Ero al cesso e riflettevo sulla giuria popolare. Mentre completavo il sacro rituale delle deiezioni mattutine, immagini roboanti e prepotenti lottavano per impossessarsi dei lobi frontali della mia corteccia encefalica. “Cicuta…”, “Barabba…”, “Cacao meravigliao…” ed in sottofondo, sempre più distante… il tractatus. “Di tutto ciò di cui non si può parlare si deve tacere”.
Galileo frattanto mi guarda e allarga le braccia, con aria sconsolata. Sembra dirmi: “Tatò.. e che sfaccimma t’aggia dicere… o frat suoi.. amm fallut… aggio falluto pur io”.
Nel mentre mi accingo ad abbracciarlo, per consolare quel grande scienziato, una nube di affermazioni apodittiche si avvicina da lontano, un vento di cazzate comincia a travolgerci, ed in un attimo ci ritroviamo nel turbine, impossibilitati ad udire le nostre voci, con la ragione resa muta, cieca e impotente.
E’ stato allora che mi sono risvegliato di soprassalto, Giulia dormiva beata, ero salvo.
Penitenziagite. Downshifting is the way.