NAD – Nuova Avvocatura Democratica è l’unica associazione forense italiana che denuncia il Consiglio Nazionale Forense ed il sistema ordinistico, dichiarando alla cittadinanza ed all’avvocatura tutta che si tratta di un regime di bugiardi, di personaggi privi di qualsiasi onore, decoro e moralità, volto esclusivamente al perseguimento dei propri interessi, personali ed economici. Queste denunce ci attirano ovviamente la reazione del regime, ma i dati mostrano che quanto affermiamo è la pura e semplice verità. Così, mentre in queste ore una pletora di aedi e ciambellani del regime dell’istituzionalizzazione forense si affanna a far credere agli avvocati italiani che l’elezione dei colleghi presenti nel cosiddetto “Organismo Congressuale Forense” sia di qualche valore per gli avvocati liberi, NAD – Nuova Avvocatura Democratica è l’unica associazione che ha ripudiato formalmente la farsa, denunciando che il Congresso Nazionale di Rimini non è stato altro che la pantomima inscenata dal regime per ottenere il potere assoluto sugli avvocati italiani e che le mozioni scomode al regime sono state arbitrariamente ed abusivamente cancellate dal novero di quelle da “attuare” da parte di OCF, rendendo doveroso il ripudio di tale Organismo e del Congresso stesso.
A tal proposito, lasciamo parlare i dati, i fatti, i documenti ufficiali. Come i colleghi forse sanno, la commissione al soldo del Consiglio Nazionale Forense, denominata “Commissione Mozioni Politiche”, in data 8 ottobre 2016, ha impedito il voto del Congresso su mozioni scomode per i padroni dell’avvocatura. La motivazione offerta agli avvocati italiani (risibile ed illegittima, in ogni caso), è stata che le mozioni non ammesse al voto non fossero attinenti ai “temi congressuali”. Ebbene, in tal senso analizziamo la sorte avuta dalla mozione politica n. 32, presentata al Congresso di Rimini da NAD – Nuova Avvocatura Democratica, con primo firmatario Avv. Salvatore Lucignano, avente ad oggetto, così come riassunto dal verbale della Commissione: “Proposte di modifica del regolamento ministeriale n. 170/2014, (… illegibile n. d.a.) disciplina delle elezioni nei Consigli dei COA”.
Ebbene, come si può leggere dal verbale, tale mozione è stata ritenuta inammissibile perché “non attinente ai temi congressuali” e pertanto è stata derubricata a raccomandazione. Si tratta ovviamente di una menzogna. Il regolamento elettorale valido ai fini delle elezioni nei COA è stato tema congressuale, trattato dalla delegazione distrettuale di Napoli, come dimostrano i documenti di seguito pubblicati. Si tratta di due atti, a firma del Presidente della delegazione distrettuale napoletana, Avv. Armando Rossi, che dimostrano la falsità e la farsa andata in scena a Rimini.
Il primo documento è quello che ha istituito commissioni di studio dei temi congressuali all’interno del distretto di Corte d’appello di Napoli:
Il secondo documento è addirittura una raccomandazione, elaborata dai delegati distrettuali della Corte di Appello di Napoli, che trattava dei requisiti che il regolamento elettorale valido per le elezioni nei Consigli dell’Ordine degli avvocati italiani avrebbe dovuto possedere, secondo la delegazione distrettuale partenopea:
Questi documenti sono pubblici, consentono di verificare come le delegazioni distrettuali abbiano lavorato su temi e proposte che al Congresso Nazionale sono stati espunti dalla trattazione solo perché i Padrini dell’avvocatura italiana, da perfetti “uomini d’onore”, hanno ritenuto che gli avvocati liberi non dovessero tentare di far approvare dall’assise congressuale delle mozioni che potessero contrastare i piani e gli abusi del regime.
E’ falso che il regolamento elettorale nei COA non fosse un tema congressuale. E’ falso che le mozioni che trattavano di questo e di altri temi scomodi ai Padrini, pur sottoscritte da oltre cinquanta delegati, non siano state ammesse perché “non attinenti” ai temi congressuali. E’ falso che la commissione mozioni politiche avesse il potere di escludere le mozioni scomode ai padrini dal voto del Congresso.
Questi sono i fatti, documentati, provati, incontrovertibili. NAD – Nuova Avvocatura Democratica è la sola associazione forense italiana che denuncia e che, coerentemente con quanto denunciato, ripudia il Congresso Nazionale di Rimini, i suoi deliberati e gli Organismi che ne derivano. Non ci fermeremo, non ci piegheremo, fino a quando non avremo liberato le istituzioni forensi italiane dalla melma che attualmente le usa come “Cosa Nostra”. Le querele non ci fanno paura, i disciplinari non ci fanno paura.
Non potremmo avere alcuna paura, nemmeno se fossimo pavidi. Il sentimento di paura sarebbe sopraffatto da irresistibili conati di vomito, derivanti dallo schifo a cui l’avvocatura italiana è sottoposta, per colpa delle proprie istituzioni forensi.