Lo studio del presente articolo darà diritto ad un credito formativo in materia obbligatoria.
Nel corso degli anni ho illustrato, fin dal 2014, i fattori che avrebbero portato alla morte dell’avvocatura, come categoria sociale e politica. Ho chiarito che l’assenza di un coinvolgimento democratico dei colleghi avrebbe creato un sempre maggior scollamento e distacco, tra i vertici della categoria, rinchiusi in un mondo distante dalle problematiche e dal sentire della base e quella base stessa: non mi sbagliavo. Più cresceva l’autoritarismo, più la legge professionale mostrava i propri sconvolgenti limiti, più l’avvocatura italiana svaniva, in assenza di un fattore unificante, che facesse riconoscere tutti gli avvocati italiani in un progetto politico unitario.
Nel dicembre del 2014, ovvero due anni e mezzo fa, pubblicai un articolo, sul quotidiano “qdn” (qualcosa di Napoli), che parlava di “rinnovamento tradito”. Mi soffermai sull’assenza di democrazia interna, segnalai il ruolo devastante che il Ministro Andrea Orlando, di comune accordo con il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin, stava svolgendo, per favorire l’arroccamento delle componenti più voraci e spregiudicate della categoria, attraverso lo sfruttamento e la marginalizzazione dei giovani avvocati italiani. A distanza di due anni ritengo che quel documento descriva ancora perfettamente la pietosa situazione della nostra categoria. Purtroppo anche allora non mi sbagliavo.
IL MINISTRO FANTOCCIO.
Il ruolo di Andrea Orlando nella vicenda che l’avvocatura sta subendo in questi anni è stato determinante. Senza la sua nefasta azione, il Consiglio Nazionale Forense non avrebbe potuto perseguire il suo piano di normalizzazione della categoria. Intendiamoci, Orlando non può essere l’unico alibi, di fondo la sua figura ha avuto gioco facile nel maramaldeggiare su una categoria rappresentata da accattoni, inetti, Presidenti di Consigli dell’Ordine pronti a vendersi per un tozzo di pane, associazioni forensi cosiddette “maggiormente rappresentative”, ormai in palese crisi di identità, ridotte a scendiletto connivente dello strapotere e dell’arbitrio delle istituzioni forensi. Solo così si spiega come questo oscuro non giurista abbia potuto fingere di essere addirittura un amico dell’avvocatura, confidando sulla benevolenza che i sudditi del regime, imboccati dai loro padrini, gli avrebbero concesso.
L’ultima buoutade del diplomato non giurista riguarda la promozione di una raccolta di firme per l’approvazione del cosiddetto “equo compenso”. Se gli avvocati italiani avessero un briciolo di dignità avrebbero reagito a questo roboante annuncio con una selva di sonori pernacchi, in perfetto stile eduardiano, ma siccome il regime che comanda gli avvocati resta ben saldo al potere grazie ad Andrea Orlando, nessuno, all’interno delle istituzioni forensi, si è degnato di rispedire al mittente questa patetica buffonata.
La boutade peraltro è stata ospitata dal giornale di Andrea & Andrea, quel dubbioso “Dubbio” pagato dai soldi degli uccellati, che fa da house organ agli uccellatori. Non stupisce dunque l’enfasi dei servi, né il silenzio dei complici, di fronte a tanta sfrontatezza.
Un Ministro, che per mesi ha sbandierato ai quattro venti la presentazione di un disegno di legge in materia di equo compenso, che in realtà ha pensato unicamente ad alcuni avvocati, creando con l’equo compenso una selezione ancora più forte tra gli avvocati mantenuti dai grandi gruppi assicurativi, bancari ed industriali ed ignorando tutti gli altri, il volgo, quelli strozzati dai clienti privati, oggi, a legislatura praticamente finita, si impegna a “raccogliere le firme”.
https://www.nuovaavvocaturademocratica.org/politica-e-attualita/compenso-equo-iniquo/
Nell’articolo linkato sopra ho già affrontato gli aspetti dell’iniquo compenso per gli avvocati deboli, denunciando come una tariffa minima concessa da Orlando solo ad alcuni e per alcuni, sarebbe stata l’ennesima discriminazione verso “tutti gli altri”. Oggi possiamo dire che anche quella tariffa minima, promessa da Orlando solo ai baroni, si è dimostrata fumo. Il Ministro infatti, come un qualsiasi turista, passante o cittadino, invoca le “firme” per la presentazione di una legge in materia, ignorando che doveva essere lui a promuovere e far approvare quella legge.
Il segno che la campagna elettorale del Sig. Orlando, reduce da recenti sconfitte, che ne hanno certificato l’irrilevanza politica, è in pieno fermento e che l’Orlando Fumoso si appresta a chiedere ai suoi complici, primo tra tutti l’avvocato Andrea Mascherin, il pagamento delle cambiali derivanti dalla mano libera concessa alle istituzioni forensi nella creazione di prebende, organi di stampa padronali, avente funzione di veline politiche, assenza di regole per quel che riguarda il rinnovamento delle rappresentanze politiche dell’avvocatura.
E gli avvocati? Quale reazione dal volgo di fronte a questa ennesima promessa da marinaio? Qualcuno, qualche rappresentante del glorioso mondo politico forense, a parte NAD ovviamente, ha denunciato ai paperi che il signore che si dipinge irato, sul suo grifone alato, in realtà non è che un impostore, una burla, una menzogna vivente? Qualcuno ha denunciato che gli avvocati continuano a fare la fame e a perdere reddito grazie al Sig. Orlando? Qualcuno… qualcuno si. Ma proprio qualcuno.
Avv. Salvatore Lucignano