Cap. 1 Introduzione allo studio della criminologia
1. Premesse | La criminalità non è altro che uno dei tanti modi di agire e di comportarsi nella società. E’, dunque, fondamentale studiare le dinamiche psicologiche e delle interrelazioni fra individui che sono alla base del comportamento umano. |
2. Le scienze criminali | Scienze Criminali: studiano i fenomeni delittuosi.
Diritto penale: che studia, analizza e approfondisce il complesso delle norme giuridiche le quali divengono in forza di legge, regole di condotta, è in stretta relazione con la criminologia. Il delitto, che è il campo di interesse della criminologia viene definito dal diritto penale. Altre discipline: che si occupano di fatti delittuosi sono: la storia, la filosofia e la sociologia del diritto. Le Scienze Criminali comprendono anche:
La criminalistica, non va confusa con le scienze criminali e con la criminologia. Essa si occupa delle molteplici tecnologie che vengono utilizzate per l’investigazione criminale |
3. Precisazioni semantiche | Per ciò che attiene ai fatti delittuosi bisogna precisare che:
La criminologia si occupa anche della reazione sociale al delitto. Per quanto attiene all’uso giuridico dei termini:
Vi sono differenze di termini a seconda delle lingue e paesi di origine. Ad esempio assasinat termine giuridicoche da noi non esiste, in Francia indica l’omicidio premeditato. Per quanto riguard i termini relativi all’attore del crimine:
Il criminologo deve tendere, per quanto possibile; a spogliare le parole delinquente, criminale etc. da implicazioni emotive e da giudizi etici. Si effettuano differenziazioni a seconda della gerarchia dei valori violati (criminale è lo stupratore e non chi ha commesso un illecito finanziario). In criminologia non si deve generalizzare è inoltre opportuno utilizzare espressioni possibilistiche. |
4. Oggetto e specificità della criminologia | La criminologia si differenzia dalle altre scienze criminali per:
Una scienza dell’uomo: studia il comportamento umano. |
5. La criminologia quale scienza | La criminologia è una scienza. Per parlare di scienza bisogna che vi siano determinate caratteristiche:
La criminologia è ritenuta da molti una scienza empirica. Però vi sono delle eccezioni. Il carattere avalutativo e neutrale è stato fortemente ridimensionato. E’ una scienza descrittiva e ha il carattere di scienza eziologia nel senso che ricerca le cause dei fenomeni da lei osservati. Bobbio ha distinto:
La criminologia è anche una scienza applicativa. |
6. Relatività del significato avalutativo e neutrale della criminologia. | Popper definisce scientifiche le teorie che sono falsificabili. Non vi è una verità assoluta, ma piuttosto un succedersi di verità. La criminologia non può essere solo scienza empirica, ma è anche scienza etico-normativa. |
7.Verità e teorie criminologiche | Bisogna sottolineare il carattere relativo delle verità enunciate dalla criminologia.
Vi sono teorie unicausali e teorie multicausali. La bontà di una teoria si misura nella sua utilità. |
8. Il concetto di causa in criminologia | Abitualmente si designa come causa di un fatto un antecedente necessario e sufficiente al suo accadimento. Ciò che si indica come causa deve costituire una condizione sufficiente, si deve, cioè, individuare tra gli infiniti antecedenti necessari quello che ha provocato l’effetto: cioè la causa. Si cercherà la causa efficiente. La causalità pragmatica implica il fatto di poter concentrare il proprio interesse su un aspetto in particolare per poterlo modificare. La causalità lineare implica il derivare un effetto direttamente dalla causa, ma oggi, questo genere di causalità è stata superata e soppiantata da una causalità circolare (teoria dei sistemi che considera il tutto, più della somma delle sue parti e considera l’interazione e l’influenza degli altri) . feedback.
Il CRIMINOLOGO dovrà astenersi dal formulare giudici, poiché questo compete solo al giudice. |
9. Il campo delle indagini criminologiche | Il delitto è un fatto sociale e non naturale. I criteri di pericolosità, crimini dei diritti umani, delitti politici o terrorismo e gravità no possono essere parametri atti a definire la competenza della criminologia. Il parametro per delimitare i confini del campo degli interessi della criminologia può essere solo quello della legge. La definizione di un fatto quale reato, può essere stabilito solo dalla legge.
La prospettiva giusnaturalistica prevede l’esistenza di leggi immutabili La prospettiva antropologica prevede, al contrario, che le leggi mutano in continuazione. Non esiste il diritto naturale, perché altrimenti, sarebbe patrimonio ereditario presente nel nostro DNA. Il delitto è fatto sociale, e non fatto naturale. L’idea del delitto naturale è inaccettabile. Anche la gravità non è un elemento valido per stabilire il campo di indagine della criminologia. Anche i delitti politici dovrebbero essere esclusi dall’ambito della criminologia. Il parametro per ldelimitare i confini del campo degli interessi della criminologia può essere solo quello della legge. Ciò nonostante la criminologia non si trova in un a posizione passiva e subordinata nei confronti della legge. |
10. Il delitto quale convenzione sociale: sua relatività storica | Il concetto di delitto è relativo, poiché la norma penale dipende dai valori e interessi prevalenti in una determinata società. In larghi lassi di tempo sono stati puniti reati che poi, in seguito, non sono più stati ritenuti tali(stregoneria etc…). Nella stessa epoca, poi, in Paesi diversi, vi sono concezioni difformi circa alcuni reati. Le leggi penali sono da intendersi come uno dei numerosi sistemi di controllo sociale. Anche la definizione di reato è mutevole, cioè non è assoluta.
Ogni condotta dell’uomo è suggerita, prevista e regolamentata da una miriade di norme. La legge penale esercita un controllo. C’è inoltre, un controllo esercitato in modo informale dai gruppi sociali (derisione, emarginazione etc…). |
11. Strumenti di controllo sociale | Nessun sistema sociale può sussistere senza regole. Fondamentali sono le Agenzie di riduzione dell’ansietà (comunità, aggregazioni spontanee,partiti, organizzazioni sportive etc…). Il loro venir meno si riflette in un aumento di ansia sociale. Tra i sistemi di controllo sociale vanno distinti:
I sistemi di controllo formali e informali sono efficienti quando vi è stabilità sociale, quando il sistema culturale è completamente accettato e condiviso. |
12. Connessioni tra cultura letti e poteri | Cultura: insieme di contenuti di valori, delle ideologie, delle conoscenze, dei costumi, della morale e delle credenze caratteristici di ogni società. La definizione del bene e del male si realizza nel contesto della società, in una data società esiste un insieme complesso e articolatissimo di valori, taluni dei quali si concretizzano in leggi. Uno dei fini delle leggi è quindi quello di assicurare la continua coerenza e funzionalità fra la struttura della società e il tipo della cultura. In ogni società coesistono conflitti e coesioni. Si può parlare di:
– Struttura: tipo di sistema economico di una società. – Sovrastruttura: insieme di valori di una società. La piena corrispondenza culturale tra valori culturali di generale accettazione e valori culturali dei gruppi più potenti, si ha solo nei periodi storici caratterizzati da stabilità sociale. In società come la nostra, dove vi sono gruppi diversi e in contrasto questo non accade. |
13. Metodi e fonti delle conoscenze empiriche | La criminologia è una scienza empirica (cioè fondata sull’osservazione della realtà), anche se ha anche componenti di scienza speculativa. Non vi è un esclusivo metodo di ricerca per studiare i fenomeni delittuosi. Ci si avvale di:
Questi tipi di indagine vengono svolgi con:
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14. Il “numero oscuro” | Il numero dei delitti che vengono consumati è in genere superiore a quello che emerge alla superficie. A ciò fanno riferimento gli studi sul numero oscuro. L’indice di occultamento varia a seconda dei reati:
– Reati noti: omicidi volontari, rapine; – Reati non noti: truffe. A numero oscuro, si aggiunge anche quello della mancata identificazione dell’autore del crimine. La causa dell’elevato indice del numero oscuro è riscontrarsi:
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15. Statistiche di massa | Le statistiche di massa vengono utilizzate per fornire indicazioni circa l’entità della criminalità e la diffusione geografica. Di particolare interesse sono le correlazioni statistiche che possono essere positive (aumento immigrazione+aumento criminalità), negative e indifferenti. Si deve affermare che il fatto che due fenomeni si modifichino con andamento parallelo, non sempre indica che l’uno sia causato dall’altro. Vi sono, inoltre, numerosi fattori di errore (es. variabili non considerate o nascoste). |
16. Inchieste su gruppi campione | Le indagini campionarie sono quelle che consentono di ricercare talune caratteristiche su di un gruppo ristretto di persone, scelte però in modo tale da rappresentare la totalità della popolazione. Es. verifica utilità di un trattamento di risocializzazione. |
17. Le osservazioni individuali | Con questo metodo si studiano i singoli criminali o piccoli gruppi. L’indagine può essere rivolta a fattori ereditari, psicologici, psicosociali etc. Talune indagini possono assumere la forma di storie di vita. |
18. Questionari e interviste |
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19. Indagini predittive | La valutazione della pericolosità è questione che si presenta in qualsiasi momento dell’iter penale. Tra i metodi utilizzati:
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Cap. 2 Lo sviluppo storico del pensiero criminologico
20. Ideologia e criminologia | La criminologia nasce come scienza solo a partire dal XIX° sec. Quando per la prima volta viene affrontato in modo empirico e sistematico lo studio degli eventi delittuosi.
Triplice prospettiva: – Esplicativa: perché si delinque – Finalistica: a qual fine punire? – Operativa: come punire? La norma rappresenta il normale parametro regolatore della condotta degli uomini. Prima del XVIII° sec. In ogni delitto era implicito anche un contenuto di infrazione morale e nel passato più remoto i due concetti coincidevano. Poiché la morale etica coincideva con quella religiosa, il delitto era identificato con il peccato. Solo col XVIII° sec alla morale religiosa fu affiancata quella laica.
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21.L’illuminismo e l’ideologia penale liberale | Il pensiero penalistico moderno nasce con l’Illuminismo. L’esercizio della giustizia era arbitrario. E vari aspetti quali, l’impossibilità di difendersi, i privilegi di casta etc. erano aspetti di un dispotismo arbitrario che si ancorava a una ideologia assolutistica che mirava a mantenere inalterati i privilegi delle classi potenti, contro la volontà di mutamento delle altre classi in ascesa. Il delinquente era percepito alla stregua di un malvagio attentatore dell’autorità del sovrano. A questa situazione reagì il nuovo indirizzo di pensiero dell’illuminismo che voleva liberare l’uomo dal mito e dall’ignoranza proponendo tramite lo strumento della ragione, valori quali: libertà e uguaglianza. Il principio di uguaglianza degli uomini di fronte alla legge, risale a Voltaire e Montesquieu. Durante questo periodo, si affermò la borghesia che si sostituì alla nobiltà e al clero. La necessità di una nuova struttura giuridico- normativa trovò in Cesare Beccarla un valido sostenitore e la sua opera “Dei delitti e delle pene” pubblicata anonima nel 1764 per paura della censura, rappresentò il più valido contributo all’esposizione della nuova concezione liberale del diritto penale:
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22. La scuola Classica | Le esigenze di un vero adeguamento del diritto penale ai principi liberali dell’illuminismo avvennero dopo la rivoluzione francese con una prima attuazione del codice napoleonico (1804). In Italia i nuovi principi si articolarono nel XIX sec con la scuola Classica del diritto penale (Carmignani, Rossi, Carrara). Tale scuola muoveva dal postulato del libero arbitrio e poneva a fondamento del diritto penale la responsabilità morale del soggetto. Questa scuola si incentrava su tre fondamentali principi:
1) La volontà colpevole: poiché il colpevole viene percepito come persona libera di scegliere 2) L’imputabilita: capacità di intendere e di volere 3) Retribuzione della pena: che doveva essere: affittiva, proporzionata, determinata e inderogabile. La pena era priva di finalità risocializzative. Il marxismo, considero la scuola Classica la tipica espressione del capitalismo ottocentesco. Alla scuola Classica va comunque il merito, di aver posto le basi di un sistema normativo che difenda il cittadino e le libertà personali, basti pensare ai suoi principi di: legalità, non punibilità per analogia, principio garantistico, principio di certezza del diritto. |
23. Le classi pericolose | Crimine associato alla povertà. Si affermò il concetto di classi pericolose: attribuendo agli abitanti delle zone più misere, un’innata mancanza di senso morale. Alla povertà era associata una valenza negativa, talché i self made man” erano, invece, stimati. Dovette passare quasi un secolo per raggiungere la convinzione che i reati quali furti, rapine etc. erano sì prevalenti nelle classi povere, ma perché i reati dei “colletti bianchi” come le frodi, illeciti finanziari etc. sono a lungo rimasti impuniti. Fu infatti Sutherland che nel 1934 identificò i “delitti dei colletti bianchi” per indicare che anche gli imprenditori compivano reati, ma che questi non venivano perseguiti e dunque non figuravano nelle statistiche. A fianco di tale colpevolizzazione delle classi povere, sorse un filone ideologico cristiano e filantropico, che aveva fini assistenziali-umanitari (esercito della salvezza etc.). Con la probation , con la quale si mirava a redimere il reo con alternative al carcere, si cercò di percepire il reo non come delinquente ma come persona bisognosa di aiuto.
All’indirizzo incentrato sul concetto di classi pericolose va il merito, comunque, di aver dato l’avvio alle ricerche sul campo e di aver sottolineato la connessione tra depressione socio-ambientale e condotta criminale. |
24. Primi studi statistici e sociologici | Nel XIX° sec la concezione della scuola Classica quale astratta entità di diritto, fu superata con l’utilizzo dei primi studi statistici impiegati per l’approccio scientifico ai fatti criminosi. Prescindendo dalla questione delle classi pericolose, questi studi chiamarono in causa l’ambiente sociale in cui l’individuo agisce, mentre in precedenza il reato era percepito quale azione mavagia di un individuo astratto dal suo contesto.
A.j. Quételet e A.M. Guerry utlizzarono per primi i dati statistici. Fu per la prima volta studiata l’incidenza dei reati in relazione all’età, il sesso, la razza etc. Tutto ciò aprì la strada alla Comprensione del delitto quale fatto sociale. Con tali studi, si apriva la strada ad un certo grado di prevedibilità e ad una percezione del crimine di tipo deterministico. Durkeim: fatto sociale Tarde: si occupò di “archeologia criminale sottolineando l’aumento del crimine nel corso del XIX° sec. L’aumento dei delitti era, secondo Tarde, da imputare all’inizio di una nuova prosperità con la conseguente instabilità sociale e con la generale tendenza degli individui a migliorare il proprio status. La maggior delinquenza era il prezzo da pagare al maggior benessere. Imitazione |
25. Determinismo sociale | Con gli studi statistici si giunse alla conclusione che il crimine non dipendeva solo dalla volontà del singolo, ma che su di lui agivano anche fattori legati alla società. Nasce così la visione deterministica della condotta criminosa, col mutamento dalla concezione liberale del delitto verso una percezione positivistica (XIX° sec). Con tale visione vi era la convinzione che era all’interno della società che dovevno ritrovarsi i fattori determinanti il crimine , dunque, si negava la responsabilità morale dell’individuo. Tale determinismo sociale si contrappose al determinismo biologico di Lombroso. |
26. Cesare Lombroso la criminologia dell’individuo e il determinismo biologico | Cesare Lombroso Diede il via all’indirizzo individualistico della criminologia, secondo il quale lo studio doveva polarizzarsi sulla personalità del delinquente. Pensava fosse importante studiare le componenti morbose del delinquente. I suoi studi comportarono il superamento delle precedenti visioni esclusivamente legali, morali o sociali del diritto, allora dominanti. Applicò per primo i metodi di ricerca biologica per lo studio del singolo autore del reato e diede il via ad un indirizzo organico e sistemtico nello studio della delinquenza (Scuola di antropologia criminale), cosicché la criminologia come scienza si impose. Tra le principali teorie:
Lombroso riconobbe anche l’esistenza dei delinquenti occasionali. Carattere saliente del pensiero di Lombroso è il determinismo biologico. Il delitto per lui rappresentava un eveno legato a qualcosa di patologico o di ancestrale (visione manichea e deresponsabilizzante del crimine). Il reato è visto come una malattia che va curata, questo approccio è deresponsabilizzante nei confronti della società. Lombroso ha ispirato i più recenti studi di “criminologia clinica”. |
27. La scuola Positiva | Ferri, Garofano e Lombroso divulgarono i principi di quella che prese il nome di Scuola Positiva (che si contrapponeva alla Scuola Classica). I principali postulati della Scuola Positiva erano:
In questo approccio veniva considerata più la personalità del criminale che il reato commesso. Fondamentale era considerata la pericolosità sociale del criminale. Le misure di difesa dovevano perdurare fino alla cessata pericolosità dell’individuo. La giustizia doveva proteggere la società, i cittadini seguendo due indirizzi: 1. Sistema del doppio binario: a fianco delle pene tradizionali commisurate alla gravità del reato, venivano affiancate misure di sicurezza per i delinquenti ritenuti pericolosi (malati di mente etc…) 2. Pena indeterminata: la cui durata effettiva non era preventivamente stabilita dal giudice, ma dipendeva dalle possibilità di successo del reinserimento sociale. Il contributo positivo di questa Scuola risiede nell’aver promosso l’introduzione nel diritto penale della valutazione delle caratteristiche della persona (individualizzazione della sanzione e del trattamento individualizzato del delinquente. |
28. Primi indirizzi marxisti in criminologia | Marx ed Engels si erano occupati di della criminalità, affermando che il delitto era una conseguenza della Società Capitalistica. I delinquenti venivano percepiti come facenti parte, non il proletariato, ma il sottoproletariato che non aveva acquistato coscienza di classe).
Bonger: coniugo il marxismo con il pensiero positivo sostenendo che un sistema concorrenziale era strutturalmente contrario allo sviluppo di un’etica sociale e di legami di solidarietà reciproca. Tutti i tipi di reato riflettevano i rapporti tra classi. Per quel che concerne i contenuti positivistici Bonger riconosceva l’esistenza di differenze innate tra gli individui, ma a suo avviso era solo nell’ambiente sociale che dovevano essere ricercati i fattori atti a provocare io passaggio dalla potenziale aggressività al comportamento criminoso. Polemica Ferri (importanti fattori individuali) Turati (importanti fattori ambientali). |
29. Integrazione fra approccio sociologico e antropologico | Filone sociologico: ricercare le cause nella società
Filone Antropologico: individuo. Il reciproco collegamento e integrazione dei due filoni consente una migliore comprensione dei fatti legati alla criminalità. |
30. Teoria delle aree criminali o teoria ecologica | Nella prima metà del XX° sec si sviluppo negli USA la sociologia criminale.
Shaw compì uno studio della criminalità nelle aree criminali. Studio proseguito in seguito dalla Scuola di Chicago. Teoria Ecologica dà conto del fatto che esistono delle aree criminali, ossia zone delle città dove risiede la maggior parte della criminalità comune. Per tale teoria l’ambiente di vita p il fattore più importante. E’ una teoria a medio raggio. |
31. Teorie della disorganizzazione sociale | Tali teorie sottolineano l’importanza del mutamento e instabilità delle moderne società. L’aumento della criminalità è stato dunque imputato, da questo orientamento, al mutamento e alla conseguente instabilità. Si tratta di “disorganizzazione sociale” in quanto perdono di efficacia gli abituali strumenti di controllo sociale (in particolare quello di gruppo e familiare).
Sutherland ha parlato di disorganizzazione sociale, riferendosi però alle contraddizioni normative. Johnson: 1960 –ha studiato il conflitto di norme affermando che avviene quando: – la socializzazione è difettosa o mancante – le sanzioni sono deboli – Inefficienza o corruzione dell’apparato giudiziario |
32. Teoria dei conflitti culturali | Sellin 1938 – La Teoria dei conflitti culturali dà conto del fatto che in un medesimo individuo si contrappongano diversi sistemi culturali e questa sarebbe una delle principali cause del venir meno degli abituali parametri regolatori della condotta sociale. Sellin elaborò tale teoria analizzando l’imponente flusso immigratorio verificatosi negli USA nei primi decenni del 1900. L’A. esaminò che questi immigrati non diedero un grande contributo alla criminalità, mentre quelli di 2° generazione (i figli) contribuirono in maniera massiccia alla delinquenza poiché avevano perso i valori di origine dei padri e non avevano assimilato i valori del paese ospitante. Sellin distingue tra:
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33. Struttural-funzionalismo e teoria della devianza | Lo struttural-funzionalismo (USA anni ’30), studiò la Devianza. I principali esponenti furono Parsone, Merton, Jhonson. Secondo l’orientamento in questione, il comportamento sociale può andare dalla conformità alla devianza.
Conformità è lo stile di vita orientato e coerente con l’insieme delle norme. L’essere conformi è il frutto di una socializzazione ben riuscita, fondamentali sono i meccanismi psicologici più complessi dell’identificazione e interiorizzazione. Il rafforzamento e il mantenimento della conformità è favorito dai sistemi di controllo sociale. All’interno del comportamento conforme si possono distinguere:
La devianza comprende le condotte che violano le norme penali, sia le regole sociali generalmente accettate che conservino ancora credibilità e che vengano ritenute importanti dalla società. Sia ha devianza solo quando la violazione è frutto di una precisa scelta. La devianza presuppone nell’attore un atteggiamento di ambivalenza: da un lato riconosce la norma come imperativa, dall’altro non ne accetta l’autorità normativa. |
34. L’anomia come causa di devianza | Si ha anomia quando vengono a mancare le norme che si pongano come riferimento per gli individui. Durkheim (frattura delle regole sociali, carenza di norme, di limiti). Per Durkheim le cause dell’anomia erano da ricercarsi nell’iperstimolazione delle aspirazioni che la società industriale ha indotto negli individui i quali non sono mai soddisfatti e vogliono sempre di più.
Merton: si ha anomia quando la società propone delle mete ma non i mezzi per raggiungerle. mete culturali/mezzi:
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35. Teoria delle associazioni differenziali | SUTHERLAND con la Teoria delle associazioni differenziali afferma che il comportamento delinquenziale è appreso, non dalla semplice imitazione, ma mediante l’associazione interpersonale con altri individui delinquenti. IL termine associazione differenziale dà conto della semplice partecipazione a certi gruppi sociali “differenti”. S:Voleva formulare una teoria valida universalmente. Per S: non esisterebbe una criminalità innata. Non tutti i gruppi hanno la medesima capacità di influenzare la condotta degli individui, dunque sono quelli frequentati con
Tarde parlò di imitazione sociale. |
36. La criminalità dei colletti bianchi | SUTHERLAND – La criminalità dei colletti bianchi riguarda quei reati compiuti dai dirigenti delle imprese, industriali, finanziarie, commerciali e dai professionisti. I reati riguardano: frodi nei bilanci, evasioni fiscali, bancarotta fraudolenta. Questi studi aprirono la strada alle indagini sul numero oscuro. Principali caratteristiche:
– ha luogo dove si producono beni e servizi – Indice di occultamento molto elevato – gli autori godono di alto tasso di impunità – è minore l’atteggiamento di censura da parte della società (disonesto invece di delinquente). |
37. Gli sviluppi dell’indirizzo individualistico e la criminologia clinica | La fine della IIa Guerra Mondiale ha comportato la nascita dei due grandi blocchi USA URSS. Anche l’ambito della sociologia risentì di questo clima dando vita ai due filoni:
L’indirizzo individualistico, non subì l’influsso di una particolare corrente politica, ma fu soprattutto incentrato su una nuova politica penale di risocializzazione. Criminologia di passaggio all’atto: perché certi individui a parità di condizione e ambiente passano ad agire in maniera criminosa e altri no. Criminologia clinica: Benigno di Tullio. Cultore di criminologia anche durante il fascismo. Tale disciplina venne concepita come volta allo studio non dei fenomeni generali ma del singolo delinquente a fini diagnostici, prognostici e terapeutici. Fu molto importante la stretta collaborazione tra diritto penale e criminologia. Alla CC spetta il ruolo di attuare la prevenzione speciale, attraverso la osservazione scientifica del reo. Il carcere serviva a punire, ma soprattutto a curare. |
38. la nuova Difesa sociale e la politica penale della risocializzazione | Nell’ambito del Welfare State la rieducazione socializzativa costituisce un nuovo diritto del cittadino e un nuovo impegno dello Stato. Ciò doveva essere messo in atto con gli strumenti della psicologia clinica.
F. Grammatica 1961 “Principi di difesa sociale”, proponeva di sostituire il diritto repressivo con un sistema punitivo di reazione contro l’antisocialità. “Nuova difesa Sociale” di Marc Ancel 1954. Si rifiuta il determinismo sociologico e antropologico e si rivaluta il libero arbitrio. |
39. Criminologia del consenso | Criminologia del consenso: Ricondurre i devianti alla conformità
Criminologia del conflitto: (indirizzo di sinistra). Questo filone fu denominato anche criminologia della reazione sociale. Giustificazionista.
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40. Le teorie multifattoriale dell’integrazione psico-ambientale | Teorie multifattoriali: considerano contestualmente individuo e ambiente (fanno parte della criminologia del consenso).
Teoria non-direzionale dei Glueck. Volta all’identificazione dei fattori familiari-situazioni più frequenti tra i giovani criminali. Furono posti a confronto due gruppi di giovani uno con precedenti penali e l’altro con condotta normale(stessa età, sesso, razza e provenienza sociale e geografica), per scoprire quale fattore incidesse affinché un gruppo fosse incline alla delinquenza e l’altro no. Emerse che fondamentale era il fattore relativo alle e diverse caratteristiche di personalità e dell’ambiente familiare di ogni soggetto. Le caratteristiche principali del gruppo dei delinquenti sono:
Tali valutazioni, hanno, però, valore solo statistico. Teoria dei contenitori di Reckless: mira a spiegare in generale il comportamento sociale identificando quei fattori che favoriscono il contenimento della condotta nell’ambito della legalità. Distingue tra:
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41. Criminologia del conflitto | Gli ispiratori teorici furono gli esponenti della Scuola di Francoforte. Ideologie di sinistra influenzate dalla teoria critica della società. Contestazione del ’68.
– Teorie delle sottoculture giovanili. |
42. Teorie della sottocultura giovanile | Al concetto di cultura (noto quello di Taylor “complesso insieme che include conoscenze, fede, arte, morale e altre capacità acquisite dall’uomo in quanto membro della società), si associa quello di gruppo e questo ultimo si associa a quello di cultura di gruppo. L’appartenenza al gruppo è fatto dinamico.
In caso di gruppo con una propria cultura fortemente differenziata rispetto a quella dominante, si parlerà di sottogruppo caratterizzato da una sua propria sottocultura (es. sottocultura degli zingari). Vi è una sottocultura delinquenziale.
Le Bande giovanili originano dal bisogno di aggregazione tra soggetti socialmente sfavoriti e possono assumere tre forme: 1. Bande criminali: dediti ad attività illecite quali il furto e la rapina 2. Bande conflittuali: dediti a violenza e vandalismo sistematico, mirano alla distruzione di simboli del successo. 3. Bande astensioniste: giovani che cercano di fuggire dalla società riparando nella droga e nell’alcol. Oggi suona sicuramente anacronistica la distinzione netta fra due classi. Ci sono maggiori opportunità per tutti. L’approccio di queste teorie è rigidamente deterministico. |
43. Teoria dell’etichettamento | La Teoria dell’etichettamento (nuovo indirizzo della criminologia del conflitto) Becker, Kitsuse, Lemert si basa sui seguenti punti:
Il deviante non è tale perché commette azioni illecite, ma perché la società etichetta come deviante chi commette quelle azioni. Tale teoria è anche della reazione sociale. La condotta deviante è ritenuta utile alla società , il deviante è un capro espiatorio. Consolidamento della devianza: colui definito come deviante si consolida in una carriera deviante.
Critiche alla teoria:
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44. Teoria della devianza secondo Matza | Anni ’70. Matza superò la teoria della sottocultura (Cohen) e dell’etichettamento. Criticò la teoria delle sottoculture criminali, poiché gli autori dei questa teoria intendono la sottocultura delinquenziale come il risultato di un processo di costruzione e mantenimento di valori antagonisti a quelli della classe media.
La devianza per Matza non è frutto dell’apprendimento di imperativi o di valori devianti, ma dell’acquisizione di particolari tecniche di auto-giustificazione. Tecniche di neutralizzazione: sono procedimenti psicologici di autogiustificazione:
Drift: motivazione all’agire deviante non rigidamente vincolante. |
45. Criminologia critica | ‘70-80 criminalità come fatto politico. La criminologia critica identificò la devianza con il dissenso.
Primo filone attorno al National Deviancy conference a Londra. Attorno alla rivista “La questione criminale” in Italya e Germania.
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46. Il nuovo realismo | Seconda metà ’80. Pur rimanendo su posizioni di sinistra si diede vita al Nuovo Realismo. Considera la criminalità come una realtà di fatto e non solo come contestazione. Si rivolge l’attenzione all’osservazione empirica (street crimes). Viene posto l’accento sul malcontento, la deprivazione relativa e la marginalizzazione delle classi meno favorite. |
47.Neo classicismo e abolizionismo | Abolizionismo: massima espressione della critica alla carcerazione, ritenuta inefficace quale strumento per combattere la criminalità.
Christie il più noto esponente di questo orientamento, propone in alternativa al carcere, risoluzioni in chiave privatistico-risarcitoria e un controllo disciplinare esercitato dalle comunità. Neoclassicismo: Pena come retribuzione. |
48. Approccio economico razionale | In seguito al declino dell’ideologia comunista i fattori legati all’economia si sono fatti strada pure nel pensiero criminologico. Secondo Becker, anche per l’agire criminale vi è una valutazione in termini di costi-benefici. (0 = P,F,U).
Costi del delitto:
Benefici: più difficile calcolarli. Per Bowls ammonta alla cifra che si potrebbe offrire al criminale per fagli commettere il reato. Un settore al quale sono stati brillantemente applicati questi principi è quello dei reati dei “colletti bianchi”. |
49. La criminologia in Russia | In Russia la totale assenza di pluralismo ha fatto sì che i contenuti della criminologia si uniformassero con l’ideologia ufficiale. Il dogmatismo ideologico è poi andato scemando con l’89. |
Cap. 3 Psicologia e criminalità.
50. La criminologia incentrata sull’individuo | Componenti della vulnerabilità individuale: fattori diversi da persona a persona.
La persona umana è un’entità unica e irripetibile, è dunque necessario per un corretto studio della criminologia considerare in modo congiunto i fattori ambientali e quelli dovuti alle variabili individuali. |
51. Personalità, temperamento, carattere | Comportamento: complesso coerente di atteggiamenti che ogni individuo assume in funzione dei suoi obiettivi e degli stimoli che provengono dall’ambiente.
L’attività psichica è costituita da: 3 aspetti:
Personalità: nei luoghi comuni: abilità o accortezza sociale. Impressioni che si suscitano negli altri, insieme qualità e caratteristiche di un soggetto, ASPETTI UNICI IRRIPETIBILI E Più RAPPRESENTATIVI DI UNA PERSONA. Tra individuo e società vi è un continuo processo di reciprocità. Al fine della criminologia: complesso delle caratteristiche di ciascun individuo quali si manifestano nelle modalità del suo vivere sociale.
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52. psicoanalisi | Concetto di inconscio e di visione dinamica.
Freud: Es: nucleo centrale. Inconscio. Composto da fattori ereditari IO: principio della realtà. Super IO: rappresentante interiore dei valori etici e norme sociali. Arbitro morale interno. La concezione psicoanalitica della realtà è essenzialmente dinamica. Quando l’IO viene sopraffatto da uno stimolo eccessivo che non riesce a dominare subentra Angoscia o ansia ( disagio e timore che sono l’espressione di una non realizzata soluzione delle conflittualità tra le istanze interiori e l’ambiente), per Freud 3 tipi:
Normalmente l’ IO è ingrado di risolvere i contrasti in modo armonico, quando non riesce entrano in gioco i Meccanismi di difesa dell’IO:
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53. psicoanalisi e criminalita’ | Si possono utilizzare le chiavi di lettura della psicoanalisi anche per l’identificazione di alcuni meccanismi della criminogenesi. Il più organico contributo psicoanalitico nell’ambito criminologico è quello di Alexander e Staub: la condotta criminosa è vista da questi autori come lo svincolo dal controllo del Super-Io seguendo lo schema:
L’adeguamento alla vita sociale è da vedersi in funzione dell’efficienza del Super-IO. Esso puo’ essere:
Secondo lo schema di Alaexander e Staub si possono distinguere due tipi di delinquenza:
Le recenti tendenze della psicoanalisi hanno rivalutato l’importanza e l’indipendenza dell’IO. Un cattivo rapporto con le figure di allevamento possono favorire la condotta criminale, si possono anche verificare sindromi da carenza affettiva. Si possono distinguere:
Il rischio della lettura in chiave psicodinamica, e’ quello di deresponsabilizzare l’attore, giustificando il suo operato poiché dovuto a forze da lui non governabili. Cazzullo: i delinquenti si possono distinguere per : carenza affettiva – carenza di identificazione in figure-modello valide – per identificazione in modelli anomali – fissazione della evoluzione affettiva a stadi immaturi – reazione a situazioni conflittuali. |
54. La prisoclogia analitica di Jung | Jung ha distinto oltre ad un inconscio individuale anche uno collettivo (che trascende la persona). Mentre Freud risale all’infanzia, Jung risale ai nostri antenati. L’individuo per Jung vive sia di scopi che di cause. Questo autore considera sia il passato che la proiezione vero il futuro. Gli individui rispondono ai conflitti in modo bipolare:
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55. Psicologia sociale: Adler Fromm | La Psicologia Sociale studia le relazioni interpersonali nel contesto sociale.
La psicologia Adleriana (Alfred Adler) considera l’individuo come mosso dalle prospettive e dai bisogni legati al suo essere inserito nella società. Per questo autore l’uomo è mosso dalla volontà di potenza un impulso che sostituisce ciò che per Froid è la libido e l’eros. L’uomo po’ essere vittima di un complesso di inferiorità o del opposto complesso di superiorità. Vi è chi può trovare alimento da queste dinamiche psicologiche per imporsi attraerso il crimine. Per Fromm importante è il senso di solitudine che l’individuo può provare se non è armoniosamente inserito nella società. L’UOMO HA QUINDI BISOGNO DI:
L’inappagamento o la frustrazione possono essere possibili spinte alla compensazione tramite la condotta delittuosa. |
56. Psico sociale: identità personae e teoria dei ruoli | identità personale: unicità, qualità della propria persona.
Ruolo: aspettative relative ad attitudini che nella società si formano nei confronti di ogni individuo. Erikson ha dedicato parte dei suoi studi alle disarmonie della identità personale. La formazione dell’identità si realizza tramite:
Tale iter ha il suo culmine durante l’adolescenza. In tale fase e anche successivamente un rapporto disarmonico con la famiglia o i vari gruppi può comportare una disturbata strutturazione dell’identità personale, poiché questa è influenzata dall’atteggiamento degli altri. Si ha il caso di profezia che si autoadempie quando l’attore realizza stabilmente con la condotta criminosa il giudizio negativo che ha subito da parte della famiglia o di altri (da te non posso aspettarmi nulla di buono). La società, può talvolta condurre ad un’immagine di sé svalorizzata identità negativa. Per Mailloux sono fondamentali le aspettative dei genitori o figure di allevamento. La formazione dell’identità sono influenzati dallo status (posizione nella società: es status di padre) (ciò che può attendersi dagli altri). Il ruolo è l’insieme di aspettative circa l’osservanza dei compiti spettanti a chi occupa un certo status (ciò che gli altri si attendono da lui). Una serie di status squalificanti facilitano l’assunzione di ruoli che favoriscono la scelta comportamentale delinquenziale. Goffman ha parlato delle istituzioni totali in relazione alla limitazione delle prospettive di queste strutture. |
57. Psico sociale: devianza emarginazione e marginalità | devianza: originariamente (struttural-funzionalismo) era considerato tale il comportamento anomalo sotto il profilo statistico che non si conformava alle regole. Poi è stato molto generalizzato. E’ fondamentale ricordare che:
marginalità è la condizione statica di alcuni individui che si trovano ai margini della società (invalidi, malati di AIDS, devianti e delinquenti). emarginazione è un processo dinamico messo in atto da singoli o gruppi per escludere alcuni soggetti. |
58. altri contributi della psicologia | La fenomenologia mira a comprendere l’uomo dall’interno.
Teoria del campo (K. Lewin) Concetto ripreso dalla fisica, di campo elettromagnetico che influenza tutto quello che è intorno. L’individuo secondo questa teoria, è costantemente influenzato dall’ambiente e non può essere studiato isolatamente da esso. Teoria dei Sistemi (Bateson) : analizza l’influenza degli altri nell’ambito di un rapporto interpersonale. Modello mutuato dalla cibernetica feedback ogni parte è contemporaneamente causa e effetto. Fondamentale è il contesto (concetto di sistema), nel quale si svolge l’interazione. Nell’ambito della criminologia, interessa il rapporto tra reo e vittima. Studi sulla comunicazione (Haley) sia la comunicazione non verbale che quella verbale possono essere distorte (uomo rifiutato che poi si arrabbia e aggredisce). Per ciò che attiene alla Psicologia della testimonianza si afferma che può accadere che vengano commessi errori da parte dei testimoni durante l’osservazione dei fatti. |
59. Comportamentismo | Comportamentismo fornisce una teoria della personalità legata alle metodologie empiriche delle scienze naturali. Si limita ad osservare come l’uomo reagisce agli stimoli provenienti dall’ambiente.
Watson: influenza dell’ambiente (stimolo – risposta), modificando l’ambiente può indirizzarsi il comportamento nel senso voluto. Skinner rinforzi sia positici che negativi che possono modificare il comportamento. In criminologia, sono stati studiati quei rinforzi e stimoli che provenendo dall’ambiente conducano ad un modo di agire criminoso. Dollard: teoria della frustrazione-aggressione. L’emergere di un comportamento aggressivo, presupporrebbe sempre l’esistenza di una frustrazione (stimolo) ed esso condurrebbe all’aggressione (risposta). L’impedimento al raggiungimento di un intento può essere una delle cause della condotta criminosa. |
60. Psicologia cognitiva | U. Neisser mente simile al computer. Il cognitivismo nasce in opposizione al comportamentismo, secondo questo orientamento la mente non è passiva, ma agisce elaborando secondo un preciso progetto comportamentale. Nell’ambito della criminologia: la condotta criminosa è vista come frutto di un progetto comportamentale. |
Cap. 4 Biologia e criminalità
61. Approccio naturalistico | Tale approccio può essere limitativo se si considera l’uomo come essere esclusivamente biologico. |
62. Teorie predisposizione: eredità e delitto | La predisposizione innata al delitto è da escludersi. Esistono invece delle relazioni fra la struttura biologica degli individui e certi aspetti della loro mente che possono favorire la criminalità: ereditarietà e predestinazione. L’aggressività ha una matrice genetica. Bisogna separare i fattori genetici da quelli ambientali: Es. gemelli omozigoti allevati in contesti familiari diversi ed esaminati a distanza di anni, hanno fatto rilevare alcuni tratti comportamentali e aspetti psichici simili.
Sono state anche studiate le famiglie di criminali ed è emerso che il maggior numero di criminali presenti all’interno di dette famiglie è dovuto, non tanto a fattori ereditari, quanto all’ambiente familiare depravato e al pessimo modello dei genitori. Rapporto tra costituzione e criminalità Benigno di Tullio (padre della criminologia italiana 1940) ha individuato tre fattori (più psicologici che somatici): 1. Delinquente occasionale ipoevoluto: scarso sviluppo dell’intelligenza e della critica. 2. Delinquente occasionale psico-nevrotico 3. Delinquente occasionale psicopatico disturbi della personalità. Sheldon ha individuato tre tipi: 1. Costituzione endomorfa: struttura morbida e rotondeggiante alla quale corrisponde socievolezza e bisogno di affetto. 2. Costituzione mesomorfa: struttura corporea forte e muscolosa alla quale corrisponde un comportamento aggressivo. Tipo riscontrato in maggior numero tra i detenuti. 3. Costituzione ectomorfa: struttura corporea longilinea caratterizzata da forte autocontrollo e timore della gente. |
63. Teorie predispozisione: geni e la mente | Negli anni ’60 si avanzarono ipotesi circa tendenze innate alla criminalità dovute ad anomalie nei cromosomi. Studiano il DNA (programma Genoma) si è riscontrato che tratti quali l’intelligenza, l’aggressività e la timidezza abbiano una componente ereditaria. Sta, inoltre, prendendo piede un nuovo determinismo biologico che ha trovato alimento con lo sviluppo delle neuroscienze. |
64. Teorie degli istinti: orientamento istintivistico e ambientalistico | Delinquenti si nasce o si diventa?
Secondo il vecchio orientamento istintivistico per istinto si intendeva la tendenza ad agire senza uno scopo (potenzialità innata). Lorenz ed altri etologi, hanno temperato questa visione assolutistica, affermando che gli istinti sono “schemi generali – schemi di azione” e anche l’importanza dell’ambiente (ochette di Lorenz).Per questo autore qualsiasi essere vivente e il suo ambiente naturale non sono concepibili separatamente e si influenzano. L’orientamento ambientalistico si contrappone a quello istintivistico e prevede l’ambiente quale principale fattore inducente le varie modalità di condotta. L’orientamento correlazionistico prevede l’interazione tra istinto e ambiente. Gottlieb propone due distinti tipi di comportamento: 1. Comportamento innato 2. comportamento acquisito: risultante integrata sia dei fattori genetici sia dei fattori ambientali. |
65. Teorie degli istinti: sociobiologia | Wilson Sociobiologia – la nuova sintesi. Studio sistematico delle basi biologiche di ogni forma di comportamento sociale. Ogni comportamento sarebbe frutto di una strategia biologica rivolta alla conservazione della specie, dunque egoismo o altruismo non avrebbero alcuna valenza etica o morale. In sociobiologia è fondamentale l’utilizzo della teoria dell’evoluzione quale paradigma valido per spiegare anche il comportamento umano. |
66. L’aggressività nella prospettiva biologica | E’ dimostrata l’esistenza di un rapporto dinamico tra rabbia e paura e tra ansia e aggressività (proto-emozioni). L’ambiente esercita un ruolo fondamentale.
L’aggressività in campo animale è solitamente rivolta a :
Bisogna distinguere tra aggressività interspecifica (molto rara) e aggressività intraspecifica. |
67. Aggressività e neurosceinze | Teoria Triunitaria (Mc Lean) fornisce informazioni sull’organizzazione evolutiva del cervello umano che sarebbe costituito da tre tipi di sistemi:
1. Struttura filogneticamente più antica: attività istintuale difesa del territorio, caccia etc 2. Controllo stati emozionali (rabbia, paura etc) 3. Sistema più recente: capacità intellettive Suddetta teoria, può fornire un modello atto a spiegare taluni comportamenti delittuosi come i reati d’impeto. Va inoltre segnalato un certo rapporto tra: difetti neurologici e propensione all’aggressività. La violenza compulsiva o esplosiva è talvolta connessa con specifiche patologie del cervello. Le difficoltà emotive e le deprivazioni affettive danno conto di una condotta più incline alla criminalità. Dunque, ecco spiegato il perché taluni individui prescindendo dalle condizioni ambientali, sono più inclini alla violenza. |
68. La criminalità violenta | AGGRESSIONE: COMPORTAMENTO LESIVO DI PERSONE.
AGGRESSIVITA’: disposizione o atteggiamento psichico favorevole all’aggressione.
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69. Aggressività umana e cultura | Nell’uomo l’aggressività è più rilevante che nell’animale e non ha meccanismi di contenimento come per gli animali. L’aggressività umana è stata definita da E. Fromm aggressività maligna o distruttiva. Egli ha distinto due specie di aggressività:
L’aggressività è divenuta un valore culturale. La società umana poggia fondamentalmente sulla violenza, che è lo strumento di regolazione di tutti i rapporti di potere. Per contenere la violenza si è fatto ricorsi a strumenti quali le leggi, le norme etc. però ciò ha creato una situazione di contraddittorietà (messaggi contrari alla violenza e cultura della violenza sono in contrasto) e ambivalenza (norme, leggi e religione lanciano messaggi che mirano a inibire l’aggressione, ma nello stesso tempo valorizzano l’aggressività nei confronti dei nemici e dei diversi). |
70. Struttura biologica e libertà | La condotta aggressiva non può essere spiegata solo in riferimento alle differenze del patrimonio genetico, ma devono essere considerate anche le esperienze, le sollecitazioni e il tipo di ambiente nel quale l’individuo ha vissuto. Importante è la plasticità del cervello che consente sempre di creare nuovi programmi in funzione delle informazioni assunte dall’ambiente. |
Cap. 5 – Tipologia e correlazioni
71. Delinquenza e delitti | Delinquenza: termine generico per indicare comportamenti per i quali sono previste dal codice sanzioni penali.
Reato: usato per singoli atti delittuosi, in senso strettamente giuridico. Delitto: per infrazione legge penale. La fenomenologia dei delitti indica come si manifestano, seguendo un approccio descrittivo. CRIMINODINAMICA “COME” CRIMINOGENESI “PERCHE’” |
72. L’età |
Maggiori cause: Caduta freni inibitori; Emarginazione I Recidivi persistenti, di solito hanno iniziato molto presto la loro condotta criminale. |
73. La delinquenza femminile | Negli ultimi anni è in modesto aumento. Questa criminalità riguarda i reati contro il patrimonio e meno reati contro la persona. Però il numero di reati non conosciuti (numero oscuro) potrebbe essere più elevato rispetto a quello maschile. Tra i reati più commessi:
Le cause della disparità quantitativa:
Per ciò che concerne le motivazioni psicologiche:
Spiegazione in chiave biologica:
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74. La delinquenza comune | Sono delinquenti comuni tutti coloro che sono stabilmente inseriti nella sottocultura criminale (delinquenza abituale e professionale). Vi rientrano:
Non fanno parte della delinquenza comune: Delinquenza occasionale che si differenzia dalla delinquenza comune, e riguarda le persone che non sono abitualmente dedite alla delinquenza. Non fanno parte della delinquenza occasionale i reati gravi. Vi possono essere delle circostanze favorevoli alla delinquenza occasionale:
Delitti per situazioni critiche:
Delinquenza colposa: quella che non riguarda un atto volontario, ma negligenza o imprudenza. |
75. La sottocultura delinquenziale | La sottocultura si riferisce al concetto di gruppo e al senso di appartenenza che esso comporta. Nella sottocultura delinquenziale non costituisce motivo di discredito l’inosservanza del codice penale. E presente un gergale proprie, regole etiche non scritte dalle quali scaturiscono valori, ritualità condivise dal gruppo e in contrasto con la morale vigente. L’apprendimento di tali regole avviene per rapporto diretto. |
76. I delitti di altre sottoculture |
Shaffer e Ferracuti (1987) studianto 1300 bande minorili di Chicago ne hanno distinte 4 tipi: 1. Banda diffusa: 2. Banda solidificata 3. Banda concenzionalizzata: tipo club atletico 4. Banda criminale Fra i vari tipi di bande vi sono:
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77. associazioni di tipo mafioso | Le associazioni di tipo mafioso sono chiamate criminalità organizzata.
Hanno una remota origine storica:
Caratteristiche della criminalità organizzata di tipo mafioso.
Il sistema criminale tende a costituire uno Stato nello Stato, fondamentale è il controllo del territorio. |
78. imprese criminali | Le imprese criminali si differenziano da quelle di tipo mafioso per:
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79. criminalità economica | Riguardano illeciti realizzati nello stesso contesto dove si producono beni e servizi (criminalità dei colletti bianchi).
L’indice di occultamento di questi reati è elevatissimo. La sanzione penale spaventa assai poco i colletti bianchi. Negli USA è stato sperimentato il sistema Middleground sanctions sanzioni a metà strada civili-penali detti anche Ibridi di Yale vengono applicate elevate sanzioni pecuniarie come se fossero una pena. |
80.delittuosità del potere politico | Due tipi di delitti del potere politico:
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81. il terrorismo | Il terrorismo ha assunto le attuali caratteristiche dopo la 2a guerra mondiale quando la lotta politica si è posta l’obiettivo di ingenerare terrore nella popolazione. Il terrorismo oltre a colpire gli appartenenti alla classe politica colpisce la popolazione. In Italia il C.P. distingue tra:
1. Reato politico vero e proprio: che offende un interesse politico dello stato o un diritto del cittadino. 2. Delitto comune determinato in tutto o in parte per motivi politici: il terrorismo rientra in questa categoria perché tira in ballo soprattutto la sicurezza della convivenza sociale. Ciò è in parte dettato dal fatto che la qualifica di reato politico implica una maggiore mitezza nelle pene e del divieto di estradizione. |
82. Delitti per lucro
1° |
Per quanto concerne una suddivisione in funzione del movente (motivazione a delinquere consapevole) vi sono i Delitti per lucro. Accade di volersi appropriare di beni per altri motivi:
Quando il reddito procapite cresce, aumentano anche le rapine e i furti. |
83. delittuosità aggressiva
2° |
Le pulsioni aggressive vengono normalmente regolate da norme, leggi e valori etici. Accade di sublimare tale pulsioni in attività socialmente accettate: carriera militare, caccia, sport competitivi etc. La delittuosità aggressiva è la motivazione a delinquere che è seconda solo a quella del lucro. Il delitto per motivazione psicologica direttamente aggressiva si realizza quando le pulsionalità violente prevalgono e si dirigono direttamente contro l’avversario. Vi è inoltre
Ad eccezione degli USA il numero di omicidi è inversamente proporzionale al benessere: si uccide di più nei paesi poveri. |
84. delitti sessuali | I più significativi tra i delitti sessuali sono sicuramente i delitti sessuali violenti, però sono da includere nella medesima categoria anche:
Non vi rientrano quelli relativi alla prostituzione. I delitti sessuali sono compresi tra i “delitti contro la persona”. Con la normativa del 1996 tutti i reati sessuali sono unificati e non più divisi come nel codice Rocco. La nuova legge, ha inoltre aumentato la pena per i reati sessuali, che però è diminuita per quelli di minor gravità. Sono previsti aggravi di pena in caso di minori, violenza sessuale di gruppo, induzione all’atto sessuale. Ne sono esclusi gli atti sessuali tra minori con più di 13 anni e con meno di 3 anni di differenza tra loro. |
85. la delittuosità della famiglia | Possono avere luogo per:
Oggi sono molto più denunciati. Gli omicidi tra le mura domestiche, sono per la maggior parte compiuti dagli uomini. Spesso le vittime della violenza familiare sono i bambini (Battered child syndrome). Per ciò che riguarda l’incesto, esiste un gran numero occulto di questi casi. Vi sono anche casi di infanticidio. |
86. correlazioni tra famiglia e delinquenza | Nella prospettiva dei valori etico-culturali, la famiglia rappresenta il principale canale di comunicazione normativo e opera come agenzia di controllo del comportamento. La perdita dell’autorevolezza della famiglia è tra le cause del proliferare della delinquenza giovanile. Ma anche l’educazione eccessivamente rigida può generare future difficoltà. La famiglia fornisce, inoltre, le prime regole di rapporto gerarchico.
La famiglia rappresenta il principale nucleo di appoggio e di gratificazione affettiva. In seno alla famiglia hanno luogo i primi processi di identificazione. Tali fattori sono tutti importanti, perché una delle cause della criminalità è da individuarsi nella disgregazione e inadeguatezza della famiglia. |
87. cariera scolastica e criminalità | Nei delinquenti abituali è facilmente riscontrabile carenze nel curriculum scolastico, soprattutto fra coloro che provengono da ambienti miseri. Spesso l’appartenere ad un ambiente di degrado socio-economico può causare anche l’arresto precoce degli studi scolastici. Altri fattori importanti sono: alcune caratteristiche individuali: svogliatezza etc. e il ruolo esercitato dal bambino: es escluso, marginalizzato, eterno ripetente etc. |
88. delinquenza Povera e ricca | Povertà e squalificazione sociale furono a lungo considerate le principali cause della condotta criminale. La correlazione tra povertà e criminalità è solo in parte vera, ma l’identificare la criminalità come conseguenza diretta di carenze economiche è assolutamente erroneo.
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89. criminalità e classi sociali | Negli anni ’70 la ricerca criminologica si è a lungo impegnata nello studio del rapporto tra criminalità e classe sociale allo scopo da un lato di individuare un eventuale nesso causale e per verificare quale classe sociale forniva maggior apporto alla criminalità. L’ideologia marxista influenzò una visione della società bipolare: borghesi e proletari. Oggi è sempre più rilevante la presenza dei ceti medi. Una volta la politica rappresentava abbastanza fedelmente le classi sociali. Oggi esiste una vera e propria classe politica. La criminalità non è oggi più questione di classe. |
90. delinquenza e primi flussi migratori | Gli emigranti sono in prevalenza uomini di giovane età, spesso sono oggetto di discriminazione. Per ciò che riguarda il profilo storico:
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91. criminalità e nuova immigrazione in europa | Negli ultimi anni si è assistito ad un massiccio aumento di flussi immigratori verso l’Italia e l’Europa. Il cessato bisogno di manodopera di immigrati e l’aumento di centinaia di persone provenienti da paesi africani poveri, ha fatto lievitare il numero di clandestini. Questa situazione ha creato un circolo pericoloso per chi doveva restituire forti somme di denaro alle organizzazioni criminali (che hanno reso possibile il trasporto e i documenti falsi per gli immigrati), ricorrendo inevitabilmente ad attività illecite. |
92. delinquenti recidivi | La legge distingue gli autori di reati in:
Primari: coloro che non hanno precedenti penali Recidivi:
Purtroppo, il recidivismo rappresenta la regola e non l’eccezione. La criminologia considera il recidivismo non tanto come la semplice successione cronologica di più reati, ma piuttosto come l’espressione del persistere nel tempo di motivazioni, di aspetti della personalità, di stile di vita, per i quali il recidivo tende a perseverare nella condotta delittuosa. Vi sono svariati fattori:
In base al modo di percepire la pena sofferta:
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93. delinquenti pericolosi | Origine positivista, questa Scuola, infatti, dava importanza alla pericolosità del criminale, piuttosto che al crimine stesso. L’opposizione della Scuola Classica ha fatto sì che simile orientamento non venisse inserito nel Codice. Il codice penale del 1930 ha cercato di fondere le due prospettive creando la figur del delinquente socialmente pericoloso.
Delinquente professionale Delinquente per tendenza – Delinquenti infermi di mente Una posizione equilibrata, appare quella che consideri la pericolosità come tratto eventuale e non come carattere indelebile. Secondo il codice, la gravità della persona è valutata in base a:
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94. computer crime | Soprattutto effettuati a scopo lucrativo-appropriativo. Si distingue in:
Trattasi in entrambi i casi di criminalità dei colletti bianchi. Numero oscuro elevatissimo perché:
I computer crime sono regolati dal CP con l’entrata in vigore della legge del 1993, n. 547. |
95. mass media e criminalità |
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96. tipologia dei deliqneunti secondo il criterio della normalità | Un delitto può essere giudicato normale o anormale, secondo una prospettiva psichiatrica. Tra i cosiddetti anormali rientrano i: delinquenti con ritardo mentale, tossicomani, cerebropatici, alcolisti, portatori di disturbi della personalità etc. Fra i delinquenti, sono predominanti quelli considerati da una prospettiva psichiatrica come normali (privi di deficienze psichiche). Non si deve pensare che i crimini più efferati siano opera di anormali poiché, spesso tali crimini sono opera di soggetti normali. Può parlarsi di anormalità anche in senso psicologico. Ogni individuo è unico e irripetibile, ciononostante, esistono dei tratti psicologici più frequenti che si possono rilevare tra coloro che compiono delitti (instabilità, immaturità, impulsività, scarsa tolleranza ala frustrazione etc). E’ erroneo voler identificare il “delinquente tipo”, vi sono piuttosto, un’infinità variabilità di individui che compiono delitti. Non è lecito far coincidere ciò che una persona fa con ciò che una persona è. La confusione tra personalità e comportamento ha causato esisti disastrosi quali ad es. la teoria del Tipo normativo d’autore, di origine nazista, con la quale si pretendeva di identificare una tipologia psicologica per ogni reato (la psicologia del ladro, del truffatore etc), e prevedere la pena anche per il potenziale reo. Ciò che veramente distingue il criminale dal non criminale è la sua condotta. Per ciò che concerne la normalità in senso sociale solo in tale prospettiva, il delinquente può essere considerato anormale perché non si adegua alle norme. |
97. tipologia delinquenti secondo responsabilità morale | La maggior parte dei delitti sono da considerarsi quale criminalità programmata. Tutti i crimini qualificabili come frutto di un programma o di un progetto delittuoso sono la conseguenza di una scelta che è stata effettuata prima di commettere il fatto. La criminalità come scelta subitanea è invece frutto di un atto non programmato in precedenza, ma emerso dalle circostanze del momento (raptus, reato d’impeto). Le due tipologie possono anche coesistere es. rapina (programmata) con omicidio (uccide per paura). La reazione sociale è differente, nel caso della criminalità come scelta subitanea, la stigmatizzazione è minore, poiché si vede nell’atto compiuto una minore responsabilità morale. |
Cap. 6 – I disturbi mentali in criminologia.
98. Introduzione | La maggior parte dei criminali è perfettamente normale da un punto di vista di psichiatrico, qualcosa di anormale può essere ricercato nella: insufficiente socializzazione, inadeguatezza dei valori-guida, carenza morale. |
99. Evoluzione nella percezione e trattamento della malattia mentale |
E’ altresì previsto un Trattamento Sanitario Obbligatorio quando: 1) si è in presenza di alterazioni psichiche 2) non accettazione delle cure 3) assenza di condizoni per adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere. |
100. Imputabilità e malattia mentale | Già nell’antica Roma il folle non era ritenuto responsabili dei reati commessi e pertanto non veniva condannato. Nel XIX° sec. Si è andato ovunque diffondendo il principio giuridico della non imputabilità dei folli o ridotta imputabilità.
Capacità di intendere e di volere sono requisiti indispensabili per poter essere imputabili; l’imputabilità in Italia si acquisisce a partire dal 14° anno di età. L’intendere prevede la capacità di discernere il bene dal male, il lecito dall’illecito. Il volere implica l’esercitare in modo autonomo le proprie scelte. |
101. vizio totale e vizio parziale di mente | Il CP distingue il Vizio totale di mente e il Vizio parziale. Il concetto di Infermità è più ampio di quello di malattia per il CP: qualsiasi manifestazione patologica in grado di interferire sulla capacità di intendere e di volere. Si ha:
Per aversi vizio di mente è sufficiente la parziale riduzione anche solo di una delle due funzioni. |
102. Pericolosità dei malati dimente | |
103. Elementi di nosografia psichiatrica | In psichiatria si parla di Disturbo mentale e non più di malattia mentale. L’American Psychiatric Association ha redatto il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali IV versione (DSM-IV) per unificare a livello internazionale la terminologia psichiatrica. |
104. Ritardo mentale e demenze | Il ritardo mentale è caratterizzato da un deficit significativo rispetto alla media del funzionamento intellettivo, comportante inadeguatezza o incapacità nell’adattamento sociale. Il ritardo mentale può essere:
I fattori causali di questo disturbo, sono prevalemente organici: alterazioni cromosomiche, infezioni, traumi etc. Per quanto attiene alle Correlazioni tra intelligenza e criminalità può accadere che oltre alle deficienze mentali, si unisca l’appartenenza a ceti altamente sfavoriti e questa condizione può facilitare l’esito in senso criminale delle difficoltà del vivere. La rilevazione statistica su un gruppo di carcerati, indica un livello di intelligenza al di sotto della media. Non si può parlare in generale di correlazione fra insufficienza mentale e criminalità, bensì solo di una correlazione tra ritardo mentale, avverse condizioni sociali e criminalità di basso rango. Le Demenze implicano un deterioramento dell’attività psichica dovuta a (demenza senile, demenza vascolare, pre-senile alzheimer, da intossicazione alcolica o da stupefacenti o da trauma). La Demenza è la perdita il ritardo mentale è un mancato sviluppo. I reati messi in atto da persone affetti da demenza sono per lo più legati allo scadimento dei freni inibitori e, sono, numericamente poco rilevanti. |
105. Le Psicosi | Le Psicosi sono delle gravi patologie nelle quali la rilevante alterazione di molteplici funzioni psichiche impedisce l’integrazione con la realtà oggettiva.
La Psicosi è una sindrome psicopatologica caratterizzata dal distacco più o meno accentuato fino alla perdita del contatto con la realtà; non è una specifica entità morbosa, ma un insieme di sintomi (sindrome) che si manifestano nel corso di molte affezioni es schizofrenia, paranoia etc. |
106. Schizofrenia | La Schizofrenia è uno dei più gravi disturbi psichiatrici. Tale disturbo comporta una forte alterazione delle funzioni psichiche. Di solito esordisce nella prima adolescenza e colpisce con uguale frequenza i due sessi. Questo disturba comporta un grave impoverimento dell’intelligenza e della personalità tale da essere stato denominato demenza precoce. Inizialmente può anche non esserci deficit intellettivo, anzi il soggetto può avere un’intelligenza particolarmente brillante, ma poi può avvenire un deterioramento delle facoltà intellettive. Spesso la storia infantile può essere caratterizzata da disturbi della personalità (personalità premorbosa). L’esordio della malattia può avvenire in concomitanza di situazioni stressanti o di intossicazioni. Non sono ancora state scoperte le cause primogene di questo disturbo. Nel DSM-IV sono descritti 4 sottotipi di schizofrenia:
Nello schizofrenico prevale il mondo interno. Lo schizofrenico grave normalmente riceve una pensione di invalidità. Un aspetto clinico della schizofrenia è la mancata consapevolezza rispetto al proprio stato. Fondamentale per la cura di questo disturbo è l’assunzione corretta di farmaci. Non è detto che lo schizofrenico sia pericoloso. Può verificarsi, nel caso in cui i sintomi psicotici prevalgano, il rischio di aggressioni a persone o cose. Può accadere che la schizofrenia si riveli proprio durante il compimento di un delitto violento delitto-sintomo. Possono avere luogo anche psicosi reattive brevi. |
107. Disturbo delirante (paranoia) | Il Disturbo delirante (paranoia)è caratterizzato da un sistema delirante stabile, coerente e duraturo, senza deterioramento della personalità. Altro tratto caratteristico è l’esasperazione del sentimento di certezza nei confronti dei propri convincimenti con assenza di senso critico. Vi sono varie forme:
I reati che può compiere il paranoico sono: la calunnia, molestia, ingiuria, le offese fino ad arrivare all’omicidio, magari del presunto persecutore. |
108. DISTURBI DELL’UMORE | L’umore rappresenta la disposizione a provare sentimenti piacevoli o spiacevoli. I DISTURBI DELL’UMORE riguardano la possibilità di andare da un estremo di gioia euforia al suo opposto di sofferenza e dolore malinconia.
Umore reattivo: reazione affettiva a fatti importanti della vita. Umore fondamentale: generale disposizione verso sentimenti piacevoli e spiacevoli. La depressione colpisce circa il 20% della popolazione globale e interessa maggiormente le donne. I disturbi dell’umore hanno un substrato biologico e sono trasmessi geneticamente. Comunque, i disturbi depressivi si distinguono dalle normali flessioni dell’umore. L’Episodio Depressivo Maggiore può essere accompagnato da sintomi psicotici quali deliri congrui e allucinazioni. Forme depressive meno gravi sono la distimia (cronica e priva di deliri) e disturbi dell’adattamento con umore depresso (legati ad un fatto specifico e di breve durata). Può accadere che il depresso arrivi a togliersi la vita unitamente a quella dei suoi cari omicidio-suicidio. Nei disturbi bipolari gli episodi depressivi si alternano in modo imprevedibile con quelli maniacali. La Mania è la situazione opposta alla depressione e comporta una grande euforia. Vi possono essere forme chiaramente maniacali forme ipomaniacali (sintomi legati alla sola loquacità ed umore elevato). Lo stato maniacale, per la sua iperattività può causare la commissione di reati quali: l’aggressione, ingiurie, vilipendio, guida spericolata. Ai fini criminologici è importante l’intervallo lucido. |
109. Disturbi d’ansia | I Disturbi d’ansia sono anche denominati Nevrosi (stati di sofferenza soggettiva). Il disagio del nevrotico si esprime con modalità autoplastica o egodistonica (verso l’interno). Secondo la psicoanalisi la nevrosi è data da un conflitto tra l’ES e il SUPER-IO. Per altre scuole psicologiche, in un’ottica di psico-sociale il disturbo è dovuto ad un conflitto con l’ambiente.
Tra i disturbi d’ansia vi sono:
La nevrosi non è condizione che favorisca condotte criminose. Vi sono però delle eccezioni: delinquente con senso di colpa, cleptomane, disturbi compulsivi che sfociano nella violenza sessuale o pedofilia. |
110. Disturbi mentali transitori e stati emotivi e peassionali | Gli stati emotivi e peassionali non escludono né diminuiscono l’imputabilità.
Emozioni: stati affettivi di breve durata Passioni: condizioni affettive di maggiore durata. Tra i reati facenti parte di questo ambito vi sono i delitti d’impeto. Diverso è il caso di Disturbi mentali transitori per i quali è prevista una minore imputabilità. La discriminante tra semplice stato emotivo e disturbi mentali transitori è dato dai seguenti elementi:
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111. Disturbi di personalità | I Disturbi di personalità si riferiscono a modelli abituali di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative culturale dell’ambiente in cui si vive. Vi sono due parametri per riconoscerli:
Tra le caratteristiche principali:
Non si riscontra una propensione alla criminalità se non a talune specie di delitti. E’ scarsa la rilevanza invece per la delinquenza occasionale, dei colletti bianchi e economica. I disturbi di personalità più significativi sono:
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112. Disturbi controllo impulsi |
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113. Parafilie, devinaze sessuali e delitti sessuali | Le Parafilie sono particolari disturbi psichici che attengono esclusivamente alla sfera sessuale. Sono tre i parametri cui fare riferimento per valutare un comportamento sessuale come abnorme:
1. Criterio medico-biologico: 2. Criterio sociologico 3. Criterio giuridico Le Parafilie hanno come caratteristica quella di ricorrere a fantasie o comportamenti che vanno al di là di quelli che sono gli abituali schemi, per conseguire l’eccitazione sessuale. Tra le principali vi sono: Pedofilia ( di solito cronica e più frequente tra gli uomini) – Gerontofilia – Zoofilia – Coprolatia telefonica – Frotteurismo – Necrofilia –Esibizionismo –voyerismo – masochismo – feticismo – Transessualismo.
Vi è dunque una doppia normativa una morale ed una legale. Gli autori di Stupro sono spesso persone normali che non presentano perversioni. Malattia mentale e parafilia: i parafilici non vivono il proprio disturbo come malattia. La loro perversione non è mette in dubbio la loro capacità di intendere e di volere e dunque non riduce la loro imputabilità. Quando invece si manifestano in soggetti con malattie psichiche l’imputabilità verrà valutata secondo i criteri che si adottano abitualmente. |
114. Disturbi mentali carcerari | Può accadere che durante la permanenza in carcere, a causa dell’isolamento dalla società, del regime di vita imposto, della lontananza dagli affetti, si verifichino problemi di patologia mentale. Nei casi di delitto-sintomo il reo può manifestare per la prima volta ad esempio la schizofrenia. Può verificarsi la slatentizzazione di forme paranoiche o meccanismi psicotici prima latenti e poi, dopo la carcerizzazione, sviluppatisi in tutta la loro violenza. Si possono verificare:
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Cap. 7 – Abuso di sostanze e criminalità
115. Sostanze voluttuarie | Le Sostanze Psicoattive inducono una modificazione dello stato psichico che è tipica e diversa per ogni sostanza. Ad es. l’alcol è una sostanza psicoattiva che produce ebbrezza, sicurezza di sé e produce effetti su varie funzioni mentali.
Sono Sostanze voluttuarie (alcol, tabacco, caffè, tè, sostanze stupefacenti) che producono effetti piacevoli. Alcune possono provocare seri danni se consumate a lungo nel tempo: dannosità di ordine fisico, psichico e comportamentale. |
116. Droghe: caratteristiche generali | Droghe: sostanze psicoattive di cui l’uso è illegittimo. La legge distingue tra droghe pesanti, leggere e droghe pallide (psicofarmaci utilizzati come sostitutivi degli stupefacenti). L’assunzione di stupefacenti può causare dipendenza fisica e/o psichica. La mancata assunzione può provocare la sindrome da astinenza che varia a seconda delle sostanze. La capacità di uncinamento di una droga è la capacità di agganciamento nel senso di provocare dipendenza. |
117. Diffusione droga e motivi consumo | Nell’800 e fino agli anni ’60 il problema droga non esisteva. Si è diffusa poi negli USA e in Europa in concomitanza con i movimenti di contestazione. La ricerca ha creato mercato. Nei tempi a noi più vicini, le motivazioni ideologiche sono andate scomparendo, legando all’assunzione di droga, solo la ricerca di piacere. Alcuni soggetti sono più attratti dalle droghe, altri no, ciò dipende da una loro particolare struttura psicologica tossicofilia ossia la propensione di coloro per i quali la droga è un bene appetibile. Le cause sono varie…e di natura psicologica. |
118. diverse modalità individuali di coinvolgimento con la droga | Si effettua una distinzione a seconda di due parametri: il tipo di dipendenza e il tipo di funzionamento sociale:
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119. Vari tipi di droga |
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120. Abuso di sostanze voluttuarie e di droghe come condotta deviante | Il grado di tolleranza nei confronti delle differenti sostanze stupefacenti varia da cultura a cultura. In Italia vengono bandite soprattutto per i danni fisici e mentali che possono causare. |
121. Strategie di lotta contro la droga | Non vi è coincidenza tra il concetto di devianza (fatto socialmente e moralmente riprovato) e quello di criminalità (violazione di norme giuridica). Nei confronti degli stupefacenti è stata da tempo fatta la scelta di ostacolarne il consumo e il traffico mediante il ricorso alla legge.
Strategie per contrastare l’offerta: consiste nella lotta contro i narcotrafficanti e le organizzazioni criminali (attraverso il controllo dei capitali derivanti dal traffico). Vi sono normative nazionali e internazionali. Gli obiettivi sono: 1. Impedire o ridurre la produzione di droga: se ne occupano istituzioni internazionali facenti capo all’ONU. 2. combattere il trasferimento della materia prima dai luoghi di produzione: viene messo in atto tramite la collaborazione delle polizie dei vari paesi coinvolti nel fenomeno e mirano ad individuare i laboratori clandestini. 3. Reprimere la distribuzione capillare: si cerca di reprimere la distribuzione al minuto. 4. Colpire le organizzazioni criminali: legge Rognoni-La Torre per controllare i capitali sporchi. Strategie per contrastare la richiesta: si attua tramite 1. Leggi inibenti il consumo:
In Italia fino al ’75 era punibile anche la sola detenzione, con la legge del 22 dec ’75 venne sancito il principio del consumo personale di per sé non punibile. Con il DPR del ’90 era stato scelto di punire penalmente la produzione e il traffico applicando sanzioni amministrative (ritiro patente e passaporto) anche con segnalazione ai SERT dei tossicodipendenti che facessero di sostanze stupefacenti uso personale e non superassero la dose media giornaliera. Con la legge del ’93 il principio di dose media giornaliera è stato abrogato 2. Trattamenti di recupero dei tossicodipendenti: tre modelli:
3. prevenzione Modalità di trattamento e recupero dei tossicodipendenti L’attuale legislazione, prevede interventi a vari livelli:
Prevenzione Gli interventi sono rivolti ai giovani con appositi programmi. Recentemente è stata fatta una campagna ideata dal Ministero per la solidarietà sociale e riguarda le nuove droghe. |
122 Droga e criminalità | E’ aumentata la violenza. A livello mondiale, connessa alle imprese criminali che gestiscono il traffico di droga. Le lotte tra cosche sono più crudeli e non risparmiano né donne né bambini. Per ciò che attiene alle correlazioni tra droga e criminalità del tossicomane vanno distinte:
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123. Alcolismo | Abuso di bevande alcoliche. In Italia sostanze voluttuarie più diffuse. Può indurre dipendenza sia fisica che psichica. L’alcol costituisce problema medico e/o sociale solo quando ne venga fatto abuso. Due prospettive:
1. concentrazione momentanea – Intossicazione alcolica acuta (la sintomatologia scompare 2. Prolungamento nel tempo : si manifesta etilismo cronico o alcolismo propriamente detto. Intossicazione alcolica cronica (vengono lesi in modo più o meno permanente certe strutture organiche con alterazioni fisiche e psichiche anche in periodi di astinenza – duplice sintomatologia: una dovuta al frequente succedersi di stati di ebbrezza acuta e l’altra legata alle alterazioni provocate dall’abuso protratto per anni). Tra i fenomeni psicopatologici: deterioramento intellettivo, alterazioni della memoria, irritabilità. Gli abusi di alcol determinano sfavorevoli conseguenze sociali: condotte antisociali. All’alcolismo che prima riguardava i braccianti e i contadini (diminuito) si è andato affiancando quell’alcolismo legato al benessere (superalcolici) che riguarda anche le donne e i più giovani. Fra le motivazioni individuali che inducono all’alcolismo: tratti psicologici legati all’insicurezza, depressione, immaturità. Vi è anche l’influenza di fattori sociali e culturali quali la tolleranza della ns cultura verso il consumo di alcol. |
124. Effetti dell’etilismo acuto e cronico | Gli effetti tossici che si manifestano sul cervello danno luogo ai tipici sintomi dell’etilismo acuto. L’azione farmacologica dell’alcol è di tipo depressivo sui centri nervosi, agendo come un narcotico.
Primo stadio di ubriachezza: effetto piacevole di euforia e disinibizione. Secondo stadio: depressione dei centri nervosi, calma, rflessi lenti e insicurezza nei movimenti Terzo stadio: coscienza compromessa, subentra torpore sonno profondo e nei bambini è possibile il coma e rari casi di morte. Si possono avere casi di ebbrezza patologica con conseguente aggressività verso persone e oggetti. Si può incorrere nei reati di: guida in stato di ebbrezza con conseguenti incidenti stradali. L’alcol è una sostanza che favorisce per effetto diretto la commissione di reati. I casi più gravi danno origine a : psicosi alcoliche, deliri di gelosia, delirium tremens, demenza alcolica. |
125. Alcolismo e criminalità | L’alcolismo si può considerare come fattore selettivo nel facilitare le condotte delittuose. La correlazione tra criminalità ed etilismo dei genitori è espressione delle gravi ripercussioni sui figli dei bevitori. L’etilismo cronico agisce sia direttamente sulla condotta delittuosa che indirettamente, ossia attraverso alterazioni dello stile di vita. Sono invece più chiare le correlazioni tra etilismo acuto e criminalità (stato di ebbrezza che slatentizza la violenza e si posso verificare reati di: aggressione, violenza sessuale, percosse incidenti stradali). |
126. Abuso di sostanze e imputabilità | Non sono considerati dal legislatore rilevanti sull’imputabilità gli effetti psichici di sostanze alcoliche o stupefacenti, poiché ciascuno deve essere in grado di controllarne l’uso. Sono quindi perseguibili gli attori di reati commessi sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Es. intossicazione colposa (incidente in auto), intossicazione acuta preordinata (assunzione di sostanze per facilitare il proprio compito nel crimine, in tal caso la pena è aumentata), solo in caso fortuito o di forza maggiore l’imputabilità può essere compromessa.
Le Intossicazioni croniche sono idonee a ridurre o abolire l’imputabilità. Per ciò che riguarda i Tossicomani sono ritenuti imputabili. Ci possono essere delle attenuanti se il crimine si è verificato durante una crisi acuta di astinenza. L’abuso abituale di sostanze comporta una maggiorazione della pena. |
Cap. 8 – Interventi giuridico normativi contro la criminalità
127. La pena nel suo sviluppo storico | Il principale tra gli strumenti di controllo è la legge e la sanzione penale. Per quanto concerne i fini e i mezzi della pena:
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128. finalità della pena | |
129. L’ideologia del trattamento | |
130. La crisi del mito risocializzativo | |
131. Gli attuali indirizzi di politica penale in Europa | |
132. Mediazione penale | |
133. Riduttivismo carcerario e risocializzazione in italia | |
134. misure di risocializzazione e di decarcerizzazione del nostro ordinamento | |
135. Nusyre du sucyrezza e du orevebzuibe soecuake | |
136. Pericolosità sociale | |
137. Politica penale per minorenni | |
138. decarcerizzazione nella attuale noramtiva penale per minori | |
139. antinomia fra educazione, punizione e difesa sociale |