In dodici righe la neopresidente del CNF si rivolge all’Avvocatura messa in ginocchio dalla crisi.
Dodidici righe caratterizzate dalla vaghezza e dalla inesistenza di contenuto alcuno, tipico comunicato istituzionale finalizzato a rivendicare la propria esistenza in assenza di idee, linee programmatiche.
“Il Consiglio Nazionale Forense proseguirà il proprio operato in piena continuità con le linee sinora tracciate” ha il sapore beffardo di una promessa che si fa minaccia laddove la drammaticità della crisi della Classe è legata fondamentalmente all’inadeguatezza delle sue rappresentanze apicali.
Di tutto ha bisogno l’Avvocatura tranne che di continuità.
Fa riferimento, altresì, alla “nota ordinanza del giudice monocratico del Tribunale di Roma”, che sarà oggetto di valutazione dal CNF nelle competenti sedi. Orbene, in un momento di emergenza come l’attuale, non c’è bizantinismo nel quale perdere tempo ed energie. Il provvedimento è chiaro e si inserisce in una linea giurisprudenziale tetragona. I componenti del CNF plurimandatari sono stati illegittimamente eletti, è tempo di voltare pagina, altro che continuità.
Davvero inopportuno, infine, il richiamo ad iniziative a tutela delle Istituzioni Forensi. Sono i singoli Avvocati a dover essere tutelati, donne ed uomini oggi sull’orlo di un baratro che potrebbe inghiottirli senza possibilità di riemersione se non si prenderanno provvedimenti celeri e satisfattivi delle loro sacrosante istanze.
Le istituzioni crollino pure seppellendo gli inutili cortigiani che, ignorando quel che succede al di fuori di esse, continuano nei propri deliri solipsisti .