Il sasso è stato lanciato ed il dibattito è sempre più incentrato sul tema: l’avvocatura italiana sopravviverà?
Di certo l’avvocatura di massa sta morendo. Fenomeno storico che sembra appartenere alla preistoria delle possibilità operative, si porta dietro gli strascichi che derivano dall’incapacità di affrontare i processi di cambiamento: oltre alla ormai evidente carenza di qualsiasi credibilità delle istituzioni forensi, corrotte ed inette, manifesta l’assenza di speranza.
Sono sempre più i colleghi che accettano l’ineluttabile, ovvero la fine del proprio percorso professionale, mentre la categoria, sia intesa come collettività che come somma dei singoli componenti, fa pochissimo o niente per invertire il trend.
La morte dell’avvocatura di massa si completerà probabilmente nei prossimi cinque o dieci anni, e ciò che si lascerà alle spalle non sarà affatto indolore. Nel frattempo è un tutti contro tutti, nel rimpallarsi le responsabilità, ma pochissimi tentano di costruire fenomeni di aggregazione in grado di affrontare, con la dovuta fermezza, i problemi giganteschi che vive la professione forense in Italia.