Siamo già all’epilogo. Intendiamoci, non che ci volesse molto a comprenderlo, ma il modo in cui l’Organismo Congressuale Forense (OCF), si sta avviando alla fine della sua esperienza, non lascia adito ad alcun “Dubbio”: si tratta di una Caporetto, l’ennesima, per l’avvocatura italiana e per un sistema ordinistico ormai totalmente slegato dalla realtà.
L’idea che per fare buona politica servano 790 mila euro annui è semplicemente ridicola. La politica si fa con lo studio, con le capacità, con l’autorevolezza dei contenuti. In questo OCF è solo un triste surrogato dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA). Nonostante questo, è evidente che il Consiglio Nazionale Forense (CNF) voglia affamare l’OCF per motivi di supremazia politica, che non c’entrano assolutamente niente con il diritto.
In Italia la cupola delle istituzioni forensi usa il diritto, la deontologia, il decoro, la giustizia, come “Cosa Nostra”. Ogni tesi è valida, se funzionale agli interessi del padrone, con il reverendo non si può mai ragionare… che sa la legge… ed è sempre come decide lui. Giovanni Verga aveva già detto tutto.
LA DEONTOLOGIA E LA LEGGE PROFESSIONALE AI TEMPI DELLA “COSA NOSTRA” ISTITUZIONALE.
– Non c’è che fare, non c’è che fare – borbottavano i poveretti rassegnati. – La brocca non ci vince contro il sasso, e col Reverendo non si può litigare, ché lui sa la legge! –
Se la sapeva! Quand’erano davanti al giudice, coll’avvocato, egli chiudeva la bocca a tutti col dire: – La legge è così e così -. Ed era sempre come giovava a lui.
Giovanni Verga
LA DEONTOLOGIA E LA LEGGE PROFESSIONALE PER CUI SI STA BATTENDO NAD.
– Non c’è più religione, né giustizia, né nulla! – brontolava il Reverendo come diventava vecchio. – Adesso ciascuno vuol dir la sua. Chi non ha nulla vorrebbe chiapparvi il vostro. – Levati di lì, che mi ci metto io! – Chi non ha altro da fare viene a cercarvi le pulci in casa. I preti vorrebbero ridurli a sagrestani, dir messa e scopare la chiesa. La volontà di Dio non vogliono farla più, ecco cos’è! –
Giovanni Verga
OCF non è mai nato. Doveva essere il riscatto, la presa di potere dei signorotti dei Consigli dell’Ordine di mezza Italia: si è subito visto che il legame tra CNF e Consigli locali non regge più e non rassicura la cupola. Le scialuppe di salvataggio per i soldati, per i picciotti, scarseggiano. “O’sistema” riesce ormai a gestire a malapena quelle per i capi, ma anche lì scarseggia ormai il fieno per tenere a bada i ronzini.
L’avvocatura italiana ha vissuto per decenni di processi di autoassoluzione, mistificazione del proprio io, racconti distorti di grandezze mai viste e cosciente cecità nei confronti delle sue vere miserie.
L’avvocatura tace sull’incapacità di selezionare professionisti che siano giuristi e piange perché è a corto di giuristi tra i professionisti che la compongono. L’avvocatura italiana vuole essere lasciata libera di lavorare, ma si duole peché nessuno si occupa di lei. Urla, strepiti e schiamazzi vengono lanciati contro chi si impegna per cambiare la situazione, perché sono “villani” che vogliono rubare il posto ai “sacrestani” e non rispettano la volontà di Dio.
Dio, che tutto vede e tutto può, che sa e provvede, ma nulla può dinanzi alle miserie degli uomini. E dunque? E dunque niente: QUA, QUA, QUA. Perché gli avvocati italiani sono così: passano sopra tutto e sotto tutto, brigano, arraffano, sgusciano, scommettono sulla propria attività con lo stesso spirito del giocatore d’azzardo, passano sui propri colleghi come mosche nel barattolo, nutrono il proprio ego di bisogni e ragioni che non li toccano e scovano paglie nell’occhio dei simili, con più occhio di quanto ne abbia il Falco Pellegrino.
La piazza non basta più. Mancano le basi, il coraggio, la visione. Un progetto vero, inclusivo, che voglia rappresentare e non rappresentarsi, lo ha proposto solo NAD. Il resto è “Cosa Nostra”. La complessità del sistema, le asimmetrie del potere, fanno il resto. La contemporaneità maciulla e dimentica, dissolve e mistifica, sacrifica l’ideale ed il possibile all’altare della realtà, per bieca che sia. Non c’è più gloria, se mai vi è stata, nella giustizia. Orde di sopravviventi disprezzano la ragione, in cerca unicamente di pasti caldi e un ricovero per corpi nudi. Dentro… lasciamo stare.
Cosa dovremmo fare? Abbandonarci ai riti di un mondo crepuscolare? Avallare l’autoritarismo diffuso, il distacco padronale di chi fa e disfa, di chi usa il potere per il rafforzamento del suo potere? Che contegno tenere con quei reverendi che insegnano ai poveri “viddani” il rispetto e la paura, il timor di Dio? “It’s evolution baby”. “Bigger is better”. E allora avanti con i grandi numeri, molta propaganda, scontri di gettoni e guerra di bottoni. Le vittime non hanno sesso, né colore, né nomi. Il cupio dissolvi è servito.
Avv. Salvatore Lucignano
Segretario Nazionale Nuova Avvocatura Democratica