Seguo spesso, per dovere legato al mio ruolo politico forense, il giornale pagato dagli avvocati italiani. E’ un giornale in cui non solo non c’è alcuna traccia dell’avvocatura libera, ma si perdono persino le tracce di quella istituzionalizzata. Chi avesse la pazienza di provare a sfogliare la versione digitale odierna, cercando elementi che rimandino a quanto sta accadendo in queste ore, resterà deluso. La manifestazione del 13 maggio è semplicemente assente dalle cronache. Gli avvocati, per il Dubbio, non esistono. E’ questo il dato più agghiacciante di un progetto disastroso: l’assenza totale dell’avvocatura, la volontà, che si potrebbe quasi considerare provocatoria, di non dedicare a noi avvocati alcuno spazio. Nemmeno le tesi o i fatti riguardanti le istituzioni forensi trovano un minimo di ascolto.
– Falliti miseramente i progetti, tanto sbandierati, di avere dei referenti nei Singoli Fori, per raccontare i fatti dell’avvocatura.
– Falliti i progetti, tanto sbandierati, di raccogliere il pensiero degli avvocati in merito ai fatti della società italiana.
– Totalmente assente una linea editoriale che dia spazio all’avvocato, tentando di esprimere problematiche, pregi, capacità di sinergie con i cittadini.
Il giornale pagato dagli avvocati non dà spazio nemmeno al suo editore, che non riesce mai a dire o a comparire, se non con sparuti trafiletti. Non si tratta nemmeno di una velina di regime. Per “Il dubbio”, gli avvocati italiani, semplicemente, non esistono. Appare evidente, anche alla lettura di un osservatore distratto, che la redazione del giornale provi quasi fastidio verso l’avvocatura, non nasconda la propria distanza e mancata conoscenza dei colleghi. Non è stato fatto alcun lavoro giornalistico degno di nota o menzione, non c’è uno straccio di resoconto che cerchi di comprendere le varie manifestazioni o soggetti politici che animano il dibattito interno alla categoria.
Ovviamente non mi aspettavo che Piero Sansonetti avesse il coraggio di chiedere ed ospitare un confronto con Salvatore Lucignano sulle pagine del giornale pagato da Lucignano, ma il dramma è che una cosa del genere non si faccia nemmeno con associazioni “famose”, come ANF, MF, AIGA. Niente. Il nulla. Il dubbio relega gli avvocati che si occupano dell’avvocatura all’oblio.
Ovviamente, i danni che provoca questo snobismo, da parte di quello che dovrebbe essere il nostro “house organ”, sono incalcolabili. Il cittadino medio vede confermata la assoluta irrilevanza dell’avvocatura, si fa l’idea che noi siamo talmente poco credibili e contiamo talmente tanto poco da non meritare che nemmeno il nostro giornale si occupi di noi, di raccontare la professione, di indicare ai cittadini quanto avviene in questo settore della società.
A distanza di un anno dal suo lancio, al netto dell’illegittimità, dell’arbitrio, degli abusi che ne hanno caratterizzato la genesi, “IL DUBBIO” è riuscito a cancellare nella mente degli italiani… persino “IL DUBBIO” che in Italia esista l’avvocatura. Grazie a questa scellerata iniziativa, ora i cittadini hanno avuto la CERTEZZA che non esistiamo:
glielo conferma anche il nostro giornale.
Avv. Salvatore Lucignano – Segretario Nazionale Nuova Avvocatura Democratica