Vengono pubblicati nuovi dati che riguardano i redditi dell’avvocatura, relativi all’anno 2014 (quindi la situazione attuale è presumibilmente peggiorata). Guardiamo i numeri e facciamo alcune riflessioni:
Il 9,4% degli avvocati nel 2014 non ha inviato il modello 5, per comunicare la propria posizione reddituale.
L’1,5% degli avvocati nel 2014 guadagnava meno di zero.
L’8,3% degli avvocati nel 2014 guadagnava zero.
Il 26,6% degli avvocati nel 2014 guadagnava meno di 10.600 euro all’anno.
Il 20% degli avvocati nel 2014 guadagnava meno di 19.857 euro all’anno.
Il totale, in percentuale, delle posizioni che si ritrovano in questa fascia dell’avvocatura, ammonta al 65,8% della categoria. Il 65,8% della categoria è composto da professionisti che producono redditi da fame, o comunque del tutto al di sotto della soglia del benessere e dell’autosufficienza. Quasi il 10% di questi professionisti risulta invisibile. Anche pensando che tutti questi invisibili siano colleghi che non rientrano nelle fasce reddituali deboli (il che appare statisticamente assurdo), resta un dato del 56% della categoria con redditi bassi o inesistenti.
L’avvocatura italiana è dunque una categoria priva di decoro. Non certo quello vagheggiato dalle istituzioni forensi, fatto di vacuità, retorica ed ipocrisia, ma quello effettivo, dato dalla libertà e dall’autosufficienza dei professionisti. Un uomo che non basta a se stesso non può essere libero e questo vale a maggior ragione per un avvocato.
In questo scenario appare davvero grottesco che le faraoniche indennità ed i generosissimi “gettoni” percepiti dagli istituzionalizzati all’interno del Consiglio Nazionale Forense e della Cassa Forense appaiano “decorosi”. Appare “decoroso” che “alcuni” avvocati… casualmente scelti, si AUTOASSEGNINO somme che farebbero la fortuna di almeno il 50% della categoria, mentre quella parte della categoria, non solo non è in grado di sopravvivere, ma deve per giunta versare il denaro che consente a questi “casuali” avvocati di prosperare, con i loro soldi.
Se questo è decoro. Cit.