditi degli avvocati continuano inesorabilmente a calare, qualche riflessione autocritica sulla vostra funzione, vorreste mica farla?”
Il welfare attivo proposto dalla Cassa Forense, in questo senso, come strumento per l’aumento dei redditi della categoria è addirittura insultante. Pensare che una banca dati basica possa consentire agli avvocati di aumentare il proprio fatturato è davvero al limite del tollerabile.
Le ragioni del calo dei redditi degli avvocati sono strutturali, riguardano la debolezza atavica che si è volutamente instillata nella categoria. Una debolezza che si deve combattere con provvedimenti e svolte radicali e non con briciole di assistenzialismo.
Il dato qualitativo e politico viene però offuscato dal ritardo con cui il secondo rapporto annuale CENSIS vedrà la luce. Quando ciò avverrà, quando troverà cittadinanza sul sito internet della Cassa Forense, la Kermesse del 9-10 giugno sarà lontana e nulla, proprio nulla, nemmeno la tristissima realtà, sarà in grado di offuscare le luci della ribalta dell’istituzione presieduta da Nunzio Luciano.
Avv. Salvatore Lucignano