A.D. 2016: NASCE O.U.A. – ORGANISMO UNITARIO ASSOCIAZIONI

12 Novembre, 2016 | Autore : |

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NAD – Nuova Avvocatura Democratica continua a raccogliere i messaggi che arrivano dai colleghi che guardano con speranza alla politica forense.

Il goffo golpe che i Consigli dell’Ordine degli Avvocati hanno inscenato a Rimini, al XXXIII Congresso Nazionale Farlocco (perché chiamarlo “Forense”, dando ad intendere che quel Congresso rappresentasse l’avvocatura italiana, sarebbe davvero uno sfregio al buon gusto), si stanno già manifestando. La fascistizzazione della rappresentanza istituzionale, con la certificazione che il sistema ordinistico italiano è attualmente in mano di una banda di ignoranti autoritari, ha trovato dal 6 all’8 ottobre la sua definitiva manifestazione.

Non è un caso che le letture dell’esito congressuale appaiano opposte, tra istituzionalizzati appartenenti al regime ed avvocati liberi. Una grande vittoria del nuovo corso, per i primi, la morte della rappresentanza istituzionale dell’avvocatura, per i secondi.

 

All’interno della nostra associazione il direttivo nazionale, convocato di fatto in modalità permanente sin dalla sua nascita, esprime un atteggiamento di grande consapevolezza ed unità. In tutti noi, seppure con diverse sfumature, c’è la chiara consapevolezza che con le istituzioni forensi italiane non esiste, né esisterà mai, alcuna possibilità di interlocuzione seria. Non si può dialogare con chi ruba il nostro denaro per farsi stipendi abusivi, con chi viola sistematicamente le leggi, per assicurarsi di restare al potere in eterno, con chi vende l’avvocatura per i propri obiettivi personali, di carriera e di denaro.

 

A Rimini abbiamo provato a muoverci in un contesto che, al di là della facciata (invero malriuscita, perché nulla, nessuna nefandezza si è riuscita a “Mascherinare”), ci siamo mossi, come già detto dal nostro tesoriere nazionale Giuseppe Fera, in un contesto privo di ogni effettiva agibilità democratica. Le premesse per la svolta autoritaria non sono infatti da ricercare solo in quello che è accaduto a Congresso, ma sono state costruite negli anni, attraverso i soprusi, le vessazioni, le illegalità diffuse e reiterate di cui il sistema ordinistico forense si macchia, praticamente ogni giorno.

Rimini non era un luogo in cui si confrontavano interlocutori portatori di idee distinte, ma un bivacco, in cui una pletora di servi sciocchi, fatti nominare delegati dagli esponenti di regime, hanno offerto ai propri padroni un plebiscito posticcio, che ha tenuto fuori tutto ciò che non era sottomesso ai padrini dell’avvocatura.

 

La frattura tra noi e loro è ormai insanabile. Più che di differenze politiche si tratta di siderali distanze antropologiche. NAD incarna questo sentimento. Le nostre discussioni, i dibattiti, la realizzazione dei convegni a cui pensiamo, per offrire ai nostri colleghi materiale di riflessione politica, gli articoli che pubblichiamo sul nostro sito internet, sono tutti frutto di una grande aspirazione alla libertà dell’avvocato italiano.

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Noi con questi “colleghi” che non sono nostri colleghi non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo più avere alcun tipo di rapporto, se non quelli legati alla umana “pietas” o all’amicizia personale che lega molti tra noi ad alcuni “nemici”.

 

Le valutazioni politiche di NAD – Nuova Avvocatura Democratica non si fermano qui. La nascita di una rappresentanza congressuale fascista e autoritaria, sprezzante di ogni regola, ha aperto praterie di operatività possibile a quelle associazioni forensi che vogliano costruire un Organismo Unitario delle Associazioni (O.U.A.), che faccia politica in maniera autonoma e totalmente distaccata dalle istituzioni forensi. Il vecchio schema, per cui i colleghi in buona fede pensavano di poter indurre alla ragionevolezza il regime dell’istituzionalizzazione forense, a Rimini è naufragato, senza lasciare alcun sopravvissuto tra gli esiti fili di speranza.

Le associazioni libere e democratiche devono e possono concorrere alla nascita di un vero Organismo, in cui si respiri forte il profumo della libertà, in cui si possa discutere di tutto e non solo di ciò che impongono i padrini dell’avvocatura ordinistica. Un luogo di elaborazione e di confronto politico, che miri ad unire i rappresentanti di decine di migliaia di avvocati, capace di sottoporre alla politica italiana i propri progetti di legge in favore dei nostri colleghi. Aspettarsi che dei fascistelli analfabeti e autoritari possano infatti battersi per i nostri colleghi, sarebbe come pretendere da un asino la traversata dell’Oceano Atlantico in volo.

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Il progetto di un Organismo Unitario delle Associazioni libere e democratiche, vede negli esiti del XXXIII Congresso Nazionale Farlocco una enorme possibilità. Il paradosso di un regime istituzionalizzato che si arrocca ancora di più nei propri riti obsoleti, va visto come una grande e benefica opportunità, piuttosto che come una iattura.

Perché il progetto si sviluppi e si rafforzi, occorrono regole stringenti e condivise, associazioni credibili e combattive, disposte a cedere la propria autonomia all’Organismo, sul tema della lotta al regime, e desiderose di confrontarsi lealmente e in spirito di amicizia, su tutti gli altri temi che riguardano la professione forense e la giustizia. L’idea è in campo, il cammino è tracciato, gli esiti sono ampiamente alla nostra portata.

 

Si può fare e del resto non abbiamo alternative.

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