Riceviamo e pubblichiamo, da parte del Sindacato Avvocati Calabria, l’ennesimo resoconto che illustra ai colleghi italiani la verità su OCF, sul regime, sui traffici e sulle manovre compiute dai padrini del regime dell’istituzionalizzazione forense. Stiamo tentando di unire le forze, per creare un CLN, Comitato di Liberazione Nazionale degli avvocati liberi dal regime delle istituzioni forensi italiane.
NAD – Nuova Avvocatura Democratica – Il Direttivo Nazionale.
Dove eravamo rimasti?
Nel mese di luglio, il Sindacato Avvocati Calabria è riuscito nell’impresa di eleggere ben quattro delegati (i Colleghi Annetta, Bisceglie, Iapicca e Magarò) per il Congresso di Rimini.
Con loro sono stati eletti anche i Colleghi Masi e Calvelli, espressione del COA in carica (o, per meglio dire, in regime di prorogatio di fatto), e i Colleghi Locco e Chimento; a completare la delegazione è stato chiamato – di diritto – il Presidente del COA di Cosenza, Avv. Morcavallo.
Gli esiti del Congresso hanno affidato ai delegati una grande responsabilità: la scelta dei membri del neo costituito Organismo Congressuale Forense (OCF).
Nel silenzio assordante delle rappresentanze istituzionali, il Sindacato è venuto a conoscenza di incontri tra esponenti dei COA del nostro Distretto, finalizzati a promuovere, secondo la più bieca logica ordinistica ed in ossequio ai soliti criteri di spartizione territoriale, l’elezione dei Presidenti o di loro uomini in seno all’OCF.
Per tale motivo, a 48 ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle candidature (calcolati al netto dei giorni festivi a cavallo tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre), nella giornata del 28 ottobre il Sindacato ha posto la candidatura del proprio segretario, avv. Carlo Paduano.
Nei giorni successivi, il Sindacato ha pertanto attivato tutti i possibili canali di interlocuzione, prendendo atto immediatamente della difficoltà di aprire tavoli di confronto con gli altri attori della vicenda: il carattere ambiguo di alcune posizioni è andato poi amplificandosi nel momento in cui è emersa la volontà del presidente del COA di Cosenza, avv. Morcavallo, di candidarsi all’OCF; gli altri delegati del Foro cosentino, eletti individualmente, anziché indirizzarsi sulla scelta più logica e razionale – ovverosia palesare apertamente la propria contrarietà rispetto alla discesa in campo del Presidente del COA – hanno infatti mantenuto il riserbo sulle proprie intenzioni di voto, lasciando intendere implicitamente l’esistenza di margini di manovra.
In altri termini, se gli altri delegati avessero assunto una posizione chiara, l’avv. Morcavallo non avrebbe neppure posto la propria candidatura e, soprattutto, non avrebbe esercitato pressioni affinché il COA di Castrovillari intervenisse a gamba tesa nelle dinamiche interne al Foro di Cosenza.
Nel corso dell’ultima riunione, avvenuta nella data emblematica del 2 novembre, l’Avv. Morcavallo – facendo leva sull’inspiegabile riserbo mantenuto dagli altri delegati cosentini in ordine alla sua candidatura – ha così sbandierato la decisione del COA di Castrovillari di sostenerlo nella corsa a un seggio nell’OCF, tentando di condizionare la posizione dei delegati cosentini in nome del principio del c.d. voto utile.
Il tentativo è ovviamente fallito, ma ciò nondimeno il contenuto di questa incredibile delibera, con cui il COA di Castrovillari – sebbene due avvocati di quel Foro risultassero pure candidati alla medesima carica – si è dichiarato disposto a far convergere i voti dei suoi cinque delegati sul candidato Morcavallo, merita di essere stigmatizzato.
In particolare, del singolare atto ci preme segnalare le motivazioni e gli effetti collaterali.
Le prime risultano individuate nella esigenza – rispondente a grette logiche spartitorie – di assicurare finalmente al Foro del Pollino un rappresentante nelle istituzioni nazionali, a compensazione del fatto che
sin qui, quel Foro è risultato sempre penalizzato e non ha mai gestito – a differenza di altri Fori del Distretto, “gratificati” dalla nomina di propri rappresentanti in seno al CNF o alla Cassa Forense – alcuna posizione di potere. Quanto agli effetti collaterali, non v’è chi non veda come, assumendo tale posizione, il COA di Castrovillari abbia mancato di rispetto ai Colleghi del Foro di Cosenza, che da settimane ormai vedono il COA circondariale, proprio a causa delle vicende giudiziarie del presidente Morcavallo, lacerato e di fatto impossibilitato ad operare, ma – soprattutto – condizionato dall’ambizione e dalla velleità di consiglieri in cerca di effimera gloria sui social media ovvero affaccendati – probabilmente anche in nome e per conto di altri attualmente impegnati altrove – in una guerra di posizione, in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del COA.
Peraltro, è notizia di questi giorni che, proprio in virtù e per effetto di un esposto presentato dal Sindacato Avvocati Calabria, con il quale è stato chiesto lo scioglimento del COA, martedì 8 novembre il Presidente, il Segretario e il Tesoriere del COA di Cosenza compariranno avanti al CNF per fornire spiegazioni in merito!!!
Ebbene, tornando alle elezioni dei membri dell’OCF, l’ostilità pregiudizievole nei confronti del Sindacato ha prodotto il seguente risultato: mentre i quattro delegati sostenuti dal Sindacato hanno espresso il proprio riconoscibilissimo voto, il Presidente Morcavallo ha raccolto otto voti, che non paiono facilmente identificabili, ma comunque risultano accomunati dall’intento di penalizzare l’unico candidato cosentino credibile (l’avv. Paduano) e dalla volontà di mantenere coperta la propria posizione rispetto alla impresentabile candidatura dell’avv. Morcavallo. D’altro canto, la segretezza del voto non consente di verificare neppure se i delegati del Foro del Pollino abbiano rispettato gli ordini di scuderia e restituisce un’immagine poco edificante del Foro di Cosenza, che appare dominato da tatticismi in vista delle future elezioni per il rinnovo del COA di Cosenza: se all’avv. Morcavallo può essere addebitato il fatto di avere condizionato il dibattito elettorale imponendo la propria candidatura, agli altri delegati – non espressione del Sindacato – deve essere infatti imputata la scelta scellerata di non avere sostenuto l’altro candidato cosentino per meri interessi di parte.
In definitiva, il Presidente Morcavallo non ha ottenuto l’agognato scranno in seno all’OCF, mentre il Foro di Cosenza ha perduto il delegato che, negli ultimi anni, aveva invece sempre avuto in seno all’oramai defunto OUA.
Ciò nonostante, il Foro di Cosenza – grazie all’unica opposizione trasparente e leale, condotta come sempre a viso aperto dal Sindacato Avvocati Calabria – ha guadagnato in credibilità ed onore; lo stesso non può dirsi dell’operato di quella parte di consiglieri del COA che – dopo avere condiviso con l’avv. Morcavallo ogni sorta di decisione – oggi, in zona Cesarini, cerca di rifarsi una verginità perduta rivendicando un’improbabile ruolo di opposizione.
Solo l’azione del Sindacato, infatti, ha impedito che – come sempre accaduto in passato – si addivenisse alla scelta degli eletti mediante un semplice scambio di telefonate tra Presidenti di COA ed in base alle solite logiche.
In conclusione, la miopia politica dei delegati del Foro di Cosenza non sostenuti dal Sindacato, del COA di Castrovillari e dell’avv. Morcavallo lasceranno sicuramente strascichi che si ripercuoteranno nel tempo e che non potranno non riverberare i propri effetti sui futuri rapporti.
Il Sindacato ha scoperchiato il vaso di Pandora poiché solo grazie alla presenza di questa organizzazione autenticamente plurale e politica, realmente rispondente agli interessi di ogni singolo avvocato, è emersa l’esistenza di una presunta elite che, utilizzando gli iscritti come peones, persegue la realizzazione di interessi non coincidenti con quelli dei soggetti rappresentati.
Sindacato Avvocati Calabria