Il secondo rapporto CENSIS sull’avvocatura italiana non è stato ancora pubblicato in versione integrale. Ciò che abbiamo visto, già basta a tracciare un quadro drammatico (l’ennesimo) sulle condizioni economiche dei nostri colleghi.
I lustrini e le bancarelle dati, la propaganda e la mistificazione sulle proteste dei “viddani”, non riescono nell’intento di far obliare la realtà, anche perché decine di migliaia di colleghi quella realtà la vivono ogni giorno e sanno che fa schifo.
Trattare la morte dell’avvocatura di massa come un “non” fenomeno, non è solo grave, sul piano morale e politico, ma è addirittura sconcertante, sotto il profilo dell’etica e della deontologia professionale.
L’avvocatura è comandata come “Cosa Nostra” da uno stravagante personaggio friulano che narra mirabolanti storie di valori, arcaici e retorici, infilando nelle sue tasche i valori, molto più concreti, versati da colleghi che non arrivano a fine mese.
Contro la grancassa del “sono pochi sfigati” i freddi numeri di una crisi autentica, strutturale, endemica, spazzano via ogni “Dubbio”.
– Quasi un avvocato su tre sopravvive a stento del suo lavoro;
– Le prospettive di incremento reddituale dei colleghi sono drasticamente diminuite rispetto al passato e le dinamiche di accumulazione di valore nei processi produttivi di reddito della classe forense non accennano ad invertire la rotta;
– L’incapacità delle istituzioni forensi di agire come soggetto che combatte efficacemente la crisi, trovando soluzioni concrete ed apprezzate dalla categoria, è ormai un dato consolidato;
– Lo scollamento tra gli storytelling del regime e il mondo reale dei colleghi e delle loro problematiche sta delegittimando ciò che restava (assai poco) delle ragioni di primazia degli esponenti della cupola ordinistica.
Non basta Giorgino a risollevare le sorti dell’avvocatura italiana, fiaccata da una diaspora di ricchezza e possibilità che non accenna a finire, colpita a morte, nel momento in cui peraltro già rantola, da una classe dirigente vorace, stupida e incapace di affrontare i problemi dei colleghi.
Lo studio del presente articolo non darà diritto ad alcun credito formativo.
Avv. Salvatore Lucignano