COMUNICATO. TEMPO DI BILANCI
Il direttivo della nostra associazione, riunitosi in data 9 marzo 2017, ha deciso di programmare la fine del presidio permanente posto dinanzi al Palazzo di Giustizia di Napoli, nato il 27 gennaio 2017 e tenuto ininterrottamente dai soci di Nuova Avvocatura Democratica.
L’obiettivo del presidio era la sensibilizzazione dell’avvocatura e della società sui temi oggetto di questa nostra specifica battaglia, ovvero la previdenza iniqua, la grave crisi economica dell’avvocatura, italiana e napoletana, la distanza inaccettabile tra i privilegi e le prebende che le istituzioni forensi italiane si attribuiscono e le privazioni che vivono gli avvocati più giovani e più deboli.
Dopo un’ampia opera di sensibilizzazione, che ha visto presso il nostro presidio la presenza di televisioni, stampa, consiglieri regionali, parlamentari, Nuova Avvocatura Democratica ha aperto una nuova fase della sua azione, chiedendo a tutti gli iscritti del Foro di Napoli di pronunciarsi su uno dei punti più controversi dell’assetto normativo riguardante l’avvocatura italiana: i cosiddetti “minimi” contributivi slegati dal reddito.
Giovedì scorso abbiamo cominciato la raccolta delle firme necessarie all’indizione dell’assemblea straordinaria e in una settimana, pur agendo sostanzialmente da soli, siamo riusciti a raccoglierne circa mille. Un numero di adesioni che fa riflettere e ci permette di dire che la categoria, nel Foro di Napoli, condivide i problemi che abbiamo contribuito a mettere sotto i riflettori.
Per queste ragioni, ovvero per consentire al Foro di Napoli di poter divenire protagonista delle proprie scelte, ma anche per concentrarci su una nuova fase della nostra azione, da svolgersi in chiave ed in contesti nazionali, Nuova Avvocatura Democratica ha ritenuto di considerare il completamento della raccolta delle firme necessarie a far esprimere il Foro di Napoli come momento conclusivo dell’esperienza del presidio h 24. Lasceremo la parola ai nostri colleghi, cercheremo di fare in modo che siano loro, e non noi, i protagonisti di questa nuova fase.
Dovrei scrivere un mare di cose per esprimere tutto quello che il presidio napoletano ha rappresentato e rappresenta per chi lo ha vissuto ed animato. Ci sarà tempo e modo di farlo, raccogliendo il lascito di questa esperienza e cercando di analizzarla a fondo. Ora ciò che è più importante per la nostra associazione è che le firme necessarie a far esprimere il Foro di Napoli sui minimi contributivi slegati dal reddito vengano raccolte al più presto e che l’assemblea che abbiamo richiesto possa vedere una massiccia partecipazione dell’avvocatura libera di base, in modo da lanciare, da Napoli, un chiaro messaggio alle istituzioni forensi.
Già, le istituzioni forensi, assenti ingiustificate in questa vicenda, distanti anni luce dagli sforzi e dalla passione politica mostrata da decine e decine di avvocati napoletani e non solo napoletani, che si sono avvicendati al presidio per oltre 40 giorni e notti. Non avevamo dubbi che da parte delle istituzioni forensi non ci sarebbe stata l’umanità, la dignità, la moralità sufficiente a confrontarsi con ciò che a Napoli ha segnato un fatto storico per l’avvocatura italiana. Sapevamo che perché ciò avvenisse sarebbero servite altre donne ed altri uomini, che attualmente mancano alle rappresentanze dell’avvocatura italiana. Sappiamo che questa nostra iniziativa è solo uno dei passi necessari a far si che cambino le cose, ma siamo certi che sia stato un passo fondamentale perché le cose cambino. Noi andremo avanti, intensificando la nostra azione.
Del resto… non abbiamo alternative.
Il segretario nazionale
Avv. Salvatore Lucignano