Qualsivoglia progetto, di natura politica, deve prestare continua attenzione, nella valutazione degli strumenti idonei al raggiungimento degli obiettivi dati per il miglioramento della comunità umana di riferimento.
Negli ultimi anni, lo schema messo in campo dalla categoria degli avvocati italiani, ha fruttato ripetuti fallimenti, su tutti i tavoli di interlocuzione aperti con soggetti altri.
1) Un’azione di trasmissione di visioni ed idee spesso relegata nei pressi delle rispettive tornate elettorali, configurante l’azione di un folto numero (stragrande maggioranza) di soggetti attivi nella gestione delle problematiche degli avvocati, percepibile esclusivamente a ridosso di appuntamenti elettorali.
2) Una dimensione frequentissimamente relegata a realtà territoriali slegate tra loro, prive di una visione su base nazionale, ineludibile per chi voglia sperare anche lontanamente di “invertire l’inerzia passiva” delle varie interlocuzioni con gli altri soggetti sociali, interlocuzioni che di fatto ci vedono quasi in toto in una fase di drammatico arretramento.
3) Soggetti, del tutto indifferenti, rispetto alla problematica della creazione di una “massa critica”, che possa rendere l’avvocatura un soggetto forte nelle innumerevoli contrattazioni che la vedono coinvolta.
4) Un leaderismo di corto respiro, legato a doppio filo a singole personalità, dimensione del tutto inidonea a sprigionare energie idonee ad incidere nei luoghi ove si difendono le posizioni degli avvocati.
NAD ha l’ambizione e l’orgoglio di un’azione che tenda a superare detti vizi, immaginandosi e vivendosi non come comitato elettorale attivo in prossimità delle rispettive tornate ma come comunità che vive costantemente uno sforzo di elaborazione, proposta e servizio per la categoria, al fine di migliorarne le condizioni e ripristinarne il prestigio perduto.
Un soggetto che abbia queste ambizioni non può sottrarsi allo sforzo di costruire una dimensione di carattere nazionale, coinvolgendo su tutti i territori quella larga fascia di colleghi colpiti dall’arretramento attuatosi negli ultimi anni.
Ineludibile un lavoro di “networking”, che tenga insieme i vari esponenti legati da una visione riformista e progressiva, tendente a creare una sinergia che coordini l’azione nelle varie istituzioni nelle quali questa va dipanandosi.
Pur essendo un’associazione giovanissima, NAD può contare su una pattuglia di: tre delegati al Congresso; un consigliere CPO a Nola; un consigliere dell’ordine a Napoli ed un delegato Cassa. Questa “testa di ponte” deve continuare a lavorare tenendo la barra dritta verso obiettivi di emancipazione della categoria, elaborati ed enucleati in sintesi e sinergia con una larga fascia di colleghe e colleghi.
Nell’era della complessità e della velocità non è pensabile affrontare problemi complessi attraverso lo strumento semplificativo del leaderismo. Una visione di collegialità permanente e “brain storming” è l’unica in grado di partorire visioni idonee al raggiungimento degli scopi dati.
L’emancipazione dell’Avvocatura passa attraverso l’emancipazione da schemi rilevatisi totalmente fallimentari.
Avv. Giuseppe Fera
Tesoriere Nazionale NAD