Inviata a mezzo PEC a presidente@avvocatinapoli.legalmail.it
Caro Presidente,
sono ormai trascorsi tre mesi, meno pochi giorni, dalla conclusione del XXXIII Congresso Nazionale Forense. Un Congresso a cui ho partecipato, nelle vesti di delegato, a seguito della mia indicazione, da parte di ben quattrocentoquarantaquattro (444) colleghi appartenenti al Foro di Napoli.
Un Congresso al quale hai partecipato anche tu, quale membro di diritto, in quanto nominato Presidente del nostro ordine circondariale dai componenti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, dopo la scomparsa del collega Flavio Zanchini.
Nel corso di questi mesi sono accadute molte cose e l’avvocatura italiana ha vissuto molte vicende legate al Congresso. Napoli e l’avvocatura napoletana, per fortuna, hanno giocato un ruolo importante perché tali cose accadessero. Purtroppo i fatti a cui mi riferisco non portano nulla di buono ai colleghi che entrambi, io perché eletto e tu perché designato, rappresentiamo. Il Congresso Nazionale di Rimini infatti è stato un momento di grave disdoro per la nostra categoria professionale. Le regole, quelle di diritto e soprattutto quelle del buon gusto, sono state ampiamente e platealmente violate dalle istituzioni forensi che hanno comandato la Kermesse. I risultati, in termini di caos, sono già sotto i nostri occhi.
La ragione per cui mi rivolgo a te con una lettera aperta è dunque questa: chiederti come mai, a fronte del ruolo che rivesti, non hai ritenuto di dover prendere posizione pubblicamente su alcuni fatti che di seguito ti illustro, di modo che tu possa, se lo ritieni opportuno, rispondere, darne una tua lettura e magari spenderti, utilizzando la tua moral suasion, affinché i colleghi Michele Gallozzi e Nicola Fiorillo, indicati insieme a te dai nostri delegati congressuali distrettuali quali componenti nel neonato Organismo Congressuale Forense, benché in elezioni illegittime, che a mio parere andranno ripetute, vogliano anch’essi esprimersi.
Questi i fatti che sottopongo alla tua attenzione:
- LA RAPPRESENTANZA.
Come sicuramente ricorderai, la delegazione distrettuale napoletana si è riunita più volte, prima del Congresso Nazionale, per discutere dei temi e di eventuali mozioni o raccomandazioni da sottoporre al Congresso. Sul tema della rappresentanza è stata creata una Commissione, coordinata dal collega Gennaro Torrese, e composta da 14 componenti, tra cui il sottoscritto, che tu hai voluto indicare (circostanza di cui ti ringrazio), in ragione dell’impegno che mi riconosci su questo tema.
Ebbene, quella commissione ha licenziato una raccomandazione, elaborata e sottoscritta quasi all’unanimità, con le sole astensioni dei colleghi Ilaria Imparato e Roberto Giovene di Girasole, che prevedeva ed impegnava l’intera delegazione distrettuale napoletana al perseguimento, in sede congressuale, di un modello di rappresentanza politica dell’avvocatura che partisse da alcune premesse, ritenute dalla delegazione necessarie al buon esito del progetto. Tra le premesse indicate dalla nostra delegazione distrettuale, che avrebbero dovuto impegnare, perlomeno per il rispetto del senso del pudore, coloro che si sono riconosciuti nel concetto di “delegazione”, si indicava “…la ridefinizione della governance dell’avvocatura, e la realizzazione della sua UNITA’ attraverso una rappresentanza politica DISTINTA dalla rappresentanza istituzionale…”
Caro Presidente, mi chiedo e ti chiedo: perché la nostra delegazione, pur numerosa e rappresentativa quasi del 10% degli avvocati italiani, nonostante si fosse impegnata a perseguire e sostenere una governance basata su una netta distinzione tra rappresentanza politica ed istituzionale dell’avvocatura, ha tradito questa impostazione in sede congressuale, al punto da vedere più volte interventi in favore del progetto partorito dalla cosiddetta “Agorà”, che invece si basava proprio sul superamento delle incompatibilità tra rappresentanti istituzionali e politici?
Caro Presidente, mi chiedo e ti chiedo: che sorte avrà quella premessa, elaborata dalla Commissione sulla rappresentanza che i delegati congressuali napoletani, peraltro ancora in carica, poiché siamo tutti delegati permanenti e tali resteremo fino al prossimo Congresso Nazionale? Non ritieni che la delegazione distrettuale, o almeno quella circondariale, che tu presiedi, vada da te riunita, per spiegare ai circa 17 mila colleghi iscritti all’Ordine circondariale di Napoli le ragioni per cui la delegazione si è impegnata a sostenere un progetto e poi, in sede congressuale, ne ha sostenuto uno di tenore completamente opposto?
Caro Presidente, non ritieni che a distanza di quasi tre mesi dal Congresso Nazionale Forense, un Foro che voglia dirsi serio, aperto, trasparente ed inclusivo, dovrebbe convocare un’assemblea, in cui discutere, dibattere, informare tutti i colleghi di aspetti tanto importanti per il futuro della nostra categoria professionale?
Sono domande a cui spero vorrai fornire una risposta e, ripeto, una risposta, possibilmente scritta, in modo che possa essere documentata e diffusa fedelmente ai colleghi che rappresentiamo, sarebbe assai gradita anche da parte dei colleghi Michele Gallozzi e Nicola Fiorillo, visto lo spessore politico e la mole di lavoro compiuta nella nostra delegazione congressuale, che li ha portati ad essere indicati dai nostri colleghi quali componenti dell’Organismo Congressuale Forense.
- IL REGOLAMENTO ELETTORALE.
Una delle commissioni che la nostra delegazione distrettuale ha costituito, in vista del XXXIII Congresso Nazionale Forense, riguardava il regolamento elettorale da realizzare per porre fine alla prorogatio illegittima che molti Fori italiani, tra cui quello di Napoli, ancora vivono, per quanto attiene ai Consigli dell’Ordine.
Quella mozione ti vedeva presente al suo interno, come coordinatore dei lavori, insieme al collega Carlo Grillo.
Stanti i principi elaborati da quella commissione, di cui non ho fatto parte ma che ho comunque seguito, nel lavoro svolto, l’associazione forense di cui sono segretario nazionale, Nuova Avvocatura Democratica, ha presentato al XXXIII Congresso Nazionale Forense una mozione che disegnava un regolamento rispettoso delle norme di legge e della giurisprudenza intervenuta in materia. Quella mozione mi vedeva indicato come primo firmatario ed è stata ritenuta inammissibile da un Organo peraltro incompetente a decidere sul punto, in sede congressuale. Tali fatti risultano dai verbali delle Commissioni congressuali, peraltro in parte illeggibili, ma riconoscibili e decifrabili, pubblicati dopo lo svolgimento dei lavori congressuali.
La motivazione che i colleghi commissari hanno fornito, riguardo all’inammissibilità della mozione sul regolamento elettorale presentata da Nuova Avvocatura Democratica, è stata che il tema “non era tra quelli appartenenti ai temi congressuali”.
Caro Presidente, mi chiedo e ti chiedo: chi ha sbagliato? I colleghi napoletani, tu, il collega Grillo, ad istituire una commissione che affrontasse questo tema, in vista del XXXIII Congresso Nazionale Forense, o le commissioni riminesi che hanno escluso questo tema da quelli su cui occorreva discutere e votare?
Caro Presidente, mi chiedo e ti chiedo: quale delegato appartenente all’Organismo Congressuale Forense, qualora le elezioni già svolte non dovessero essere ripetute, ovvero lo siano e tu risulti nuovamente candidato e nuovamente eletto nell’Organismo, chiederai che il tema del regolamento elettorale da applicare ai Consigli dell’Ordine degli Avvocati sia posto al centro di una sessione congressuale suppletiva?
- I GETTONI DI PRESENZA E GLI ALTRI TEMI CASSATI DALLA DISCUSSIONE CONGRESSUALE.
Veniamo a sapere, da organi di stampa, che il coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, sub judice, in ragione dei reclami proposti avverso l’esito del voto napoletano dal sottoscritto e dal collega Fabrizio De Luca, ritiene necessaria la convocazione di un Congresso Straordinario, per integrare le mozioni di cui l’Organismo è mero organo attuativo, ai temi che riguardano la professione forense.
Caro Presidente, mi chiedo e ti chiedo: quale è la tua opinione in merito? Ritieni che i temi importanti per la professione forense siano quelli indicati dal collega Antonio Rosa? Ritieni che argomenti che hanno diviso l’avvocatura italiana, impegnandola per mesi in un feroce dibattito, mi riferisco ai famigerati gettoni di presenza attribuitisi nel 2015 dal Consiglio Nazionale Forense e al giornale “Il Dubbio”, costituito, sempre nel 2015, da detto Consiglio, siano argomenti su cui il Congresso Nazionale debba potersi pronunciare?
- VICENDA OCF: RECLAMI.
E vengo all’ultimo punto che sottopongo alla tua attenzione, ovvero la vicenda elezioni relative all’Organismo Congressuale Forense. Una vicenda surreale, in cui le violazioni delle norme non si contano, in cui l’arbitrio e l’imperizia delle istituzioni forensi italiane stanno ricoprendo di ridicolo la nostra categoria professionale. Come sicuramente saprai, avverso le elezioni svoltesi a Napoli in data 12 dicembre 2016, io ho presentato un reclamo, il cui contenuto è stato peraltro pubblicato ed è tuttora di pubblico dominio, essendo disponibile sul sito www.nuovaavvocaturademocratica.org. al seguente link:
Caro Presidente, mi chiedo e ti chiedo: quali sono le tue valutazioni sul reclamo che ho presentato?
Sperando che le considerazioni che ho sottoposto alla tua attenzione trovino riscontro attraverso un dibattito ed un confronto pubblico, che ti impegni in prima persona, stante l’importante ruolo che rivesti all’interno dell’avvocatura napoletana ed italiana, in attesa di un tuo riscontro, ti saluto con la consueta cordialità che contraddistingue da mesi i nostri rapporti personali.
Napoli, 5 gennaio 2017
Salvatore Lucignano