UTILE E DISDICEVOLE: L’INUTILE

23 Agosto, 2017 | Autore : |

La disgregazione politica è un fenomeno connaturato alla scomparsa di grandi ideologie politiche. L’ideologia è il vero collante delle masse ed in assenza di un tale elemento, non più presente nell’orizzonte politico e sociale, diventa normale che le masse o i gruppi non siano legati. In pratica, senza ideologie politiche si apre la strada all’atomizzazione necessaria di qualsiasi gruppo umano, risultando assolutamente insufficienti gli eventuali surrogati che tentino di unire gli individui.

Non è un mistero che l’Italia sia il paese in cui il sentimento nazionale, nella vulgata, ripresa dall’analisi dei fatti storici, appaia legato alla nazionale di pallone, più che all’idea di paese o di nazione. L’assenza di un sentimento e di una ideologia nazionale, l’affievolimento del senso di “patria”, non sono elementi inventati, ma realtà concrete, che contribuiscono al nichilismo collegato alla disgregazione politica.

Trovare elementi unificanti all’interno dei gruppi, sul piano dell’ideologia politica, diventa dunque uno degli scopi fondamentali dell’agire di una buona politica. Il politico, per contrastare il nichilismo e la bulimia espressiva della contemporaneità, deve dunque assumere l’impegno di costruire un sistema di valori politici capaci di farsi e di creare una comunità.

L’ideologia, lungi dall’essere un elemento negativo all’interno della società, è invece un pilastro fondamentale della stessa. Laddove manchi una comune visione ideologica, codificata e pertanto riconoscibile e trasferibile, viene meno il fondamento laico di qualsiasi gruppo. L’assenza dell’ideologia politica apre la strada al vuoto, al nulla, che può essere riempito dagli elementi più disparati: odio, rivalsa, nichilismo, mediocrazia, alienazione, integralismi, fanatismo religioso, estremismi militari.

 

 

L’assenza dell’ideologia politica provoca in definitiva l’inutilità della buona politica, perché la funzione laica dell’agire collettivo, indirizzata verso obiettivi di avanzamento sociale, si disperde e si annulla, laddove vengano meno quei legami tra gli uomini che sono il sale vivificante di una società sana. La politica è fondamentale per la stabilità della società e non può esservi politica dove manchi una visione che superi il contingente e l’interesse particolare. L’ideologia è infatti la trasposizione dell’individuo nel collettivo, la ricerca di una finalità dell’agire individuale che possa concretizzarsi in un bene diffuso, che vada oltre il singolo, sia nella dimensione spaziale, che in quella temporale. L’ideologia è l’oltreuomo, è superamento dell’egoismo sociale, pertanto è necessaria.

 

La politica non sorretta dall’ideologia si limita fatalmente alla gestione del contingente e del particolare, confluisce nell’esercizio del potere, non è in grado di unire gli individui in gruppi coesi. Quando ciò avviene, la politica diventa altro da ciò che la rende nobile, contribuendo ad incrementare i processi di atomizzazione sociale, generando individualismi non più in grado di riconoscere nelle dinamiche sociopolitiche un fine altruistico. Tale degenerazione sfocia nell’entropia sociale, ovvero nel caotico movimento degli individui, che non riescono a trovare una chiave operativa in grado di guidarli e socializzarli, perdendo i codici per decrittare il comportamento dei propri simili.

Si apre così la porta alla società dissociata, in cui ogni singolo componente del gruppo sociale non si riconosce in una collettività, ma ne fa parte unicamente come trasportato o peggio, posseduto. L’assenza di ideologia politica nell’ambito sociale porta dunque alle moderne forme di alienazione nichilistica, ovvero alla sublimazione del pensiero debole. L’individuo diventa certo di essere politicamente irrilevante, si convince che la politica stessa sia inutile, o peggio, che la sua degenerazione sia connaturata alla sua stessa essenza. In questo modo l’individuo diviene elemento statico isolato, pronto per essere usato come granello di massa umana, posto dai gruppi egemonici in corrispondenza dei punti di crisi dei sistemi dominanti, allo stesso modo dei sacchetti che durante la grande guerra volevano fermare i proiettili sparati dalle mitragliatrici nemiche.

 

 

La riscoperta del valore delle ideologie è fondamentale per affrontare il nichilismo della contemporaneità. Perché ciò possa realizzarsi è necessario che i grandi progetti politici in grado di guidare masse e gruppi, in qualsiasi ambito, non teorizzino il superamento delle ideologie, ma ne sappiano riscoprire il valore sociale.

 

Se si analizza l’avvocatura italiana degli ultimi decenni alla luce di queste brevi riflessioni, è facile notare come gli elementi per un’ unificazione sociale e politica siano stati totalmente ignorati, sia dai gruppi dominanti, dediti sostanzialmente all’arricchimento personale e all’affarismo, per mezzo dei meccanismi di controllo dell’istituzionalizzazione, sia dall’avvocatura di base. Gli avvocati infatti, da troppo tempo non comprendono il valore della politica, e meno ancora comprendono quanto sia importante il valore dell’ideologia. L’assenza di una visione comune, di tipo politico, la mancanza di respiro dell’agire individuale degli avvocati italiani, li ha relegati nel cono d’ombra della più totale irrilevanza sociale.

 

Nessun avvocato può essere preso sul serio dalla società italiana, visto che gli avvocati non sono un soggetto politico, mancano di un sentire politico comune, non posseggono un’istituzione politica rappresentativa, unificata ed unificante. Nessuna forma di dominio autoritario può dunque rappresentare l’avvocatura, perché in assenza dell’ideologia che deve chiarire cosa sono gli avvocati, come corpo unico, non ci potrà essere rappresentanza che tenga, né che includa o vincoli coloro che sono alienati dal corpo e dalla categoria, intesa come classe.

 

NAD ha il compito di illustrare questi fenomeni agli avvocati italiani, per costruire il tessuto e le basi culturali affinché la buona politica forense possa farsi dapprima comunità, attraverso l’associazione, e poi categoria, mediante il sovvertimento del regime autoritario della Cosa Nostra forense.

NAD ha dunque il dovere di riscrivere il concetto dell’utile, socialmente inteso, partendo dal contrasto all’inutile, come viene volgarmente banalizzato dal regime. La negazione della funzione socializzante dell’ideologia è funzionale all’alienazione ed alla successiva manipolazione, con finalità di resistenza al cambiamento, di ogni singolo individuo.

Un individuo non sorretto da una visione e dall’ideologia politica è fatalmente un dissociato e non può contrastare con efficacia le degenerazioni affaristiche ed autoritarie dei gruppi di potere egemonici all’interno delle strutture sociali.

 

La comprensione del presente articolo darà diritto a 4 crediti formativi in chimica. 

 

Avv. Salvatore Lucignano

 

 

 

 

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