Abbiamo dunque assodato che “i buoni” sono quelli che si fanno i @@@@@ loro. E’ così. Ti è concesso essere povero, ti è concesso essere in difficoltà, ti è concesso e consigliato di brigare ed arricchirti sulle spalle dei tuoi colleghi, ma quello che proprio non ti può essere perdonato è il desiderio di impegnarti per la tua professione. Questo no, non ti è concesso. Se lo fai è perché vivi di rendita, non hai problemi, hai un sacco di tempo libero, ambisci alle poltrone istituzionali. E’ quella strana analisi per cui chi ci sta seduto, su quelle poltrone, e ruba i soldi degli altri, è un Santo, un Apostolo, un bel direttore, mentre chi denuncia è un arrivista, un assetato di sangue e denari, un perdigiorno mosso da ignobili ed “indecorose” pulsioni.

Abbiamo fatto l’associazione ed il sito internet. Combattiamo molte battaglie, leggiamo e studiamo, denunciamo e scriviamo, facciamo volantini, cerchiamo di sensibilizzare i colleghi, ci mettiamo in gioco, con la disobbedienza civile, rischiando persino la professione. Ah già, ma dimenticavo che noi viviamo di rendita, che vuoi che sia rinunciare alla professione per difendere un ideale di avvocatura giusta e rispettosa delle regole.

Noi siamo quelli rompono l’armonia, che vanno a cercare il pelo nell’uovo. Dovremmo studiare rima e metrica, partecipare impettiti ai convegni indetti dai nostri Consiglieri dell’Ordine, frequentati esclusivamente grazie al mercimonio di crediti formativi, votare disciplinati e dare un contributo alla causa, senza sbraitare. In fondo il potere ce l’hanno loro e per avercelo saranno sicuramente uomini buoni, profondi, mossi da un sentire salvifico e fecondo.

E poi… basta scrivere, manifestare, impugnare! Basta! Prendiamo esempio da quegli avvocati veri, loro si, avidi frequentatori delle aule del Giudice di Pace, fucina di sapienza, opificio di diritto, massima espressione dell’anelito del giureconsulto contemporaneo all’irraggiungibile. Ricordarsi sempre che il vero avvocato è quello che consuma le suole tutti i giorni appresso a cause che non gli consentono nemmeno di mettere il piatto a tavola. Il vero avvocato è quello che non ha tempo… pfui… per la politica forense. Maledetti politici forensi!

Sudario.