IV
Proprio mentre pensava al caffe’ al sapore di nonso’qualebevandadicolore marrone giunse il suo collega, trafelato come non mai.
Era George Fatonzein, nipote di terzo letto e primo como’ del suo Presidente.
La sua id card indicava un turno di lavoro di sole 63 ore giornaliere, secondo le direttive ricevute gia’ da qualche anno dal Ministero delle Pensioni Decenti.
Il loro era un lavoro di prestigio: Catalogare le virgole ed i congiunti sbagliati nei Romanzi di Moccia.
D’altronde gia’ da qualche mese non erano pubblicati altri libri.
Ma quell’ultima opera lo aveva affascinato.
La copertina lasciva presagire un gran bailamme letterario .
Ed il titolo non era da meno :
” Succhiando kiwi in terza elementare”
A parer suo e di George , avrebbe avuto almeno una nomination nella categoria “libri per pareggiare tavoli dalle gambe corte” , ma, si sa’, certe cose erano gestite ai piani alti.
Torno al capitolo iv ( che combinazione ! ) e scopri che c’erano solo 48 virgole fuori posto.
Certo in un capitolo composto da 13 parole .
Ma l’Arte vuole i suoi sacrifici.
” che fai ? Leggi ? ” gli chiese George, mentre si leccava accuratamente le mani.
” mi alleno a fingere interesse . ” rispose con voce roca imitando Caron Dimonio.
” meglio quello che lavorare ” fu l’epitaffio della conversazione .
A volte fingere di lavorare e’ più’ duro che lavorare .
Ma qui si esagera .
Nella migliore tradizione dei romanzi d’appendice di fine 700 aggiungiamo illustrazioni a casaccio tra i capitoli .
Il titolo di quella che segue e’. “Pitale” tecnica mista su gatto imburrato . 245 x 54 prezzo comunicato a richiesta
V
Eh si, meglio fingere di lavorare che lavorare davvero.
E d’altronde in un mondo di lavoro finto qual era la differenza? .
I padri avevano costruito ponti e dighe, marciato in cortei e ciclostilato volantini, contrabbandato idee .
I figli avevano inventato gli sfondi per cellulare e le suonerie di Virgola il gattino.
Maledette virgole, sempre in mezzo .
Era una maledizione .
Come la Melevisione ma pensata da un Faraone della XXI dinastia.
Guardo l’orologio della parete e per la prima volta si accorse che era privo di lancette .
Ed anche di numeri .
Ed anche di meccanismo.
Ed era semplicemente dipinto sulla parete.
In compenso c’erano un sacco di gradevoli disegni.
” hai visto che bello ? ” gli chiese George ” sembra che contenga l’antica profezia del programma del PD, ma nessuno e’ riuscito ancora a decifrarlo . In compenso ti permette di essere sempre puntuale agli appuntamenti con la Storia”
Rispose secco ” Per me funziona meglio con la Geografia della Corruzione” .
Purtroppo mancavano ancora sessanta secondi alla pausa.
E i libri continuavano a crescere ed ad accumularsi come villette abusive sulle pendici del Vesuvio.
Prima che lo asfaltassero ovviamente .
Occorreva trovare un diversivo prima che la conversazione scendesse sul personale e George rammentasse di non avergli mai chiesto il nome in appena tre anni di lavoro gomito a gomito, di gite in barca, di future ex mogli e di file allo Sportello Diritti Civili Concessi.
Il suo piccolo segreto.
In un mondo di pubblicità’ Lui praticava il Marketing Inverso.
Una cravatta al posto di una faccia.
Lo sbadiglio sulle labbra della società
Click. Pausa .
