I MOTIVI DI UNA SCELTA. DIGIUNO PER AMORE

19 Gennaio, 2017 | Autore : |

Sono Alessandro Cantelmo e sono un Avvocato. Si, sono un Avvocato non faccio l’Avvocato. Lo sono perché ho sempre ritenuto che tra Stato e Comunità dovesse esserci un cuscinetto forte che evitasse che la ricerca di Giustizia portasse a trovare solo il totem della Legge. Ero inconsapevolmente Avvocato da bambino e, crescendo, lo sono diventato con maggiore consapevolezza. Vocazione, in fondo, è presente in maniera forte nell’etimologia di Avvocato. L’Avvocatura, soprattutto al tempo della crisi economica e morale, dovrebbe essere classe dirigente, fucina politica e bastione in difesa delle libertà e dei diritti fondamentali. Non i Giudici, potere dello Stato, come nella narrazione tossica odierna, ma gli Avvocati dovrebbero essere il riferimento della Comunità nella ricerca della Giustizia. Per far questo l’Avvocato, però, ha il dovere di essere libero, preparato, forte. Oggi, purtroppo, la realtà ci consegna un’Avvocatura in coma profondo. Scelte politiche scellerate e consapevoli hanno provocato una situazione di impoverimento che mina alla base ogni libera professione ed, in particolare, quella legale. Nell’immaginario collettivo, sempre per una scelta politica lucida e sottile, si è destrutturata la figura dell’Avvocato imprimendo, mediaticamente, aspetti per i quali la percezione sociale si è fatta negativa, ostile. Le istituzioni forensi italiane, segnatamente il Consiglio Nazionale Forense e la Cassa di Previdenza Forense, autoreferenziali e plutocratiche, contribuiscono allo sfacelo, conniventi con una politica sempre più asservita all’economia nel tentativo di autoconservarsi almeno come oligarchia. Per questi motivi ho deciso di portare su un piano diverso la mia lotta politica con la pratica del Satyagraha attraverso il digiuno. Assieme ad altri fratelli di lotta il 27 gennaio comincerò un digiuno per la Verità. Offrirò, attraverso il digiuno, il corpo alla protesta non violenta. Ciò, si badi, non per il ripudio a priori della prassi rivoluzionaria concretizzantesi nello scontro fisico, ma perché convinto che quel momento sia ancora lontano dalla coscienza anestetizzata delle Colleghe e dei Colleghi intrappolati nella spirale di una professione che costringe ad inseguire la dignità di un reddito commisurato alle ore impiegate nel lavoro. Digiuno perché venga quel giorno.

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