Se ieri l’assemblea di Napoli fosse cominciata alle 12.00, come previsto e non alle 13,00;
Se ieri l’assemblea si fosse tenuta in un ambiente climatizzato e non in una fornace rovente;
Se gli interventi fossero davvero durati cinque minuti e se il segretario dell’Ordine non avesse “chiamato” il tempo solo a quelli per lui scomodi, ma anche ai delegati alla Cassa e ai professionisti della dilazione…
il Foro di Napoli avrebbe bocciato i minimi obbligatori slegati dal reddito ed approvato una contribuzione previdenziale proporzionale al reddito e progressiva con 300 voti a favore, forse 4 contrari e al massimo una ventina di astenuti.
Il punto, per chi sa di diritto, è diverso: 152 – 2 – 8 ovvero 300 – 4 – 20 non cambia: ieri tutti gli intervenuti all’assemblea, ma proprio TUTTI, erano per la nostra mozione, perché TUTTI, ma proprio TUTTI non riescono più a trovare uno straccio di argomento per difendere i minimi slegati dal reddito.
A qualche disagiato che parla di 152 favorevoli come di un numero “basso” rispetto al Foro, vorrei ricordare che ieri i colleghi intervenuti in assemblea sono stati quasi 400, che quelli che sono rimasti, sfidando condizioni indegne ed una gestione assembleare degna dei peggiori bar di Caracas, lo hanno fatto in condizioni proibitive, che sentirsi un intervento di 15 minuti di un delegato alla Cassa, che alle 15,00, dopo due ore di martirio, continua a parlare del nulla, invece di dire se vota SI o NO alla mozione presentata e protocollata da NAD e mantenere comunque la calma… non è facile.
A quei disagiati vorrei anche ricordare che ieri si è espresso IL FORO DI NAPOLI. Mi rendo conto che per moltissimi avvocati il diritto sia un optional, ma l’assemblea degli iscritti al Foro… INCARNA e RAPPRESENTA il Foro. A tutti quei disagiati che parlano di “pochi” avvocati presenti vorrei dire che, se volevano che si esprimessero “gli altri”, bastava farli venire in assemblea.
Ricordo a chiunque si sia laureato in giurisprudenza e non con i punti della Miralanza… che l’assemblea degli iscritti di ieri NON PREVEDEVA QUORUM partecipativo, pertanto… ieri ha deliberato il Foro di Napoli, che piaccia o meno agli assenti.
152 o 300 (se avessimo tenuto l’assemblea in condizioni civili, senza ritardi voluti e senza ostruzionismi istituzionali) non cambia il valore giuridico del deliberato di ieri: il Foro di Napoli ha detto NO ai minimi contributivi slegati dal reddito e SI ad una contribuzione proporzionale e progressiva.
Un’ultima notazione, giusto perché a me le lezioni di diritto piace farle “complete”, in modo che i disagiati possano avere tutti i crediti formativi che concedo per lo studio dei miei articoli: il nostro deliberato è PERFETTAMENTE legittimo. Nessuna norma, ASSOLUTAMENTE NESSUNA NORMA, dell’ordinamento italiano, se non il regolamento di Cassa Forense in materia, prevede che i minimi contributivi debbano essere SLEGATI dal reddito e la Costituzione prevede che le prestazioni patrimoniali di carattere tributario debbano essere informate a criteri di progressività.
Il principio di una contribuzione previdenziale slegata dal reddito verrà presto dichiarato illegittimo dalla giurisprudenza di legittimità. A chi ci chiede di fare ricorsi contro la norma, rispondo che se avessimo dovuto fare ricorsi contro tutte le porcherie emanate dalla Cosa Nostra dell’istituzionalizzazione forense, avremmo dovuto chiudere gli studi e dedicarci solo a quello, per anni.
Ci scuseranno i disagiati se noi vogliamo procedere con la politica e i nostri studi vogliamo impegnarli per fare il nostro lavoro.
SUDARIO.
Lo studio del presente articolo darà diritto a due crediti formativi in materia obbligatoria.
Avv. Salvatore Lucignano