La corruzione morale ed intellettuale, l’inadeguatezza, l’ignoranza, l’inettitudine, di cui danno quotidiana manifestazione le istituzioni forensi italiane ha spinto un gruppo di avvocati a dichiarare una vera e propria guerra contro questo stato di cose. Questo gruppo di avvocati si raccoglie nell’associazione Nuova Avvocatura Democratica.
Il mio personale obiettivo per il 2017, nell’ambito di questa battaglia, è di ottenere la mia radiazione dall’albo degli avvocati. Ormai nutro un tale disprezzo per l’Ordine Forense, trovo che i suoi rappresentanti siano talmente infimi, indegni, impresentabili, da non avere più un’oncia di residuo rispetto per questo sistema di vessazione legale, utile solo per far arricchire qualche sfortunato e incapace avvocato, sulle spalle e con i soldi di tutti quanti gli altri.
La legge professionale forense, un vero aborto giuridico, voluta dal Consiglio Nazionale Forense, sta continuando a fare un male incalcolabile a decine di migliaia di avvocati italiani, giovani, deboli e donne. Quella legge dunque deve essere disintegrata. Non ne deve rimanere traccia. Se ne deve perdere la memoria, insieme a quella di quegli avvocati che l’hanno voluta, con il preciso obiettivo di operare una decimazione all’interno della nostra categoria professionale, non prima di aver spremuto dai colleghi ogni goccia di sangue che ancora gli scorre nelle vene.
Non intendo più assolvere a nessuno degli obblighi che questo regime di ominidi annidati nelle istituzioni forensi vorrebbe impormi. Non pagherò più la tassa di iscrizione all’Ordine, continuerò a non prendere un solo credito formativo, non intendo pagare la Cassa di Previdenza Forense, se non per una percentuale del mio reddito, da stabilire insieme ai colleghi della mia associazione, Nuova Avvocatura Democratica. Le nostre iniziative di disobbedienza civile verso questo regime si moltiplicheranno. Non gli daremo tregua, mettendo in gioco tutto ciò che possediamo.
Sono personalmente convinto e come me lo sono molti colleghi che hanno scelto di aderire a Nuova Avvocatura Democratica, che esistano battaglie che nella vita si debbano scegliere, dalle quali non sia eticamente accettabile sottrarsi. Scappare, tacere, far finta di nulla, sono ipotesi che non si conciliano più con la nostra dignità di avvocati. Per questo noi abbiamo consapevolmente scelto di lottare, perché di certo nella vita si può morire in battaglia, ma nulla è peggio che morire di vigliaccheria.
Non riconosco l’autorità, l’autorevolezza e la potestà disciplinare dei Consigli Distrettuali di Disciplina, nominati da Consiglieri dell’Ordine illegali, prorogati per mezzo di violazioni di norme consentite dai loro padrini. Subire uno, dieci o mille procedimenti disciplinari, in ragione della mia battaglia, per me dunque è lo stesso. Io, da avvocato o da avvocato radiato, continuerò a combattere contro le istituzioni forensi italiane, perché vengano distrutte, rase al suolo, cancellate. Per quanto mi riguarda, di questo sistema di inetti, infingardi ed affaristi senza scrupoli, senza qualità e senza onore non deve rimanere nemmeno la cenere.
Ed ora ingozzatevi pure con il cenone di fine anno. Noi finiremo di combattere il 31 dicembre 2016 e ricominceremo il 1 gennaio 2017.
Napoli, 30/12/2016
Avv. Salvatore Lucignano