Continua il lavoro della nostra associazione e continua la riflessione su cosa possa e debba essere Nuova Avvocatura Democratica. In queste ore abbiamo fatto un passo importante: siamo riusciti a portare per la prima volta all’interno della politica i temi su cui abbiamo impostato la nostra attività: il concetto di un’avvocatura che non è più casta, se non nelle sue istituzioni apicali; l’idea che l’avvocatura, per poter concorrere al funzionamento della giustizia e riscrivere un patto sociale con i cittadini, debba in primo luogo abbattere il regime padronale, affaristico, gerontofilo che la opprime.
Le riflessioni dell’Onorevole Russo in merito al confronto avuto con l’associazione mi hanno assai colpito. Non era per niente scontato un riconoscimento pubblico, verso un movimento neonato, che conta circa 130 iscritti e non era scontato che immediatamente fosse colto il senso della nostra battaglia, che lega l’equità della professione, oggi vessatoria verso le donne, i giovani e i deboli, alla possibilità che gli avvocati italiani diano un contributo vero e significativo al rilancio della giustizia.
L’associazione frattanto si radica. Ogni giorno cerchiamo di promuovere il dibattito, all’interno ed all’esterno del nostro gruppo, dissodando un terreno difficile, quello che porti gli avvocati a fare politica in modo innovativo, spogliandosi di quelle ingessature che sono state per troppo tempo funzionali all’elusione dello scontro. L’unanimismo corporativo che per troppo tempo ha mascherato la difficoltà di una vera dialettica, che di fronte ai nodi irrisolti imponesse scelte e contrasti, vede in NAD uno dei pochissimi soggetti in grado di scalfire i riti inefficaci che hanno portato la professione forense italiana sull’orlo del baratro.
Le nostre prossime iniziative segneranno un momento importante per il radicamento ed il rafforzamento di questo progetto. Cominceremo il 26 gennaio, con un incontro in cui cercheremo di portare fin dentro il Parlamento italiano una nuova concezione della previdenza, incentrata sul capovolgimento del paradigma che ha visto e vede i giovani farsi carico dei privilegi goduti dai loro padri:
https://www.nuovaavvocaturademocratica.org/calendario-eventi/fine-della-mutualita-obbligatoria-possibile/
A partire dal giorno dopo, rientrati nei nostri Fori di appartenenza, daremo vita ad un’iniziativa di digiuno e sensibilizzazione della cittadinanza, che mostri alla società italiana quanto la “casta” forense non sia più un’espressione che descrive le decine di migliaia di colleghi che soffrono una gravissima crisi, ma al massimo identifichi il regime dell’istituzionalizzazione forense, le indennità di funzione dei suoi esponenti apicali, i privilegi accumulati da chi fa parte del “sistema”.
Siamo consapevoli che ci vorranno ancora molti anni per portare la nostra battaglia tra la gente. Sappiamo che i colleghi non hanno la voglia, e spesso non hanno la forza, di battersi per la propria libertà e per la nascita dell’avvocatura in Italia, ma abbiamo il dovere di continuare. Non abbiamo alternative.