Se l’acqua di uno stagno si prosciuga, occorre altra acqua o un altro stagno, che possa ospitare gli uccelli dello stagno. NAD propone che all’avvocato vengano riconosciute nuove competenze, in tema di asseverazione di atti e contratti, in materia di mediazione ed arbitrato, ma soprattutto, NAD non ha mai aderito a quella corrente di pensiero, sfociata in norme punitive e restrittive, che ha separato le competenze necessarie a far la pace da quelle che l’avvocato utilizzerebbe per fare la guerra. Un avvocato è per natura, preparazione e formazione, dotato di capacità e facoltà che gli consentono di agire anche come problem solver e non solo come litigator. Immaginare che l’avvocato del futuro non debba essere obbligatoriamente l’uno e l’altro, negare che già nel presente il bravo avvocato sia l’uno e l’altro, è stata un’altra pietra sotto cui è stato seppellito il professionista completo, per virare verso una figura di “avvocato diminuito”, che NAD ha sempre rifiutato e combattuto.
Le istituzioni forensi italiane, tanto per cambiare, hanno aiutato questa deriva, restando silenti e immobili dinanzi all’attestazione di un falso grossolano, ovvero che per mediare e comporre una lite ci vogliano doti estranee a quelle di un buon avvocato. Una menzogna clamorosa, un falso contro cui istituzioni serie e capaci sarebbero insorte, facendosi beffe di tale inaccettabile visione.
NAD lavorerà perché all’avvocato e solo all’avvocato vengano riconosciute, in ragione del titolo acquisito, competenze vecchie e nuove. Lavoreremo perché l’asseverazione degli atti che curiamo ci venga riconosciuta, così come era stato proposto nella versione originaria del DDL concorrenza, e non solo per atti fino ad una modica soglia di valore, ma per tutti quelli che curiamo.
La guerra spietata che i notai ci fecero allora, ha portato il “nostro” (si fa per dire), Presidente del CNF a fare una bella associazione con … “loro”. Si colleghi, avete capito bene! Il prode Mascherin, questo geniale stratega del suicidio economico e politico dell’avvocatura, si è alleato con quei notai che qualche mese fa, di fronte ad un’ipotesi di asseverazione concessa agli avvocati, insorsero al grido di “rottamiamo la tutela”. Loro dissero a tutta l’Italia che con noi si sarebbe rottamata la tutela e il Sor Mascherin, tutto contento, disse che noi dell’asseverazione degli atti non avevamo bisogno. Ah già, ma lui ha il gettone e l’indennità di presenza, quasi dimenticavo.
Il risultato di questo ennesimo atto di vendita che un rappresentante istituzionale ha compiuto a danno della categoria, dopo quelli legati al mostro giuridico della mediaconciliazione obbligatoria, affidata a mediatori ed altra roba assortita, è stato che noi avvocati abbiamo perso questa opportunità lavorativa e reddituale. Come se non avessimo bisogno di lavorare, fare altro e fare di più.
Di chi è la colpa di tutto questo? Dei social network?