Il primo teorema dell’istituzionalizzazione prevede che il numero di pecore che vengano nominate dal gruppo di potere dipenda da rapporti con tre variabili:
1. è direttamente proporzionale (con andamento lineare) al numero di pecore totali da controllare e sta in un rapporto non lineare;
2. è direttamente proporzionale (con andamento lineare) all’incapacità del gruppo di potere;
3. è dipendente (con andamento non lineare) dalla pressione che le pecore sono in grado di mettere sul gruppo di potere.
TEOREMA N. 1: l’equilibrio di sistema si ottiene istituzionalizzando il minimo numero di pecore necessario a minimizzare la pressione del gregge sul gruppo di potere.
Attualmente il sistema si trova in un punto di perfetto equilibrio. Le pecore sono circa 240 mila, le pecore istituzionalizzate sono poco più del 15 % della massa. Ciò vuol dire che regalando convegni, commissioni, incarichi assortiti o una ragionevole speranza di ottenere tali incarichi in un arco temporale ragionevole di tempo a circa 3 mila analfabeti, il gruppo di potere (esponenzialmente minore quanto a composizione numerica, il che fa comprendere l’effetto di leva che agisce come controller grazie ai meccanismi dell’istituzionalizzazione), si garantisce la minima pressione possibile da parte dell’intero gregge.
E’ una formula matematica che non fa sconti e che non lascia scampo ad eccezioni: il sistema agisce come un computer che calcola variabili e decide allocazione di pecore da guidare verso determinate cariche: la risultante è la normalizzazione del dissenso, che consente ai padroni dell’avvocatura (che al massimo ammonteranno allo 0,3 – 0,4 % del gregge totale), di mantenere il pieno controllo della categoria.
Il Teorema n. 1 quindi definisce le grandezze lineari e non lineari che tengono in equilibrio il sistema padronale che comanda l’avvocatura italiana. Cosa prevede il teorema n. 2 dell’istituzionalizzazione? La pecora da istituzionalizzare viene scelta in modo direttamente proporzionale alla sua assertività, direttamente proporzionale alla sua inattività, inversamente proporzionale alla sua indipendenza.
TEOREMA N. 2. l’equilibrio di sistema si ottiene istituzionalizzando le pecore con il massimo fattore di acquiescenza combinata verso il gruppo di potere. Anche il secondo teorema dunque si può definire secondo un andamento di tre variabili, che possiamo approssimativamente considerare lineari:
1. assertività;
2. inattività;
3. indipendenza.
Il sistema sceglie con cura i soggetti da istituzionalizzare. Le candidature, i posti, le cordate necessarie a far convergere il consenso necessario sulle pecore da istituzionalizzare dipendono dalle tre variabili enunciate, secondo una proporzionalità diretta per quanto riguarda la n. 1 e la n. 2, ed inversa per quanto riguarda la n. 3. Il sistema non può permettersi di avere al proprio interno soggetti che si esprimano con un linguaggio destabilizzante, quindi è fondamentale che i prescelti siano assertivi. Da ciò discende un corollario del secondo teorema:
1.1. l’assertività si insegna ed ha il preciso obiettivo di espungere il linguaggio rivoluzionario dal circuito istituzionale.
Nulla resta da segnalare per quanto riguarda le grandezze analizzate sub 2 e 3.
I primi due teoremi dell’istituzionalizzazione permettono di costruire un sistema padronale in equilibrio, senza minimamente occuparsi dell’oggetto delle decisioni politiche assunte. E’ questo un elemento indispensabile da comprendere, che si ricava dall’analisi illustrata. Il sistema, conformato a queste caratteristiche, basta a se stesso. L’importante non è più “cosa si fa”, ma come minimizzare la pressione destabilizzante sul gruppo di potere, operando le correzioni necessarie in termini di riequilibrio di sistema.
Napoli, primi giorni di settembre dell’anno del Signore 2015-09-04
Avv. Salvatore Lucignano