INTELLIGENZE ARTIFICIALI SEMPRE PIU’ NATURALI.

25 Ottobre, 2016 | Autore : |

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La notizia in queste ore è rimbalzata su molti organi di stampa. A Londra La University College London ha fatto analizzare agli algoritmi oltre 500 casi sottoposti alla Corte europea dei diritti umani. In un numero altissimo di casi, ovvero circa il 79% delle volte, l’intelligenza artificiale ha emesso pronunce  simili a quelle emanate dai giudici “umani”.  Il dibattito sulla possibilità che le macchine pensanti sostituiscano gli uomini nel prossimo futuro è ormai di stretta attualità negli ambienti più tesi allo sviluppo. Il progresso corre veloce: computer di dimensioni molecolari, avvocati virtuali, giudici artificiali in grado di analizzare conflitti ed emettere decisioni “credibili”.

 

Insieme alle problematiche strettamente tecniche, come sempre avviene in questi casi, è di fondamentale importanza analizzare le questioni giuridiche che un tale tipo di evoluzione può portare all’interno della fenomenologia del diritto futuro. La replicabilità dei comportamenti umani da parte di macchine, anche laddove sia tecnicamente realizzabile, impone di ragionare sulla natura complessiva del soggetto che “agisce”, tenendo sempre a mente che l’uomo è un complesso essere sociale, mentre le macchine, per quanto possano essere programmate per attuare determinati comportamenti, restano elementi estranei alla nostra società.

 

Il controllo dell’operato delle macchine è stato in passato oggetto di grandi capolavori della fantascienza, sia in ambito letterario che cinematografico, ma forse l’ipotesi di un possibile conflitto tra uomini ed automi, sia pure non degenerato in una guerra vera e propria, è meno assurdo di quanto si possa pensare. Per scongiurare scenari che tendano alla creazione di una società disumana, in cui gli aspetti realizzativi soppiantino la coscienza della nostra peculiare condizione, quali appartenenti alla razza umana, occorre un lavoro di prevenzione ed elaborazione giuridica di grande livello. L’integrazione delle macchine pensanti nei processi sociali e giuridici futuri non può essere dettata dalle possibilità della tecnica: occorre stabilire confini che fondino su scelte squisitamente politiche e giuridiche, valutando con lungimiranza politiche del diritto adeguate ad affrontare il fenomeno.

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