Riceviamo e pubblichiamo la relazione illustrata dal Dott. Gianfranco Tortorano al convegno organizzato da NAD a Roma, il 29 gennaio 2018
Gianfranco Tortorano Dottore Commercialista
Componente Gruppo Azionariato Attivo CNDCEC
Negli ultimi tempi è forte l’attenzione degli studiosi e degli operatori economici alle tematiche relative
alla corporate governance e, segnatamente, ai rapporti di potere che si generano all’interno del “sistema
proprietario. La proprietà, infatti, va configurandosi sempre di più come un complesso sistema, composto da
molteplici azionisti che, a seconda degli interessi espressi, convergono in specifiche coalizioni azionarie di
comando. Ne discende che il rapporto tra maggioranza e minoranza si caratterizza per un persistente precario
equilibrio che, se compromesso, rischia di pregiudicare parte degli interessi in gioco.
Su tali temi il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC), da
tempo, ha istituito un apposito gruppo di studio finalizzato a favorire l’azionariato attivo degli investitori
istituzionali e di concerto la completezza e la trasparenza dell’informativa finanziaria, elemento di primaria
rilevanza per gli emittenti e per le autorità preposte alla regolazione e alla stabilità dei mercati; ciò in un
momento di significativa volatilità dei mercati finanziari e di conseguente incertezza e preoccupazione dei
risparmiatori.
In un momento di significativa evoluzione della normativa finanziaria, e di un contesto normativo che si
muove sempre più verso l’obbligo della partecipazione assembleare per gli azionisti (shareholder rights
DIRETTIVA (UE) 2017/828 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 maggio 2017
che modifica la direttiva 2007/36/CE per quanto riguarda l’incoraggiamento dell’impegno a lungo termine
degli azionisti) e di connessa incertezza dovuta al basso livello dei tassi d’interesse, la completezza e la
trasparenza dell’informativa finanziaria divengono elemento di primaria rilevanza per gli emittenti e per le
autorità preposte alla regolazione e alla stabilità dei mercati. L’informativa finanziaria allo stato, è oggetto
tanto di una attività di assurance (revisore legale dei conti e dirigente preposto alla predisposizione dei
documenti contabili, collegio sindacale, consiglio di sorveglianza, altri organi di controllo), finalizzata alla
garanzia della sua attendibilità e veridicità per i terzi, quanto di una attività di analisi (investitori, analisti
finanziari e società di rating), finalizzata a consentire un investimento consapevole al risparmiatore, retail o
istituzionale.
Tuttavia una analisi piú approfondita rileva l’esigenza di colmare quella che appare essere una carenza
di maggiore informazione o la necessità di un miglioramento qualitativo della disclosure nel rapporto tra
emittente e risparmiatore.
Questo in quanto le attività di assurance sono finalizzate a garantire i terzi del rispetto alla applicazione
dei principi contabili di riferimento nella predisposizione della situazione economica, finanziaria e
patrimoniale di riferimento.
Con questo strumento si incrementa notevolmente l’efficienza e si costituisce una massa critica capace
di fare la differenza e dare vita al cambiamento. Naturalmente, il servizio di engagement si colloca
all’interno dei principali punti di forza del nostro gruppo: l’analisi indipendente e fortemente dettagliata
combinata con i migliori professionisti sul campo.
Tuttavia, in quest’ottica non si può non considerare come (e non potrebbe essere altrimenti) i principi
contabili offrono spesso al redattore del bilancio un ventaglio di opzioni disponibili, situazione resa
assolutamente opportuna dalla necessità di adeguare le specifica situazione aziendale ad un principio per
definizione di natura generale. Con la conseguenza che, l’esito delle attività di assurance, nel garantire la
complessiva aderenza del documento in analisi ai principi contabili di riferimento, necessariamente non
riesce a distinguere tra approcci differenziati al ventaglio delle opzioni disponibili.
Approcci che, di converso, discendono da una diversa propensione al rischio ritenuto accettabile dai
diversi redattori dei documenti inerenti l’informativa finanziaria.
Di converso, le attività di analisi, orientate a una visione prospettica del business aziendale, effettuano
delle valutazioni che spesso prescindono dalla situazione contabile di riferimento dell’emittente (si pensi al
fenomeno sempre piú frequente di significativa variazione tra capitalizzazione di borsa e patrimonio netto
contabile di riferimento).
Si ritiene che questo fenomeno possa dipendere dall’attuale incapacità o anche di miglior abilità nelle
possibili interpretazioni delle attività di assurance e alla differenziazione di situazioni contabili di
riferimento. Tutte comunque complessivamente aderenti ai principi contabili, in base al diverso profilo di
rischio ritenuto accettabile dall’organo amministrativo nella predisposizione del documento di bilancio,
questo in quanto diversi profili di rischio ritenuti accettabili possono risultare complessivamente compatibili
con i principi contabili di riferimento.
Ecco quindi che gli strumenti allo stato disponibili per il risparmiatore, in tema di informativa
finanziaria, forse non gli consentono una puntuale stima del profilo del rischio implicito nel business
aziendale dell’emittente, e in particolare nelle scelte operate all’interno del ventaglio delle opzioni rese
disponibili dai principi contabili di riferimento.
Ma la piena consapevolezza del rischio assunto nell’investimento (avendo convenuto che lo stesso può
assumere declinazioni variabili alla luce delle scelte operate in tema di una corretta applicazione dei principi
contabili di riferimento) è un elemento essenziale per la stima del rendimento ritenuto ottimale
dall’investitore.
In questo contesto sembra, quindi, opportuno integrare le informazioni disponibili per l’investitore con
ulteriori elementi informativi che, partendo da una attenta analisi della situazione economica, patrimoniale e
finanziaria di riferimento, consentano la percezione del profilo di rischio ritenuto accettabile dal redattore dei
documenti inerenti l’informativa finanziaria, nel novero delle scelte possibili in applicazione dei principi
contabili di riferimento.
Ma inoltre, il processo di elaborazione dell’informativa finanziaria non può che essere letto anche come
una espressione del piú ampio processo del governo societario, venendo, quindi, a connettere la tematica del
rischio nelle scelte operate in tema di applicazione dei principi contabili con il tema del rischio inerente alle
forme di governo societario scelte e alla loro conseguente applicazione pratica in seno agli emittenti.
Una guida indipendente, esperta ed internazionale per percorrere il complesso processo di voto ed
esercitare con correttezza, agevolmente ed a costi contenuti i propri diritti di azionista.
Tutto ciò al fine di indirizzare l’operato societario a vantaggio e nell’interesse di coloro che prestano e
investono i propri patrimoni nelle aziende; nonché di indirizzare le stesse a comportamenti che coniughino i
principi dell’efficienza economica con quelli etici, anche attraverso il rispetto di regole generali quali
l’osservanza dei diritti legati alla tutela della persona e dell’utilità sociale.
Una buona governance non significa semplicemente seguire le disposizioni normative previste dalle
differenti legislazioni, ma comprendere ed implementare tutte quelle attività e procedure volontarie,
necessarie “alla realizzazione di obiettivi in linea con gli interessi della società e dei suoi azionisti”, avendo
presente le specificità della singola società, del mercato di riferimento e del contesto in generale. In un
contesto di continua crescita aziendale e di ottimizzazione del rendimento per gli azionisti.
Nello specifico ho analizzato il portafoglio mobiliare della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza
Forense. Superando le considerazioni di carattere tecnico attuariale, dove alcune considerazioni verranno
fatte nelle opportune sedi, ho soffermato la mia attenzione su una maggiore informazione finanziaria che
dovrebbe, a mio avviso, fornire l’Ente Previdenza. Ricordo a questa platea che l’Ente possiede un patrimonio
mobiliare di circa 10 MLD di Euro. Ebbene limitare l’informazione finanziaria alla sola relazione al bilancio
è estremamente riduttivo. Infatti, come in tuti i fondi pensione anche di dimensioni molto più ridotte
l’informativa è trimestrale, sollecitando la partecipazione assembleare consapevole dei delegati sulle
decisione prese dal Consiglio di Amministrazione.
Dott. Gianfranco Tortorano