IL CAMBIAMENTO E’ FATICA. REPRISE

20 Settembre, 2018 | Autore : |

Perché l’avvocatura italiana non riesce a virare verso una vocazione democratica? Per una serie di vizi che possono ben essere riassunti da queste riflessioni di Umberto Galimberti, assai attuali, che ci riguardano molto da vicino.

 

Facciamo un passo indietro. Molti colleghi mi accusano di aver impresso a NAD una vena di snobismo, fondata su una presunta arroganza, sulla pretesa di essere un depositario della cultura. Questi colleghi hanno perfettamente ragione. Personalmente, durante la mia segreteria nazionale, ho spesso reagito con fastidio all’idea che la politica forense possa essere patrimonio degli avvocati qualunque. Ricordate? La famosa mitologia dell’avvocato con le suole delle scarpe consunte nelle aule di udienza, che sarebbe il collega che dovremmo ambire ad eleggere nelle istituzioni forensi.

Ebbene colleghi, sperando che non equivochiate, ve lo ribadisco: si tratta di sonore STRONZATE. Quando i poteri forti dell’avvocatura, che quasi ovunque sono i vecchi, ben istituzionalizzati ed ammanigliati, vi invitano a votare per le scarpe consunte, vi stanno truffando il cervello. Se vogliamo avere una VERA democrazia forense, funzionale, inclusiva e DECIDENTE, affidatevi a colleghi che abbiano consunto le meningi, e non le scarpe, nello studio e nell’analisi della politica. Affidatevi a colleghi che abbiano studiato e studino le leggi che riguardano l’avvocatura, che sappiano leggere i nostri bilanci, che siano capaci di scrivere una norma. Rifuggite da un bravo avvocato, un avvocato simpatico, disponibile, che si mostra amichevole nello svolgimento della professione. Cercate e ricercate la competenza specifica, settoriale, cercate di cominciare a pensare che dobbiamo mandare nelle istituzioni persone che si siano dedicate allo studio delle nostre istituzioni. So che per molti tra voi si tratta di un concetto impopolare, che troverete respingente, ma vi prego, pensateci, rifletteteci. Dove manca specifica competenza, dove si sceglie “la brava persona”, ci sarà forse il trionfo della cordialità, ma non certo della qualità.

Secondo aspetto: rifuggite, scacciate, superate la vostra istintiva avversione verso il nuovo, i giovani, i diversi. Non vi affidate sempre ai vecchi, pensando che essi siano “esperti”. Chiedetevi sempre, dinanzi ad un vecchio: “ok, mi sembra esperto, ma in cosa? In gestione del potere o in risoluzione dei miei problemi?”
Vedete, gli avvocati italiani sono in gran parte conservatori, forse più ancora di quanto non lo sia la società italiana. Noi non amiamo dare fiducia ai giovani, li guardiamo con sospetto, ci chiediamo: “ma sarà capace, sarà all’altezza?”

SBAGLIATO! Noi dobbiamo mettere nelle istituzioni forensi i giovani, persone inesperte, persone che sbaglino e facciano i LORO sbagli. Non dobbiamo più affidarci alla quieta e rassicurante disperazione delle vie già battute, dobbiamo osare, dobbiamo fallire, cambiare, migliorare, sperimentare. In due parole: dobbiamo crescere.

Colleghi, la nostra professione vive una profondissima crisi di valori. Noi di NAD crediamo che la politica, la buona politica, quella fatta con passione, ogni giorno, sacrificando tutto, persino il lavoro, sia fondamentale per migliorare la nostra situazione. Per riuscirci però abbiamo bisogno di voi. Siate coraggiosi, siate liberi. Noi non possiamo nulla, se voi non sentite di volerci provare.

 

Avv. Salvatore Lucignano

 

 

 

 

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